Il profeta dei piccoli

La testimonianza di un lavoro di base possibile che, a partire dalla pastorale di Camara, arriva ai giorni nostri per restituire alla gente dignità e giustizia. In Brasile come da noi.
Luca Sticcotti (Giornalista)

Non sono molti gli italiani che hanno avuto la fortuna di incontrare dom Helder a casa sua, a Olinda, la vecchia capitale del Brasile coloniale, situata su una collina a due passi da Recife. All’epoca del mio incontro, nel 1995, Camara era già prossimo ai novant’anni e viveva in una semplice parrocchia, attorniato da una piccola schiera di collaboratori. Lì si era ritirato dieci anni prima, dopo essere stato vescovo di Recife fin dal 1952. In quel decennio di “pensione” aveva assistito alla distruzione di gran parte delle strutture di solidarietà da lui messe in piedi per aiutare gli agricoltori senza terra, i bambini di strada, i milioni di persone che vivono senza avere il minimo indispensabile dal punto di vista alimentare, sanitario, umano. Lui stesso aveva scelto di vivere in povertà lasciando il palazzo vescovile ed erigendo a sua residenza una povera parrocchia di periferia in un quartiere degradato di Recife.
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