Casa per tutti

Il rallentamento economico sta cambiando le tendenze e le scelte anche nel mercato immobiliare, sia per quel che riguarda gli italiani che gli immigrati. Lo hanno constatato gli operatori dell’Agenzia Sociale per la Casa, il servizio di accompagnamento sociale all’affitto e all’acquisto abitativo voluto dalla Caritas diocesana e che ha maturato un’attenzione particolare alle persone immigrate.
L’Agenzia, che conta cinque sportelli nel vicentino (Vicenza, Schio, Chiampo, Arzignano e Bassano, quest’ultimo promosso in convenzione con il Comune), ha rilevato infatti che nell'ultimo anno si fatica di più a comprare casa, per la maggiore fragilità dei rapporti di lavoro, la maggior prudenza delle banche nel concedere mutui, per i prezzi delle abitazioni, che non diminuiscono. “Abbiamo anche constatato – afferma Alberto Bordignon che coordina il progetto – un aumento delle richieste di aiuto nell'orientamento e nelle pratiche di accompagnamento socio-amministrativo da parte di famiglie italiane, nonché una crescita dei casi di conflittualità fra vicini di diverse culture, cosa questa che ci sembra dia conto di una maggiore difficoltà di convivenza. Più in generale l’attività degli sportelli dell’Agenzia mette in luce la sempre più evidente necessità di nuovi strumenti per le politiche abitative”.
Nata nel 2001, l’Agenzia Sociale per la Casa è un progetto promosso dalla Caritas diocesana attraverso il suo braccio operativo Diakonia Onlus, in collaborazione con una pluralità di attori sociali del territorio, e da quest’anno gode del contributo della Camera di Commercio di Vicenza. L’obiettivo è realizzare un servizio di accompagnamento sociale in favore delle famiglie di lavoratori, immigrati ma anche cittadini italiani, che miri all'autonomia alloggiativa, tramite l'affitto, ma soprattutto tramite l'acquisto di casa. In loro favore viene creato un vero e proprio percorso di sostegno che ha l’obiettivo di renderli protagonisti della ricerca di soluzioni alloggiative attraverso momenti di orientamento, sia collettivi che personalizzati, l’individuazione delle necessità e delle risorse, la pianificazione e appuntamenti di formazione. Nei tre anni e mezzo di attività ha contato 1156 utenti. I casi pilota risolti, seguiti dall’inizio alla fine con un accompagnamento continuativo sono stati 61, mentre in altri 210 l’aiuto è consistito in un intervento più specifico e contenuto. Il progetto ha comportato anche in decine di incontri di formazione, sia utenti del servizio sia leader di comunità.
Tale sforzo comporta un significativo lavoro di rete, con collaborazioni con tutti i soggetti che entrano in gioco nell’acquisto o affitto di un’abitazione, sia a livello individuale (studi tecnici e operatori del credito), che organismi di rappresentanza (Federazione Agenti Immobiliari, sindacati inquilini, altre categorie d’impresa). Forte anche il coinvolgimento delle istituzioni, in particolare con gli assessorati ai servizi sociali di numerosi comuni, con l’inserimento, fra l’altro nei Piani di Zona delle Ulss 4 Alto Vicentino e 6 Vicenza. Importante, infine, la collaborazione con l'Ater.
Fa parte del progetto anche la ricerca “Tanti modi di abitare”, che ha tentaot di far emergere il diverso significato che l’abitazione assume nelle diverse culture degli immigrati. (vedi scheda allegata)



TANTI MODI DI ABITARE
RICERCA


La ricerca TANTI MODI DI ABITARE ha cercato di tracciare, attraverso una serie di interviste approfondite a immigrati, il significato che la casa assume nelle diverse culture, i diversi modi di abitare che caratterizzano le comunità straniere e le singole esperienze di acquisto di un’abitazione.
L’indagine è stata condotta dalle ricercatrici Maria Cristina Ghiotto, Chiara e Alessandra Zoccante.

I temi trattati dalla ricerca sono:
1. la costruzione abitativa più diffusa e careatterizzante i diversi paesi di provenienza
2. il significato e valore attribuito alla casa
3. il visuuto interno alle case, l'uso specifico degli spazi, gli arredi
4. i costumi e le usanze che caratterizzano l'ingresso in una casa “nuova”
5. l'uso affettivo della casa
6. l'esperienza dell'acquisto di un alloggi in Italia.

Il report mette il luce come siano diversi i modelli di famiglia a cui l’abitazione dà una risposta. “Per gli immigrati che abbiamo intervistato – spiegano le ricercatrici –, provenienti da Macedonia, Marocco, Costa d’Avorio, Filippine, Perù e Bangladesh, la casa fa riferimento a modelli di famiglia allargati. C’è una scarsa propensione a vivere soli, neanche gli anziani sono lasciati in questa condizione, perché c’è una rete familiare che accoglie e si fa carico dell’anziano”.
Alla casa poi gli stranieri che vivono nel vicentino attribuiscono un significato fondamentale di luogo dell’intimità individuale e familiare. “La casa significa vita domestica. Può essere anche luogo di preghiera e di meditazione, nonché sede dei rapporti sociali, dell’accoglienza, dell’ospitalità. E' il posto dove stare insieme destinato all’apertura all’altro, all’ospitalità in generale”.
Quanto all’arredamento, esso appare più o meno similare a quello italiano a seconda della distanza geografica che separa i paesi. L’essenzialità degli arredi è comunque una costante.
Uno degli aspetti dominanti che differisce dal contesto italiano è dato invece dal fatto che “mentre nella socializzazione italiana disporre di una stanza tutta per sé rappresenta un’esaltazione della propria autonomia, una conquista, quindi con una forte concezione individualistica, nel contesto culturale di altre comunità vi sono impianti funzionali e di senso molto differenti, che oltre a perdere significato e funzionalità presso la nostra società, possono addirittura essere riletti come negativi (confusione, mancata riservatezza)”.
La ricerca rivela che “le differenti concezioni degli spazi hanno indotto negli intervistati a modificare le case dove sono andati ad abitare, conformandole alle loro abitudini. In generale emerge una tensione tra il mantenere le modalità e le proprie abitudini ed il cambiare, adattandosi al nuovo contesto. Non si riscontrano però né strategie di rigidità, ossia di chiusura nella propria esperienza culturale, né di assimilazione incondizionata alla cultura italiana”. Si tratta insomma di una dialetica viva tra il mantenimento delle proprie esperienze precedenti e il cambiamento per adeguamento alla nuova realtà.
Quanto alla scelta di acquisto di un’abitazione in Italia, due sono le motivazioni che emergono dalla ricerca: da un lato la scelta individuale di legarsi permanentemente al territorio, o per ricongiungimento familiare e quindi per la nascita di figli, o per un’acquisita stabilità lavorativa; dall’altro la spinta dovuta all’esosità delle case in affitto e la precarietà di una condizione che non dà certezze rispetto al rinnovo del contratto di affitto. Una scelta, quella di mettere su casa, che in molti casi ha innescato un processo di imitazione presso i connazionali, una volta constatata la fattibilità del percorso di acquisto.

Note

Il testo si può richiedere alla sede Caritas di Contrà Torretti, 38, Vicenza, oppure presso gli sportelli dell'Agenzia Sociale Casa.

Ufficio stampa Caritas diocesana vicentina
Mariagrazia Bonollo - 348 2202662

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