L’arte della nonviolenza
Una dettagliata analisi per entrare nel pensiero nonviolento del prete obiettore.
Il 26 giugno 1950 scoppia la guerra di Corea fra il Nord comunista, appoggiato da Unione Sovietica e Cina, e il Sud conservatore e nazionalista, sostenuto dagli Stati Uniti e da altri Paesi occidentali. Questa guerra rappresenta un momento di altissima tensione tra Stati Uniti e Unione Sovietica: al termine del conflitto si conteranno oltre 2,5 milioni di vittime. All’inizio degli anni Cinquanta l’incubo del conflitto nucleare diviene reale: gli americani realizzano la bomba all’idrogeno, molto più potente dell’atomica, e poco dopo anche i russi riescono in tale intento. Mosca e Washington si lanciano così in una gigantesca corsa agli armamenti, determinando quello che viene definito “l’equilibrio del terrore”. In una tale situazione il tema di un nuovo possibile conflitto ritorna drammaticamente in primo piano. Nel contempo, però, aumentano i dubbi e gli interrogativi fra chi, dopo gli immani disastri della seconda guerra mondiale, ritiene che l’attività in favore della pace debba svilupparsi più intensamente e coraggiosamente, anche percorrendo nuove strade.
[...]
Note
Il testo integrale dell'articolo non è disponibile on line.Se desideri sottoscrivere l'abbonamento al formato elettronico,
ti preghiamo di contattare l'ufficio abbonamenti:
abbonamenti@mosaicodipace.it