SETTEMBRE 2006

Cristiani, laici, cittadini… del mondo!

A cura di Rosa Siciliano con la collaborazione di Angelo Bertani

Il convegno ecclesiale nazionale che si terrà tra pochi giorni a Verona non poteva lasciarci indifferenti. Prima di tutto perché non è un semplice appuntamento né solo un convegno.
È anche, per ogni credente, importante tappa di silenzio e di riflessione. Di verifica e rilancio. Delle prassi pastorali come delle profezie di fede.
Ci sentiamo intimamente parte della Chiesa e sentiamo forte il richiamo al dovere di essere, tutti e tutte, Testimoni di speranza e Speranza del mondo.
Testimoni di una fede che possa essere sempre più autentica e laica. Di un impegno civile nuovo.
Parte di una Chiesa-comunità di credenti al servizio “di Dio e degli uomini”, così come si esprime Pietro Scoppola nella riflessione, proposta in questo dossier, incentrata sull’interrogativo di quanto la Chiesa oggi sia lievito del mondo e portatrice di giustizia. Nel documento preparatorio del convegno ecclesiale di Verona, una pista di riflessione è fondata sul tema, a noi caro, della cittadinanza: “Tipica della cittadinanza è l’idea di un radicamento in una storia civile, dotata delle sue tradizioni e dei suoi personaggi, e insieme il suo significato universale di civiltà politica. Questa duplice dimensione è oggi interpellata dall’avvento dei processi di globalizzazione in cui la cittadinanza si trova a essere insieme locale e mondiale. La novità della situazione crea inedite tensioni e induce trasformazioni economiche, sociali e politiche a livello planetario”.
Abbiamo voluto imboccare “questo sentiero” per partecipare, da laici consapevoli delle proprie responsabilità, al dialogo fraterno cui la Chiesa ci invita e per condividere umilmente con tutta la comunità di credenti, le nostre riflessioni.
Siamo sempre più convinti che occorre oggi ripensare e ridefinire il ruolo della Chiesa nella politica come nei rapporti sociali, nell’economia come nelle relazioni tra persone. Può definirsi oggi la comunità ecclesiale “lievito del mondo”, così come i documenti conciliari auspicano e così come il convegno ecclesiale propone? È questo un interrogativo importante, centrale oserei dire. È una sfida sempre aperta e un compito mai adeguatamente soddisfatto.
Perché sia i singoli credenti che la Chiesa in sé “ha urgente bisogno di confrontarsi con le dinamiche nuove che inquietano le coscienze dietro l’apparente passività di chi si adegua senza serio convincimento perché non comprende”, così come sapientemente descrive nel suo articolo Giancarla Codrignani.
Giancarla Codrignani, Giorgio Campanini, Pietro Scoppola, Monica Massari, Bruno Amoroso ci aiutano dunque a ricomporre il mosaico di una Chiesa dal volto nuovo, aperta alla complessità del mondo d’oggi e libera dalle ipocrisie di un devozionismo di facciata. Una Chiesa che affida grandi responsabilità ai laici perché sappiano vivere la fede con maturità e sappiano trasformare i suoi principi in impegno civico al servizio di tutti gli uomini e le donne. Una Chiesa rinnovata dal Concilio Vaticano II che riconosce alla coscienza personale un particolare primato e alla laicità un grande valore. Solo vivendo appieno questi valori basilari della dottrina della Chiesa cattolica e del Concilio sarà possibile divenire cittadini del mondo. Adulti consapevoli e preparati. Consapevoli della ricchezza della propria fede e preparati ad affrontare, laicamente, le inquietudini del tempo moderno e le grandi sfide che un sistema economico e sociale globalizzato pone oggi. E dalla cui risoluzione, in chiave solidale e ispirata al sacrosanto valore della giustizia, dipende il futuro dell’umanità. E forse persino della nostra stessa Chiesa. Nel dossier che segue anche l’iconografia scelta contribuisce a comporre il volto della Chiesa libera dall’immagine che di essa vorrebbero dare gli atei devoti e o i fedeli troppo abituati al silenzio timoroso che esime, ingiustamente, dalle responsabilità proprie.

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