PAROLA A RISCHIO
Buoni e cattivi
Giocare al capoclasse di turno è di grande attualità e, nell’apporre quell’affascinante linea di demarcazione, si ripropone quotidianamente la vecchia ripartizione di ruoli tra Caino e Abele.
Lidia Maggi e Angelo Reginato
Ripartiamo dall’attenzione posta sulle parole più comuni, quelle che abitano il nostro quotidiano, ma che domandano un diverso sguardo, simile a quello del poeta, del profeta. In fondo, le Scritture ebraico-cristiane mirano proprio a questo. Hanno la pretesa di accendere uno sguardo diverso sul mondo, di suscitare esseri umani dall’occhio penetrante. Che non ritengono di saper già vedere (una pretesa che rende ciechi: Gv 9, 39-41) ma sentono il bisogno di “comprare collirio per curare gli occhi e vederci” (Ap 3,18).
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Note
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