CHIESE

Un Concilio Ecumenico per la pace

Ritorna l’idea nata da Bonhoeffer.
Il sogno di una chiesa disarmata che disarma i cristiani.
Enrico Peyretti

Dopo l’impegno forte e unitario di tutte le chiese cristiane contro la guerra degli Usa all’Iraq, circola di nuovo l’idea di un concilio ecumenico sulla pace. La proposta venne già nel 1934 da Dietrich Bonhoeffer, all’inizio del nazismo: “Solo il grande concilio ecumenico della santa chiesa di Cristo da tutto il mondo può parlare in modo che il mondo, nel pianto e stridor di denti, debba udire la parola della pace, e i popoli si rallegreranno perché questa chiesa di Cristo toglie, nel nome di Cristo, le armi dalle mani dei suoi figli e vieta loro di fare la guerra e invoca la pace di Cristo sul mondo delirante”. “La chiesa – commenta Paolo Ricca – non può chiedere al mondo di fare la pace se lei stessa non disarma i cristiani, disarmando se stessa”. Riprese l’idea un prete cattolico, anch’egli poi vittima del nazismo, Max Joseph Metzger.
Il suggerimento profetico restò inascoltato. Pio XI condannò i nazionalismi, ma legittimò le guerre d’Etiopia e di Spagna. Nel 1939, contro la guerra parlò Pio XII e poche altre voci, ma non la voce corale dei cristiani. Le giustificazioni religiose della guerra, facilmente piegate alle pretese nazionalistiche, erano ancora attuali.
Dopo quella guerra, con tutto il cumulo di rovine e l’entrata nell’era atomica, la Carta dell’Onu e la Costituzione italiana saggiamente bandivano la guerra dalla storia. Poi la guerra fredda, gli armamenti sempre più numerosi e minacciosi, la catastrofe sfiorata più volte. Sventata la crisi di Cuba, Papa Giovanni scrisse l’enciclica Pacem in Terris, nel 1963, aperta ad ogni persona di buona volontà. Dichiarava “fuor di ragione” pensare la guerra come strumento di giustizia. Fu una parola più chiara di quella sulla pace del Concilio Vaticano II (19621965).

Un lungo cammino
Di un concilio per la pace parlò padre Turoldo nel 1981, al tempo del grande riarmo e del movimento pacifista contro i missili. L’idea fu presentata nella 6ª Assemblea mondiale del Consiglio Ecumenico delle Chiese (tutte meno la cattolica), nel 1983, e fu poi rilanciata nel 1985 nel Kirchentag (l’assemblea di base delle chiese evangeliche tedesche): “Noi preghiamo le chiese del mondo di convocare un concilio della pace. [In esso] le chiese cristiane, solidalmente responsabili, devono dire una parola che l’umanità non possa ignorare”.
La proposta si realizzerà solo in parte, ma nel giusto spirito, nelle assemblee di base, davvero ecumeniche, di Basilea 1989 e Seoul 1990, su giustizia, pace, salvaguardia del creato. Più della paura nucleare, scaldavano ora gli animi impegno e speranza, vissuti insieme da tutti i cristiani. Essi furono tra gli animatori delle grandi rivoluzioni nonviolente del 1989, fattore importante nella caduta dei regimi comunisti nell’Europa orientale. Il successivo dissolvimento dell’URSS fece sperare in un’epoca di pace nel rispetto del diritto internazionale. Ma con la prima guerra del Golfo, nel 1991, gli Usa e l’Occidente vollero rilegittimare la guerra. Quella logica si sviluppò nel “decennio orribile” ’90-’99.
Nel 2001 gli Usa vollero la guerra come unica risposta al terrorismo. Oggi la guerra “preventiva” contro l’Iraq, per volontà imperiale, corrompe ulteriormente le relazioni internazionali. Corale e chiara è stata l’opposizione di tutte le chiese cristiane, impegno ecumenico per il mondo e la giustizia. Insieme ai movimenti mondiali per la pace, ciò è motivo di speranza nel grave momento attuale.
In questa emergenza, le chiese riflettono di nuovo e comprendono la pace come segno primario di fede all’opera nella storia. Se ci allontaniamo dai fratelli, uccidendo, distruggendo, dominando, ci allontaniamo da Dio. La nonviolenza positiva realizza fratellanza e amore evangelico fino ai nemici. “Proprio sulla dottrina della pace la chiesa misura la sua fedeltà al Signore e la sua capacità di testimoniare l’evangelo nella compagnia degli uomini” (Enzo Bianchi).
La dottrina cristiana della pace è progredita, ma ha avuto anche incertezze e oscillazioni di fronte alle guerre recenti. Oggi la guerra, nel farsi suprema legge del mondo e volontà di dominio, pretende anche consacrazioni divine in opposti totalitarismi religiosi, quello islamista, e quello pseudocristiano, apocalittico e non evangelico: un messianismo “benefico”, che si autorizza a imporre con ogni mezzo il proprio Bene dove vede il Male. Con l’impegno contro questa guerra, tutte le chiese e il Papa difendono il cristianesimo da questo fondamentalismo, assai pericoloso per il mondo e per la fede.
In questo clima, l’idea di un concilio davvero ecumenico sulla pace torna attuale, per consolidare la scelta delle chiese, approfondire la riflessione e lo spirito evangelico, e per fugare qualche residuo equivoco. Il cardinale Achille Silvestrini, in un’intervista alla “Repubblica” del 22 aprile scorso ipotizza una convocazione ecumenica col Papa per una grande riflessione sulla guerra e la pace. Col recente vasto consenso cristiano, la coscienza del “non uccidere” può maturare fino a dissolvere ogni giustificazione della guerra. Ciò porterebbe a compimento il “lavoro incompiuto” del Concilio Vaticano II sulla guerra e la pace (come diceva Giuseppe Dossetti).
Giancarlo Zizola, in articoli e conferenze, registra l’interesse per la proposta di un Concilio sulla pace. Gli elementi nuovi e dinamici della dottrina – la nonviolenza, la destinazione universale dei beni, l’ingerenza umanitaria che non sia la guerra, il perdono politico – necessitano di formulazioni più chiare e di scelte pastorali organiche. Zizola vede come “segno dei tempi” la proposta di una nuova assemblea realmente ecumenica, che dichiari l’assoluta illegittimità della guerra e sollevi la coscienza cristiana universale a difesa della pace e della giustizia.
Intanto, l’impegno dei cristiani può avviare dal basso “processi conciliari per la pace” nelle chiese locali, nel cammino profetico di Bonhoeffer: una chiesa disarmata che disarma i cristiani. In tale spirito, nei mesi scorsi, un appello di base ha chiesto al Papa di parlare direttamente ai fedeli – come fece Oscar Romero – perché obiettino alla guerra e obbediscano alla coscienza cristiana. Con simili “processi conciliari” la chiesa aiuterebbe il mondo a escludere l’omicidio e il dominio dai mezzi della politica, arte della convivenza nella differenza.

