Una minaccia sempre più reale

Il progetto di ampliamento del nucleare civile è alle porte.
Urge sapere, conoscere, capire perché parliamo di un vero e proprio pericolo.
Angelo Baracca (Dipartimento di Fisica Università di Firenze)

Da quando presentammo il precedente dossier sul nucleare “civile”, la minaccia è diventata molto più concreta, poiché il governo Berlusconi ha ufficializzato la proposta di costruzione di 5 centrali nucleari, la cui localizzazione dovrebbe essere in corso. Ci sembra improbabile che questo progetto in Italia si potrà realizzare, dopo che abbiamo smantellato tutte le competenze e le capacità tecniche che si erano accumulate fino al 1987, l’anno del referendum sul nucleare: forse il risultato finale sarà, ancora una volta, di foraggiare le imprese ben note che prosperano sulle “Grandi Opere”. Ciò non toglie che sia necessario ritornare su questi programmi, poiché l’opinione pubblica è disorientata dalla voluta disinformazione.

Il nucleare non è mai stato una tecnologia civile! 

Le applicazioni energetiche (non parleremo degli altri aspetti della tecnologia nucleare – industriali, sanitari, ecc. – che costituiscono tutt’altro problema) nacquero e si diffusero per gli usi militari. Solo successivamente (dal lancio dell’“Atomo per la Pace” nel 1953) furono promossi gli impieghi “civili” per la produzione di energia (si ricordi: solo energia elettrica, che è meno di un quinto dei consumi finali mondiali di energia!): ma le somme investite nel nucleare militare sono state enormemente superiori a quelle impiegate nel nucleare “civile”.

Alla base di questo meccanismo perverso sta l’intrinseco dual-use della tecnologia nucleare: cioè il fatto che essa è sostanzialmente la stessa per gli usi militari e civili. È allora assolutamente strumentale gridare contro i programmi nucleari dell’Iran o della Corea del Nord, minacciare addirittura attacchi militari, quando invece gli USA stipulano un Accordo per la fornitura di tecnologia e materiali nucleari all’India, riconoscendo così il suo status di potenza nucleare fuori dal Trattato di Non Proliferazione, e si lanciano massicci programmi di costruzione di centrali nucleari, che diffonderanno questa tecnologia e aumenteranno ulteriormente le enormi e incontrollabili quantità prodotte al mondo di plutonio, uranio arricchito, e altri prodotti che possono avere usi militari (sottrazioni di quantitativi anche per realizzare “bombe sporche”, le centrali e i depositi possibili bersagli di attentati, ecc.). 

Basti ricordare che la Corea del Nord uscì dal TNP, estrasse il plutonio dal combustibile irraggiato di un piccolo reattore, e realizzò la bomba (la quale indusse gli USA ad arrivare a un accordo, cancellare il paese dagli “Stati canaglia”, e smantellare le attrezzature nucleari).

Questa politica si chiama di solito della “botte piena e la moglie ubriaca”.

 

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