Cosa è il Teatro Forum?
Il 26 Gennaio 2007 a Parma si è svolto uno spettacolo di Teatro-Forum sul tema della violenza domestica contro le donne.
L’iniziativa è apparsa nell’ambito del Festival per i Diritti Umani che la Provincia di Parma organizza da vari anni mettendo in rete le associazioni e varie realtà del territorio.
Quest’anno abbiamo collaborato col Centro Antiviolenza di Parma per realizzare questo spettacolo interattivo.
Abbiamo intervistato le donne del Centro AV di Parma e visitato alcuni siti per esaminare documentazione utile allo spettacolo.
Infine abbiamo realizzato il tutto con una serie di prove.
La prima raccomandazione del Centro AV è stata quella di non rappresentare il marito violento come un sadico, una persona malata, speciale, ma di mostrare la “banalità del male” come direbbe la Arendt, ovvero denunciare il fatto che sono spesso mariti normali quelli che commettono violenza verso le loro mogli.
Sito internazionale del TdO nel mondo: www.theatreoftheoppressed.org
Sito di Giolli: www.giolli.it
TESTI
* Boal, Augusto, Il teatro degli oppressi. Teoria e pratica del teatro latinoamericano, Milano, Feltrinelli, 1977 (esaurito)
- Boal, Augusto, Il poliziotto e la maschera. Giochi esercizi e tecniche del teatro dell'oppresso, Molfetta-Bari, La Meridiana, 1993 (2° ed. 1996, 3° ed. 2001)
(traduzione di: Jeux pour acteurs et non-acteurs. Pratique du théatre de l'opprimé, Paris, La Découverte, 1991 e di Stop! C'est magique..., Paris, Hachette, 1980).
- Boal, Augusto, L'arcobaleno del desiderio, Molfetta, La Meridiana, 1994
- Boal, Augusto, Dal desiderio alla legge. Manuale del teatro di cittadinanza, Molfetta, La Meridiana ed., 2002
* Mazzini, Roberto, Teatro dell'oppresso e educazione alla pace, in “Azione nonviolenta” Nov.1989, n.11, pp.17-19
- Mazzini, Roberto, Il teatro dell’oppresso a scuola, in “Mosaico di pace”, n.1, Sett. 1990, pp. 26-28
- Mazzini, Roberto, Tanto gli adulti hanno sempre ragione. L'uso del Teatro dell'Oppresso per l'Educazione alla Pace e alla Mondialità, in "Il Crogiolo-Apprendere secondo natura", n.38, Nov. 1992, pp.22-27
- Mazzini, Roberto, Mettere in scena la realtà: il TdO e i gruppi di base, in “AAM-Terra Nuova”, Sett.’93, pp. 21-22
- Mazzini, Roberto, L’invisibile linguaggio della coscientizzazione: come usare il TdO in campo politico-sociale, in “Azione nonviolenta”, Luglio 1994, pp. 25-26
- Mazzini, Roberto et al., Teatro dell’oppresso in un centro psichiatrico a Modena, in “P.U.M. Progetto uomo musica”, n.7, Genn. 95, pp. 51-62
- Mazzini, Roberto, Teatro dell’oppresso costruttore di pace: teoria ed esperienze in “Appunti”, n.1/96, Gen-Feb 96, pp. 11-14
Melli, Claudia, Augusto Boal o l’Arcobaleno del desiderio, in “Teatro e Storia”, annali 2, pp. 231-240
Schininà, Guglielmo, Storia critica del Teatro dell’Oppresso, Molfetta BA, ed. La Meridiana, 1998.
Nello stesso tempo non volevamo rappresentare la donna maltrattata come un’incapace o malata lei stessa e quindi si è lavorato molto per renderla di uno spessore contraddittorio, ma ricco di potenzialità.
Intorno alla coppia abbiamo individuato alcuni dei personaggi chiave di queste vicende, quindi i genitori di lei, gli amici comuni, l’amica del cuore.
