Italia: prossima sede Rai in Africa, sostegno dei missionari

28 gennaio 2006 - Unimondo

“La nuova sede Rai in Africa si farà presto: ci stiamo già lavorando” - ha confermato ieri sera il Direttore Generale della Rai Alfredo Meocci ai rappresentanti della Tavola della pace, del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani, delle riviste missionarie e dell’Usigrai che nelle scorse settimane avevano lanciato l'appello "Più notizie, meno gossip" denunciando i limiti dell’informazione televisiva sul Sud del mondo e chiedevano appunto l'apertura di una sede Rai in Africa. Nicola Colasuonno, direttore di Missione Oggi, ha espresso apprezzamento per la decisione ma ha anche rinnovato la denuncia delle 42 riviste missionarie: “Dai TG vogliamo notizie e non gossip, attenzione ai problemi del Sud del mondo e non provincialismo”. Flavio Lotti ha ricordato che il prossimo 10 marzo 2006 si svolgerà una giornata nazionale per un’informazione e comunicazione di pace: “Milioni di italiani pagano il canone ed esigono che la Rai si metta davvero a servizio di tutti e della pace. La sede Rai che chiediamo di aprire a Nairobi deve essere un modello anche di nuove relazioni tra il servizio pubblico radiotelevisivo e la società civile italiana”. I missionari hanno già messo a disposizione della Rai la loro rete capillare di informazione presente in Africa.

Le riviste missionarie chiedono un salto di qualità nel segno di una maggiore attenzione ai popoli, alle culture extraeuropee, un’attenzione che vada oltre l’episodico e il superficiale, abbandonando un certo provincialismo che sembra connotare i Tg di casa nostra, che non di rado indugiano in argomenti di corto respiro, dando eccessivo spazio al gossip. All’incontro con il Direttore Generale della Rai Alfredo Meocci hanno partecipato Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace, Roberto Natale, segretario dell’Usigrai – Sindacato Giornalisti Rai, Nicola Colasuonno, direttore di Missione oggi, Tonio Dell’Olio, coordinatore di Mosaico di pace, Raffaello Zordan, caporedattore di Nigrizia, Francesco Cavalli, vicepresidente del Coordinamento nazionale degli Enti locali per la pace e i diritti umani ed Enzo Nucci, inviato Rai incaricato di aprire la nuova sede Rai nel cuore dell’Africa. “L’apertura di questa sede – ha dichiarato Meocci - deve essere il segno
concreto di una nuova attenzione della Rai al continente africano, alla lotta alla povertà e
al mondo. I TG, i palinsesti e le trasmissioni del servizio pubblico ne devono tenere conto
facendo spazio alle notizie e ai necessari approfondimenti.”

“Non è una mossa politica la nostra – ha precisato Gerolamo Fazzini (Segretario della Federazione delle riviste missionarie Fesmi) – bensì culturale. Vorremmo che l’informazione televisiva, alla quale a la maggioranza degli italiani attinge la propria “visione del mondo” desse conto in maniera meno approssimativa e più veritiera della realtà del Sud che, come mondo missionario, ogni mese raccontiamo sulle nostre pagine. Registriamo uno scarto forte, un abisso talora fra il Sud che va in video e quello che ci sforziamo di rappresentare. Vorremmo accorciare questa distanza".

Nei mesi scorsi Medici Senza Frontiere aveva denunciato la che nell'estate scorsa i TG italiani hanno dedicato appena 19 minuti all'emergenza nutrizionale in Niger (cioè lo 0,1% delle notizie) cioè mentre le notizie di gossip e sui Vip hanno conquistato ben 11 ore e 35 minuti. In Gran Bretagna la BBC inglese aveva iniziato già da tempo a trasmettere immagini della catastrofe umanitaria, seguita immediatamente dall’americana CNN e dai principali network di tutto il mondo. Solo in Italia le televisioni hanno giudicato l’emergenza di scarso interesse.

E sempre Medici Senza Frontiere con l'Osservatorio di Pavia che ha effettuato un'analisi qualitativa e quantitativa dello spazio che le principali edizioni (pranzo/sera) dei TG nazionali di RAI, Mediaset e La7 hanno dedicato alle emergenze umanitarie nel corso del 2005. Dall'analisi dell'Osservatorio Crisi Dimenticate si evince che i TG nazionali hanno dedicato alle emergenze umanitarie nel loro insieme circa 293 ore su un totale di 2'539 ore di programmazione, ovvero l'11,6% dello spazio – un dato in netta diminuzione rispetto al secondo semestre del 2004, quando lo spazio era stato il 17,5%.

Ultimo numero

Rigenerare l'abitare
MARZO 2020

Rigenerare l'abitare

Dal Mediterraneo, luogo di incontro
tra Chiese e paesi perché
il nostro mare sia un cortile di pace,
all'Economia, focus di un dossier,
realizzato in collaborazione
con la Fondazione finanza etica.
Mosaico di paceMosaico di paceMosaico di pace

articoli correlati

    Realizzato da Off.ed comunicazione con PhPeace 2.7.15