Classi ponte? No grazie!
La Lega insiste nel riproporre, fra i provvedimenti di integrazione per migranti, le classi “ponte” o “differenziate” per gli alunni provenienti da Paesi extraeuropei. Tale provvedimento, che può sembrare, a lettura superficiale, utile a far superare le difficoltà legate a problemi di natura linguistica, ha in realtà ben altri intendimenti. La mozione propone, infatti, che, oltre a test, atti a individuare il livello di conoscenza della lingua italiana, per i bambini e le bambine arrivati di recente in Italia vadano previsti percorsi di “educazione alla legalità” e di “comprensione dei diritti e dei doveri (il rispetto per gli altri, la tolleranza, il rispetto della legge del Paese accogliente)”, corsi di “sostegno alla vita democratica” e progetti sulla “interdipendenza mondiale”, sul “rispetto delle tradizioni territoriali e regionali del Paese accogliente, senza etnocentrismi” e sul “rispetto della diversità morale e della cultura religiosa del Paese accogliente”.
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