Un’Europa da costruire
L’ALDA in prima linea per la pace.
ALDA
Tanti programmi Locali, un’unica Rete europea
Il
nostro passato
Quando
nel 1999 nasce l’ALDA, l’Associazione delle Agenzie della Democrazia locale,
l’intento è quello di raccogliere in un’unica rete le 10 Agenzie della
Democrazia locale (ADL), esistenti già dal 1993. Le ADL, agenzie istituite dal
Congresso dei Poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa, vengono
inizialmente concepite per offrire assistenza alle città della ex Jugoslavia
devastate dalla guerra, grazie al partenariato con enti locali e organizzazioni
non governative dell’Europa occidentale. Con la fine della guerra nella ex
Jugoslavia, le energie dell’ALDA dalla gestione della crisi post-bellica si
sono dirette sempre più verso la promozione dello stato di diritto, delle
riforme democratiche, con particolare enfasi sulla pace, promozione di relazioni
tolleranti e fiduciose tra la popolazione all’interno delle comunità locali.
Sin dal suo esordio, l’ALDA ha prescelto la metodologia del partenariato con i
rappresentanti delle comunità locali, delle municipalità: partire dalle
risorse in loco per andare incontro alle esigenze locali.
Il
nostro presente
Nella
decade dalla sua fondazione, l’ALDA da essere un programma pilota è oggi uno
dei più importanti attori locali che promuovono il processo di stabilità e
democratizzazione nel Sud-Est Europa. In qualità di coordinatore della rete
delle ADL, l’ALDA facilita la collaborazione tra le 11 Agenzie della
Democrazia locale e i 133 membri e i 200 partner tra ONG, città, province e
regioni provenienti da oltre 22 Paesi dell’Europa.
Le
ADL, che agiscono con ampia autonomia, rispondono egregiamente ai bisogni
locali. Costituiscono, potremmo dire, un ponte tra le istituzioni locali e la
società civile. Lavorano con la comunità locale con trainings, campagne di
sensibilizzazione, iniziative di promozione del dialogo interculturale e della
partecipazione della società civile ai processi decisionali a livello locale.
Altri progetti riguardano, tra gli altri, lo sviluppo economico, i rifugiati,
l’educazione, l’ambiente, i giovani, la cultura, i media.
Tra
le altre organizzazioni con cui l’ALDA collabora rientrano il NALAS
(l’Associazione Nazionale delle Autorità locali del Sud-Est Europa), l’OSCE
(Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), l’UE, l’ONU,
e in particolare l’Alto Commissariato per i Rifugiati. Pur con il suo alto
livello di relazioni internazionali, l’ALDA rimane devota al suo mandato
originario di rafforzare la democrazia a livello locale. Ne è concreta
testimonianza il fatto che le ADL siano stabilite sempre in città che non siano
capitali, ma in realtà piccole che sono più facilitate nella vicinanza ai
cittadini.
Il
nostro futuro
Poiché
il suo programma continua a trovare successo nei Balcani, l’ALDA svolge un
ruolo importante anche nell’allargamento dell’Unione Europea. Grazie alla
sua esperienza nella ex Jugoslavia, è il partner ideale per l’ampliamento
delle attività nel Sud-Est Europa. L’ALDA, riconoscendo gli effetti decisivi
che l’annessione dei Paesi confinanti con l’UE avrà sull’intero Sud-Est
Europa, s’impegna attivamente per il rafforzamento del partenariato con
organizzazioni attraverso il continente al fine di assicurare una stabile
transizione che benefici tutti i Paesi della Regione balcanica, che sono già
tutti membri del Consiglio d’Europa.
L’ALDA
dal 2005 ha allargato il suo sguardo anche a Nord-Est. Tra gli altri l’ALDA ha
avviato in Bielorussia nel corso del 2005 un progetto pilota e sta per iniziarne
un altro sulla promozione dei diritti umani dei gruppi vulnerabili. Inoltre a
ottobre 2006 sarà inaugurata una nuova Agenzia della Democrazia locale a
Kutaisi in Georgia e nel 2007 un’ADL in Albania. Invero, la strategia futura
dell’ALDA è di rafforzare il processo di stabilizzazione e accessione nei
Balcani e allo stesso tempo di sperimentare se la metodologia delle ADL, unica
nel suo genere, possa avere successo anche in altre zone del mondo che
presentano similarità con la difficile realtà della ex Jugoslavia.
Questo sentimento non è più in grado di mobilitare l’opinione pubblica o di ispirare un movimento popolare come quello esistente alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Esso aveva contribuito in gran parte a dare inizio al progetto europeo. Questi anni possono essere l’ultima occasione per condividere le memorie di coloro che hanno vissuto durante i disastri della Guerra.
Città per la pace
È in questo contesto che è stata concepito il progetto “Città attive per la Pace e la Democrazia in Europa”, finanziato dalla Commissione Europea. L’ALDA, da anni impegnata in prima linea per la promozione della pace e dei diritti umani, scommette ancora una volta sul tema delicato della pace e lo fa questa volta con un progetto rivolto soprattutto ai giovani europei. Tre sono gli obiettivi principali: migliorare la comprensione del ruolo dei poteri locali come attori nella realizzazione della pace e della democrazia in Europa; coinvolgere i cittadini, in particolar modo i giovani; partecipare al processo di costruzione dell’Unione Europea con un ulteriore valore aggiunto condotto dal ruolo attivo dei poteri locali e la partecipazione della loro comunità. 70 iniziative in tutta Europa, promosse da enti locali o associazioni (soprattutto giovanili) attive nel campo della pace e dei diritti umani, potranno beneficiare di un cofinanziamento. Le organizzazioni interessate troveranno il bando sul sito dell’ALDA e potranno partecipare alle selezioni inviando un’idea progettuale. Le selezioni avverranno in 4 Paesi, grazie alla diffusione del progetto realizzata dai partner: Cités Unies France (Associazione degli enti locali francesi); Warmian and Mazurian Association of Communities (Associazione degli enti locali polacchi); Associazione nazionale
L’idea di fondo di questa iniziativa non è di limitarsi a riflettere sul “ricordo” ma, attraverso il dibattito e lo scambio di diverse esperienze, raccogliere nuove forme di mobilitazione che renderanno gli europei di oggi impegnati nel processo di costruzione dell’Europa. Non solo commemorare il passato, ma, anche con la prospettiva del cinquantesimo anniversario della firma del Trattato di Roma (25 Marzo 2007), riflettere su come i cittadini europei possano attivamente contribuire a fare dell’Europa il loro spazio nel quale potersi sentire liberi e sicuri. Uno spazio dove anche gli enti locali possano essere attivi, crescere, usare i loro talenti, imparare gli uni dagli altri e fare in modo che i cittadini si sentano apprezzati, rispettati e che l’esperienza senza precedenti di sessant’anni di pace possa continuare a costituire il presente per i cittadini dell’Europa.