Liberiamoci dallo sviluppo
Serge Latouche ha appena finito di cantare l’inno bretone. Le sue radici vengono da lì. “I bretoni amano la vita, il buon cibo e il vino” ci dice tenendo in mano il calice in uno dei ristoranti più caratteristici di Bolzano.
Tutto questo ha molto a che fare con la teoria economica della decrescita felice, di cui Latouche è il padre: “Uscire dall’autostrada del progresso non significa chiudersi in un vicolo cieco del passato – spiega nel suo ultimo libro, La scommessa della decrescita (Feltrinelli, pp 215) – ma avviare un sistema che si fondi sulla sobrietà, sulla convivialità, sulla partecipazione, sulla saggezza del vivere. Di più: vuol dire difendere la bellezza e la semplicità dalla furia distruttiva della brutalità e della violenza impositiva”.
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Note
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