CHIAVE D’ACCESSO

Consulente Nato chiede 50.000 euro a Peacelink

Alessandro Marescotti

“La professionalità, l’immagine e la carriera di *** *** risultano fortemente pregiudicati”: è questo il contenuto di un atto di citazione notificato ai responsabili di PeaceLink, l’associazione telematica nata nel 1991 per diffondere, con un lavoro volontario e non retribuito, informazioni sulla pace, l’ambiente e i diritti umani.
Senza nessun precedente preavviso, contatto verbale o atto di diffida, PeaceLink ha ricevuto una richiesta di risarcimento danni per un importo di 50.000 euro. Il motivo? Il 10 febbraio 2000 sul sito web di PeaceLink era stato riprodotto testualmente (con citazione della fonte) il testo completo, compresi i firmatari, di un Manifesto per un forum ambientalista, già pubblicato sul sito web del partito della Rifondazione Comunista. L’appello fu presentato a Roma da Giorgio Nebbia e da altri autorevoli esponenti della cultura ambientalista italiana. Tra i firmatari di quel Manifesto compare anche il nome di un consulente Nato che nel novembre 2002 dichiara di non aver sottoscritto quel testo e cita in giudizio l’associazione PeaceLink, a quasi tre anni di distanza dalla pubblicazione in rete del documento.
Il consulente Nato si ritiene danneggiato dalla pagina web di PeaceLink in quanto in quell’appello vi è una netta critica all’azione militare della Nato nella guerra del Kossovo e all’uso dell’uranio impoverito.
Egli sostiene che “tale appello si richiama a gravi e reiterate considerazioni nei confronti di alcune associazioni internazionali, tra cui in particolare la Nato e irragionevoli attacchi contro gli Stati Uniti”. Come mai il consulente Nato invece di richiedere una rettifica chiede una somma che, con il suo bilancio “francescano”, PeaceLink non potrebbe pagare?
Chi avrebbe mai potuto sospettare, senza entrare incautamente nella sua privacy, che uno di quei 69 firmatari fosse un consulente della Nato?
È stata la Nato a “tirare le orecchie” a uno dei suoi consulenti anche per una semplice svista? Più ci si interroga su questa vicenda e più emergono le due ipotesi: o una esagerata reazione del consulente Nato verso PeaceLink o un’esagerata reazione della Nato verso un suo consulente.
Per la difesa di PeaceLink sono scesi in campo in tanti e fra questi anche Noam Chomsky e padre Alex Zanotelli. La solidarietà corre online e la si può esprimere aderendo pubblicamente all’appello presente su Internet all’indirizzo: http://www.peacelink.it/emergenza.

Note

Si può sostenere PeaceLink contribuendo alle spese legali con un libero versamento sul ccp 13403746 intestato ad Associazione PeaceLink via Galoppi 15 74010 Statte (Taranto). Per contatti: PeaceLink, casella postale 2009, 74100 Taranto, tel. 349/2258342 (Carlo Gubitosa), fax 1782279059, email: info@peacelink.it


Padre Alex Zanotelli ha invitato a sottoscrivere l’appello a favore di PeaceLink: “Un’eventuale chiusura costituirebbe un colpo mortale alla libertà di informazione e un ulteriore bavaglio alla società civile organizzata”.

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