La vicenda si snoda quindi per flash, rievocando le tappe della situazione problematica, dai primi sintomi di crisi alla prima violenza, al momento in cui lei decide di lasciare il marito e si trova con consigli contraddittori.
La serata dello spettacolo il pubblico era piuttosto giovane e probabilmente poco avvezzo al tema, coinvolto più dagli eventi del Festival che dal contenuto preciso del nostro Teatro-Forum.
Si sono quindi trovati spiazzati dalle scene violente e subito incapaci di reagire.
Poi, conquistata maggior dimestichezza col Teatro-Forum, hanno cominciato a intervenire, soprattutto nel ruolo dell’amica della Protagonista.
Ognuno ha cercato in vario modo di aiutare la vittima della violenza:
- la prima ha cercato di farsi raccontare di più, ascoltando meglio le sensazioni anche confuse della protagonista
- un’altra ha cercato di stimolare e di aiutarla a sfogarsi,
- un’altra ancora, ponendosi come amica, ha provato ad essere di maggior supporto, anche per un aiuto futuro;
- un altro, nel ruolo di amico, ha provato a entrare nella relazione a due per aprirla al mondo: la protagonista si è sentita però minacciata e il marito un po’ geloso.
- L’ultima è intervenuta come salvatrice nella lite di coppia, a difesa della donna aggredita, invadendo l’intimità di coppia in modo forte e provocando una dura reazione del di lei marito.
Alla fine il pubblico ha apprezzato il lavoro e si sono formati capannelli che hanno continuato a discutere fino all’inevitabile cacciata da parte del custode.
Questo tema è uno dei tanti ormai affrontati dalla Compagnia di Giolli: bullismo, consumo critico, urbanistica partecipata, inquinamento, scelte di pace o di guerra, alcolismo, oppressione delle badanti, immigrazione, tossicodipendenza, reinserimento degli ex carcerati, ecc.
Cos’è il Teatro-Forum?
E’ una delle principali tecniche del metodo chiamato Teatro dell’Oppresso e inventato pezzo a pezzo nella pratica concreta di anni di sperimentazione, dal drammaturgo brasiliano Augusto Boal.
Il metodo generale è caratterizzato dagli stessi fini della Pedagogia degli Oppressi di Paulo Freire, ovvero umanizzare l’uomo attraverso il dialogo, avviare processi di coscientizzazione dove le persone passino dalla coscienza ingenua e fatalista, dove non si ha il potere di intervenire sul mondo, alla coscienza critica che si rende conto che tutto ciò che esiste nella società è creato dall’uomo e può quindi essere cambiato.
Il Teatro-Forum, emblematicamente, permette allo spett-attore di entrare in scena e sostituirsi al Protagonista o a suoi alleati, per tentare dei cambiamenti, per migliorare la situazione presentata inizialmente.
Gli altri attori reagiscono in base al personaggio che tengono e ogni idea del pubblico viene così sperimentata sulla scena. Il conduttore del Forum, detto Jolly, non giudica gli interventi ma facilita la partecipazione, il dibattito, l’approfondimento, in modo maieutico.
Questa tecnica e il metodo stesso sono ampiamente usati in ambiti educativi, sociali e politici, con svariati gruppi di persone, in processi di partecipazione, come nella prevenzione alle sostanze, nella gestione dei conflitti così come nella riabilitazione.
Si tratta di una pratica diffusa ma non ancora abbastanza conosciuta, anche se le esperienze non mancano e ci sono numerosi indizi della loro efficacia.
In Italia Giolli ha iniziato nel 1992 a far conoscere questo metodo, prima in ambito nonviolento e poi via via in altri contesti.
Nel 1995 abbiamo organizzato a Rossano Calabro un Festival nazionale dove circa 100 persone da molte parti d’Italia e anche dall’estero hanno partecipato e spettacolato su vari temi nei paesi limitrofi, di fronte a svariati pubblici.
La riflessione su questo metodo e i suoi rapporti con l’educazione alla pace è sviluppata in alcuni articoli del sottoscritto che appaiono in bibliografia.