Energia nucleare? No, grazie!

7 ottobre 2008 - Alex Zanotelli

Il governo Berlusconi, grazie al ministro Scajola, ha rispolverato il nucleare civile come soluzione ai problemi energetici. Il fatto grave è che anche l'opposizione, il PD in particolare, condividono questo programma. Il governo Berlusconi sostiene che il nucleare è l’unica via per risolvere i nostri problemi energetici e salvarci dal disastro climatico.
Noi invece affermiamo che il nucleare civile è "una cinica scommessa dell’industria nucleare per salvare se stessa" ( questa è la conclusione a cui arriva la rivista americana Sojourners).
Per quali ragioni affermiamo tutto questo?
1. Il costo. In questi ultimi 40 anni l'energia prodotta dal nucleare negli Stati Uniti è costata 492 miliardi di dollari. Questo senza contare i costi dell’eliminazione delle scorie atomiche, la chiusura degli impianti atomici e gli incidenti, che richiederebbero altri 375 miliardi di dollari. Nonostante queste somme incredibili, l'energia nucleare prodotta dagli impianti rappresenta solo l’8 o al massimo il 10% dell'energia usata negli Usa.
2. Il pericolo di incidenti. L’agenzia di informazione nucleare (NIRS) afferma che: "L'operazione di 2000 reattori (1500 nuovi, 440 in funzione) potrebbero causare un incidente nucleare come quello di Cernobyl ogni 5 anni". Oltre agli altri disastri già noti,ricordiamo che il 90% degli 800 mila pompieri e incaricati delle pulizie al reattore di Cernobyl (1986) sono diventati poi invalidi o inabili al lavoro .
3. Il pericolo di attacchi terroristici. Dopo l'11 settembre c'è sempre più paura che gli impianti atomici possono diventare obiettivi di attacchi terroristici con conseguenze drammatiche per la popolazione.
4. Proliferazione nucleare. La connessione tra energia nucleare e armi nucleari è reale e più reattori atomici verranno costruiti, più difficile sarà controllare la produzione di armi nucleari.
5. I rischi del nucleare. Nessun impianto atomico è completamente sicuro.
6. Scorie atomiche. Ancora oggi le scorie atomiche, dopo 40 anni di nucleare civile, sono semplicemente stoccate nei siti dei reattori , perchè a tutt’oggi non c’è soluzione. Le scorie atomiche durano 200 mila anni.
7. Tecnologie non collaudate. Penso abbia profondamente ragione il fisico Angelo Baracca quando afferma nel suo recente libro "L’Italia torna al nucleare?": "Non è serio promuovere un grandioso programma di rilancio del nucleare civile fondato su una scommessa con il diavolo, cioè confidando interamente su tecnologie nuove non collaudate che si stanno esplorando e non saranno disponibili prima dei 30 anni". Baracca affonda il coltello nella piaga quando sostiene: "La critica più radicale che prima di ogni altra muovo personalmente ai programmi di rilancio del nucleare è di alimentare ancora l'illusione che sia possibile continuare a consumare energia e a continuare a crescere. Il pianeta non sarà in grado di reggere ritmi di crescita e di consumo di questo genere".
È chiaro che anche in campo energetico dobbiamo ridurre i consumi.
Infatti la prima grande risorsa che abbiamo è il risparmio energetico: no a enormi sprechi e ad usi irrazionali.
Gli sprechi più ignobili sono le guerre. Le spese militari hanno raggiunto nel mondo i 1200 miliardi di dollari all’anno e la guerra all'Iraq da sola costa agli Usa 3000 miliardi di dollari.
Dobbiamo invece puntare sulle fonti rinnovabili come il sole e il vento. Questa è oggi una scelta obbligata, la sola che può offrire prospettive nuove e sostenibili.
Tutto questo costituisce per me un problema di carattere morale ed etico di enorme importanza. Per questo non condivido la presa di posizione del card. Martino il quale sostiene la validità del nucleare civile. In un'intervista a Radio Vaticana (Zenit, 12//06/2008) il card. Martino affermava infatti: "(…) Perché precludere l'applicazione pacifica della tecnologia nucleare? (…) Assicurata la sicurezza degli impianti e dei depositi; regolati in maniera severa la produzione, la distribuzione e il commercio di energia nucleare, mi sembra vi siano i presupposti per una politica energetica 'integrata', che contempli quindi, accanto a forme di energia pulita, anche l’energia nucleare".
Dobbiamo aprire in seno alla Chiesa e alle Chiese un largo dibattito su questo tema.
Chiedo anche che tutti i movimenti italiani per la pace si oppongano unanimemente al rilancio del nucleare. Sono sicuro che otterrebbero un buon appoggio dal popolo italiano, come già espresso nel referendum del 1987.
Per ottenere questo è fondamentale l’unità di tutti i movimenti per la pace in Italia: è in ballo il futuro del pianeta e della vita.
Diamoci tutti da fare perché vinca la vita.

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