Note


I CONCILI ECUMENICI

Primo Concilio di Nicea: giugno – luglio 325. Papa Silvestro I (314335). Convocato dall’ imperatore Costantino.
Primo Concilio di Costantinopoli: dal 1° maggio al luglio 381. Papa: Damaso I (366-384). Convocato dall’imperatore Teodosio I.
Concilio di Efeso: dal 22 giugno all’ottobre 431. Papa Celestino I (422432).Convocato dall’Imperatore Teodosio II.
Concilio di Calcedonia: dall’8 ottobre al 1° novembre 451. Papa Leone Magno (440 461). Convocato dall’Imperatore Marciano.
Secondo Concilio di Costantinopoli: 8 sessioni dal 5 maggio al 2 giugno 553. Papa Vigilio (537555). Convocato dall’imperatore Giustiniano I.
Terzo Concilio di Costantinopoli: dal 7 novembre 680 al 16 settembre 681.Papi: Agatone (678-681) e Leone II (682-683). Convocato dall’Imperatore Costantino IV.
Secondo Concilio di Nicea: dal 24 settembre al 23 ottobre 787.Papa Adriano I (772-795). Convocato dall’Imperatrice Irene.
Quarto Concilio di Costantinopoli: dal 5 ottobre 869 al 28 febbraio 870
Primo Concilio Lateranense: dal 18 al 27 marzo (6 aprile?) 1123. Il concilio approvò, tra l’altro, leggi contro l’investitura dei laici e per una riforma del clero. Il suo carattere ecumenico è messo da molti in questione; ne mancano gli atti. Le leggi, trasmesse solo in raccolte di canoni, trattano soprattutto dell’investitura dei laici. In questo ambito il can. 4 (altri 8-9; 712) sostiene la libertà della chiesa.
Terzo Concilio Lateranense: dal 5 al 19 marzo 1179. Presieduto da Alessandro III.
Quarto Concilio Lateranense: dall’11 al 30 novembre 1215. Papa Innocenzo III (1198-1216).
Primo Concilio di Lione: dal 28 giugno al 17 luglio 1245. A parte la sessione preliminare del 26 giugno, questo concilio si svolse in tre solenni sessioni (28 giugno, 5 e 17luglio). Approvò decreti contro l’imperatore Federico II, contro i Saraceni e per la riconquista della Terra Santa, non prese però risoluzioni dogmatiche.
Secondo Concilio di Lione: dal 7 maggio al 17 luglio 1274. Papa Gregorio X (I27I1276).
Concilio di Vienna: dal 16 ottobre 1311 al 6 maggio 1312. Papa Clemente V (1305-1314).
Concilio di Costanza: dal 5 novembre 1414 al 22 aprile 1418. Composizione del grande scisma; dimissioni del Papa romano Gregorio XII (1405-1415) il 4 luglio 1415; deposizione del papa del concilio di Pisa Giovanni XXIII (1410-1415) il 29 Maggio 1415; del Papa avignonese Benedetto VIII (1394-1415) il 26 luglio 1417. Elezione di Martino V l’11 novembre 1415. Condanna di Giovanni Huss. Decreto sulla supremazia nel concilio sul papa e sulla periodicità dei concili. Concordati con le cinque nazioni conciliari.
Concilio di Basilea-Ferrara-Firenze-Roma: dal 23 luglio 1431 al 7 maggio 1437.( Trasferimento a Ferrara ad opera di Eugenio IV (1431-1447) il 18 settembre 1437, definitivamente il l gennaio 1438; da lì a Firenze il 16 gennaio 1439. Qui unione coi Greci il 6 luglio 1439, con gli Armeni il 22 novembre, con i copti il 4 febbraio 1442. Trasferimento a Roma il 25 aprile 1442, qui unione con i Siri il 30 novembre 1444 e con i Caldei e i Maroniti di Cipro il 7 agosto 1445)
