The Guardian, 26 gennaio 2009

Un’innovazione contro la fame

La nostra risposta alla carenza mondiale di cibo è tristemente inadeguata, ma noi proponiamo una nuova iniziativa per gli aiuti.
Jeffrey Sachs (Traduzione a cura di Chiara e Gabriele Mora)

L’attuale crisi di fame nel mondo è di una gravità senza precedenti e richiede misure urgenti. Quasi un miliardo di persone sono vittime di fame cronica, all’incirca 100 milioni in più di due anni fa. La Spagna ha assunto la leadership globale nel combattere la fame invitando i leader del mondo a Madrid questa settimana per passare dalle parole all’azione. Con la guida della Spagna e la partnership del segretario generale delle Nazioni Unite Ban-ki –Moon, molti governi donatori propongono di mettere in comune le loro risorse finanziarie in modo che i contadini più poveri del mondo possano coltivare più cibo e sfuggire alla trappola della povertà.
I benefici dell’aiuto di alcuni donatori possono essere significativi. Gli agricoltori in Africa, Haiti e in altre regioni impoverite attualmente seguono i loro raccolti senza il beneficio di varietà di semi ad alta resa e di fertilizzanti. Il risultato è una resa di cereali (per esempio mais) che è approssimativamente un terzo di quella che potrebbe essere ottenuta con migliori tecniche agricole. I contadini africani producono all’incirca una tonnellata di grano per ettaro, rispetto alle più di 4 tonnellate per ettaro della Cina, dove gli agricoltori applicano una fertilizzazione intensiva.
I contadini africani sanno di aver bisogno di fertilizzanti, ma non se li possono permettere. Con l’aiuto dei donatori, potrebbero. A quel punto i contadini potrebbero non solo sfamare le proprie famiglie, ma potrebbero anche iniziare ad avere dei guadagni dal mercato da risparmiare per il futuro. Accrescendo i risparmi per alcuni anni i contadini potrebbero alla fine divenire meritevoli di credito o potrebbero avere sufficienti fondi per provvedere da soli ai loro bisogni vitali.
C’è ora accordo universale sulla necessità di aumentare i finanziamenti dei donatori ai piccoli contadini (quelli con due ettari o meno di terra o pascoli impoveriti), che è urgente specialmente in Africa. Il segretario generale delle nazioni unite ha condotto un gruppo guida lo scorso anno che ha stabilito che l’agricoltura africana ha bisogno di circa 8 miliardi di dollari di finanziamenti da donatori – più o meno 4 volte la cifra attuale – con importanza particolare per i semi migliorati, i fertilizzanti, i sistemi di irrigazione e addestramenti intensi.
In aggiunta all’aiuto diretto ai piccoli agricoltori i donatori dovrebbero provvedere ad un’aumentata ricerca e sviluppo necessari per trovare nuove varietà di semi ad alta resa, specialmente per piante che possano superare inondazioni temporanee, eccesso di azoto, suoli salati, insetti nocivi e altre sfide per la produzione sostenibile di cibo. Aiutare i poveri con le tecnologie attuali mentre si investe in tecnologie migliori per il futuro è l’ottimale divisione del lavoro.
Questo investimento ripaga al meglio, con i centri di ricerca come l’Istituto Internazionale per la Ricerca sul Riso e il Centro Internazionale per il Miglioramento del Mais e del Frumento che forniscono i semi ad alta resa e le strategie innovative di coltivazione che insieme hanno dato origine alla rivoluzione verde dell’Asia. Questi centri non hanno nomi familiari, ma lo meriterebbero. Le loro innovazioni scientifiche hanno aiutato a nutrire il mondo e avremmo bisogno di altri come loro.
Dozzine di paesi a basso reddito e con carenze alimentari, più o meno 40 o 50, hanno elaborato programmi urgenti per aumentare la produzione di cibo da parte delle piccole fattorie, ma sono ora trattenuti dalla carenza di fondi da donatori. Queste nazioni si sono appellate alla Banca Mondiale per il finanziamento e la banca ha fatto uno sforzo coraggioso nel 2008 per aiutarle attraverso il suo nuovo Programma di Risposta alle Crisi Globali Alimentari (GFCRP). Ma la Banca non ha ancora fondi sufficienti per venire incontro alle necessità urgenti di questi paesi e ha dovuto suddividere l’assistenza in una frazione del totale che avrebbe dovuto essere usato efficacemente. Centinaia di milioni di persone nel frattempo rimangono intrappolate dalla fame.
Molte singole nazioni donatrici hanno dichiarato che ora sono pronte ad aumentare il loro supporto finanziario per l’agricoltura dei piccoli proprietari, ma stanno cercando il meccanismo appropriato per farlo. Le strutture di aiuto attuali sono inadeguate. Le più di 20 agenzie di aiuto bilaterale e multilaterale sono molto frammentate e di dimensioni insufficienti individualmente e collettivamente.
Nonostante gli sforzi dedicativi da molti esperti la risposta alla crisi della fame rimane del tutto inadeguata. La stagione di semina 2008 è arrivata e se n’è andata con pochissimo aiuto addizionale per i piccoli contadini. Le nazioni africane cercano continuamente e spesso inutilmente i piccoli finanziamenti di cui necessitano per acquistare fertilizzanti e semi migliorati. I miei colleghi ed io, partecipando ad un comitato consultivo per l’iniziativa spagnola, abbiamo raccomandato che i donatori uniscano i loro fondi in un singolo conto internazionale, che abbiamo chiamato Meccanismo di Coordinazione Finanziaria (FCM). Questi fondi uniti permetterebbero ai contadini delle nazioni povere di ottenere fertilizzanti, semi di varietà migliori e sistemi di irrigazione di piccola scala di cui hanno urgente bisogno.
Le nazioni povere riceverebbero un finanziamento rapido e prevedibile per le richieste agricole da un singolo conto invece che da dozzine di donatori distinti e frammentati. Unendo le risorse finanziarie nel donatore-unico FCM i costi amministrativi dei programmi potrebbero essere tenuti bassi, la disponibilità di aiuti potrebbe essere assicurata e le nazioni povere non dovrebbero negoziare 25 volte per poter ricevere aiuto.
Il tempo per gli affari tradizionali è finito. I donatori hanno promesso di raddoppiare gli aiuti per l’Africa entro il 2010, ma sono ancora molto lontani dal traguardo. Nei fatti durante gli ultimi 20 anni essi hanno tagliato gli aiuti ai programmi agricoli e soltanto ora stanno invertendo la rotta.
Nel frattempo un miliardo di persone soffre la fame ogni giorno. Abbiamo bisogno di un’innovazione che sia dimostrabile, pubblica, chiara e convincente, che possa mobilitare le menti e i cuori della gente e che possa dimostrare il successo. La Storia può essere fatta a Madrid alla fine di gennaio, quando le nazioni più ricche e le più povere si ritroveranno a cercare soluzioni per la crisi globale di fame. Le vite del miliardo più povero di individui dipendono da questo.

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