17 febbraio: manifestazione nazionale a Vicenza
Il
futuro è nelle nostre mani:
difendiamo
la terra per un domani senza basi di guerra
Presidio
Permanente, Vicenza
23
gennaio 2007
Dopo
che per mesi Governo e Comune si sono rimpallati la responsabilità della
decisione, l’Esecutivo nazionale ha ceduto all’ultimatum statunitense: «il
Governo non si oppone alla nuova base Usa», ha sentenziato Romano Prodi. Dopo
appena due ore, migliaia di vicentini sfilavano per le strade del centro
cittadino. Chi pensava di aver chiuso la partita ha dovuto ricredersi, perché
Vicenza si è mobilitata, ha Invaso le strade, ha costruito il presidio
permanente.
Otto
mesi di mobilitazioni, culminate con la grandiosa manifestazione dello scorso
due 2 dicembre – quando 30 mila persone sfilarono dalla Ederle al Dal Molin,
hanno dimostrato la forte contrarietà della popolazione alla nuova
installazione militare. Ma il Governo, dopo aver più volte ribadito la
centralità dell’opinione della comunità locale, ha ceduto agli interessi
economici e militari.
In
tutto questo pesa come un macigno anche la posizione dell’Amministrazione
Comunale che, forte dell’assenso dato dal Governo Berlusconi all’operazione,
prima ha nascosto ai cittadini il progetto per tre anni e poi, snobbando la
contrarietà della popolazione, lo ha approvato durante un Consiglio Comunale
blindato e contestato; infine ha negato ai cittadini la possibilità di
esprimersi attraverso il referendum.
Nonostante
tutto questo a Vicenza è successo qualcosa di nuovo: Vicenza non si è arresa
alle imposizioni. In questo percorso abbiamo trovato donne e uomini, studenti e
anziani, lavoratori e professionisti; li abbiamo incrociati nelle mobilitazioni,
abbiamo discusso con loro alle assemblee pubbliche ed ai convegni. Insieme
abbiamo costruito il Presidio Permanente, un luogo attraversato da migliaia di
persone in pochi giorni.
Vicenza
non si è arresa alle imposizioni.
Vicenza
non vuole una nuova base militare al Dal Molin.
Vicenza
si è mobilitata.
Migliaia
di persone hanno occupato i binari della stazione appena due ore dopo la
conferenza stampa di Romano Prodi; e nei giorni successivi una serie di
iniziative, dalla manifestazione degli studenti ai presidi in Municipio e in
Prefettura, hanno confermato la determinazione dei cittadini.
La
nostra città ha riscoperto la dimensione comunitaria e popolare, ha riattivato
le reti di solidarietà che in altri contesti – per esempio a Scanzano Ionico
o in Val di Susa – hanno permesso di fermare dei progetti devastanti.
Da
ogni parte d’Italia ci è arrivata un immensa solidarietà, un caloroso
sostegno. Manifestazioni e presidi si sono svoltI in questi giorni in ogni
angolo del Paese. Contro una scelta contrastata dalla comunità locale ovunque
si manifesta e si discute.
Il
nostro cammino è appena all’inizio. Nulla si è concluso con l’espressione
del parere governativo.
Cittadini,
associazioni e organizzazioni sindacali hanno deciso di opporsi; molti
parlamentari si sono auto-sospesi. Vicenza vuole fermare questo scempio, se
necessario anche seguendo l’invito di molti a mettere pacificamente in gioco i
propri corpi.
Vogliamo
dare una voce unitaria, pacifica e determinata a questo sdegno. Vicenza chiama
tutti a mobilitarsi contro la militarizzazione di una città, contro la
costruzione di una base che sorgerà a meno di due chilometri dalla basilica
palladiana, consumerà tanta acqua quanta quella di cui hanno bisogno 30 mila
cittadini, costerà ai contribuenti milioni di euro (il 41% delle spese di
mantenimento delle basi militari Usa nel nostro territorio è coperto dallo
Stato Italiano), sarà l’avamposto per le future guerre.
Vicenza
vuole costruire una grande manifestazione nazionale per il 17 febbraio; vogliamo
colorare le nostre strade con le bandiere arcobaleno e quelle contro il Dal
Molin, ma anche con quelle per la difesa dei beni comuni e della terra, del
lavoro e della dignità e qualità della vita. Un corteo plurale e popolare,
capace di aggregare le tante sensibilità che in questi mesi hanno deciso di
contrastare il Dal Molin, perché siamo convinti che le diversità siano un
tesoro da valorizzare così come l’unità sia uno strumento da ricercare per
vincere questa sfida.
Ai
politici e agli uomini di partito che condividono la responsabilità di Governo
locale e nazionale rivolgiamo l’invito a partecipare senza le proprie
bandiere; vi chiediamo un segno di rispetto verso le tante donne e i tanti
uomini che in questi giorni si sono sentiti traditi dai partiti e dalle
istituzioni;vi chiediamo, anche, di valorizzare la scelta di quanti, in questi
giorni, hanno scelto di dimettersi o auto-sospendersi in segno di protesta. Una
protesta che, auspichiamo, dovrà avere ulteriori riscontri se il Governo non
recederà dalle sue decisioni.
Noi
siamo contro il Dal Molin per ragioni urbanistiche, ambientali, sociali; ma,
anche, perché ripudiamo la guerra. Proprio per questo non accettiamo alcun
vergognoso baratto con il rifinanziamento della missione in Afghanistan.
La
nostra lotta non si è esaurita. A Vicenza, il 17 febbraio, contro ogni nuova
base militare, per la desecretazione degli accordi bilaterali che regolano la
presenza delle basi, per la difesa della terra e dei beni comuni, per un reale
protagonismo delle comunità locali e dei cittadini.
Il
futuro è nelle nostre mani: difendiamo la terra per un domani senza basi di
guerra. Il 17 febbraio tutti a Vicenza!
Presidio
Permanente contro il Dal Molin
Per
info e adesioni nodalmolin@libero.it