Quinto Concilio Lateranense: dal 3 maggio 1512 al 16 marzo 1517. Questo concilio cercò principalmente di placare le contese gallicane. Dopo che nel 1513 Luigi XII, re di Francia, si era riconciliato con la sede apostolica e dalla sessione 8° la sua nazione era presente al concilio, si riuscì a sostituire la Sanzione Pragmatica di Bourges con un concordato. Il concilio, inoltre, emise decreti nell’ambito della fede e della morale.
Concilio di Trento: XXV sessioni dal 13 dicembre 1545 al 4 dicembre 1563 in tre periodi: I-VIII sessione a Trento 1545-47 (IX-XI sessione a Bologna 1547) tutte sotto Papa Paolo III (15341549); XII-XVI sessione a Trento 1551-52 sotto Papa Giulio III (1550-1555); XVII-XXV sessione a Trento sotto Papa Pio IV (1559-1565). Dottrina sulla Scrittura e la tradizione, peccato originale e giustificazione, sacramenti e sacrificio della messa, culto dei Santi. Decreti di riforma
Concilio Vaticano Primo: 4 sessioni dall’8 dicembre 1869 al 18 luglio 1870. Pio IX (1846-1878). Definizione della dottrina della fede cattolica e del primato e dell’infallibilità papale.
Concilio Vaticano II: IX sessioni in quattro periodi dall’11 ottobre 1962 al 7 dicembre 1965. Papa Giovanni XXIII (1958-1963); Paolo VI (1963-1978).

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    Concilio di Efeso: dal 22 giugno all’ottobre 431. Papa Celestino I (422432).Convocato dall’Imperatore Teodosio II.
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    Concilio di Vienna: dal 16 ottobre 1311 al 6 maggio 1312. Papa Clemente V (1305-1314).
    Concilio di Costanza: dal 5 novembre 1414 al 22 aprile 1418. Composizione del grande scisma; dimissioni del Papa romano Gregorio XII (1405-1415) il 4 luglio 1415; deposizione del papa del concilio di Pisa Giovanni XXIII (1410-1415) il 29 Maggio 1415; del Papa avignonese Benedetto VIII (1394-1415) il 26 luglio 1417. Elezione di Martino V l’11 novembre 1415. Condanna di Giovanni Huss. Decreto sulla supremazia nel concilio sul papa e sulla periodicità dei concili. Concordati con le cinque nazioni conciliari.
    Concilio di Basilea-Ferrara-Firenze-Roma: dal 23 luglio 1431 al 7 maggio 1437.( Trasferimento a Ferrara ad opera di Eugenio IV (1431-1447) il 18 settembre 1437, definitivamente il l gennaio 1438; da lì a Firenze il 16 gennaio 1439. Qui unione coi Greci il 6 luglio 1439, con gli Armeni il 22 novembre, con i copti il 4 febbraio 1442. Trasferimento a Roma il 25 aprile 1442, qui unione con i Siri il 30 novembre 1444 e con i Caldei e i Maroniti di Cipro il 7 agosto 1445)
    Quinto Concilio Lateranense: dal 3 maggio 1512 al 16 marzo 1517. Questo concilio cercò principalmente di placare le contese gallicane. Dopo che nel 1513 Luigi XII, re di Francia, si era riconciliato con la sede apostolica e dalla sessione 8° la sua nazione era presente al concilio, si riuscì a sostituire la Sanzione Pragmatica di Bourges con un concordato. Il concilio, inoltre, emise decreti nell’ambito della fede e della morale.
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