Informazione negata

11 maggio 2009 - Davide Pelanda

Sono passati poco meno di due anni quando i cittadini di Campi Bisenzio (FI) scelsero per la salute dei cittadini. Era il novembre 2007 quando 9692 cittadini (88,36% dei votanti, il 31,1% degli aventi diritto) di questo paese ha detto no all’ipotesi di un inceneritore nel loro paese. Il tutto in sole 12 ore di apertura del seggio.
Un vero e proprio plebiscito… Snobbato però dai grandi media nazionali! Chi l’ha saputo? Forse i diretti interessati dai media locali. E gli altri italiani?
Il successo non era così scontato, anche se accompagnato da estenuanti 7 anni di lotte della cittadinanza. Alla fine la popolazione di questo paese toscano ha contribuito “dal basso” , “dalla base”, a diffondere quei saperi tecnico-scientifici e culturali che mancano sempre di più ai nostri amministratori e politicanti di turno che siedono nei governi centrali o locali.
Nonostante la campagna mediatica da 600.000 euro fatta dalla provincia di Firenze (da segnalare, a questo proposito, lo sperpero di denaro pubblico per una campagna “persuasiva” pro-inceneritore, somma che invece sarebbe servita sicuramente meglio se fosse stata usata sia per promuovere la raccolta differenziata “porta a porta” che per fare educazione alla riduzione dei rifiuti ndr), nonostante si sia votato solo dalle 8 alle 20, nonostante la partita, nonostante la pioggia, nonostante l’astensionismo tipico dei referendum, nonostante la rassegnazione che si è cercato di suscitare in tutti i modi ribadendo a ogni piè sospinto che il risultato non avrebbe avuto alcun valore, nonostante le grida al SI di tutti gli organismi istituzionali, nonostante tutto ciò...
Con questa clamorosa vittoria risulta sconfitto il “pensiero unico nazionale” che recita ormai dappertutto in Italia: incenerire l’immondizia. Un falso assunto che non permette altre vie d’uscita, che vede come inevitabile costruire i termovalorizzatori per la corretta gestione dei rifiuti.
Ma in questo caso i cittadini si sono sensibilizzati a vicenda, educandosi sulle alternative come la riduzione-riuso-raccolta differenziata porta a porta e trattamento “a freddo” ecc... nella logica di “non bruciarsi il futuro” .
L’esito di questo referendum in parte lo si è avuto anche grazie ai 173 medici che hanno firmato un appello che spiegava i pericoli sanitari di questi impianti. A nulla invece sono serviti gli appelli dei rappresentanti delle amministrazioni pubbliche locali, convinti assertori del termovalorizzatore
Ma l’informazione nazionale su questo avvenimento così importante ha sempre latitato.
I mass media nazionali hanno sempre latitato anche quando interveniva nelle varie conferenze in giro per l’Italia Paul Connett della St.Lawrence University di New York e padre della strategia “Rifiuti Zero” che nella sola San Francisco è riuscito proprio nell’intento di ridurre i rifiuti arrivando ad un buon 85% di differenziata. In effetti in nessuna tv italiana è mai passata una sua intervista ne mai è stato ospite di uno dei vari talk-show delle maggiori testate nazionali, né della Rai e men che meno i canali Mediaset o Sky.
Così come nessun tg italiano ci ha mostrato come fanno in Nuova Zelanda a fare a meno di discariche e inceneritori. Ma ai nostri mass media televisivi in realtà interessa sempre più il gossip di Lapo Elkann o le veline.
Ed allora è partita una «Petizione per il rispetto del principio di pluralità di informazione» rivolto all’Autorità Garante per l’informazione della Repubblica Italiana ed alla Corte di Giustizia Europea nella quale un buon numero di cittadini sottoscrittori (all’8 dicembre 2008 era 1177 le firme totali raccolte ndr) lamentano il fatto che «i mass media italiani stanno dando spazio ad amministratori e rappresentanti dei gruppi industriali i quali sostengono l’inevitabilità e l’assoluta necessità di realizzare nuovi impianti di incenerimento dei rifiuti» mentre «nessuno spazio è invece consesso ai numerosi studiosi (medici, biologi, naturalisti quali Antonietta Gatti, Stefano Montanari, Federico Valerio e Patrizia Gentilini solo per citarne alcuni)» che sostengono invece che «gli inceneritori rappresentano un enorme pericolo per la salute umana a causa dell’emissione – inevitabile ed incontrollabile – di polveri ultrafini di dimensioni nanometriche che prendono il nome di “nanoparticelle”». Essi chiedono infine «che venga fatto rispettare i principio di PLURALITA’ DI INFORMAZIONE e che venga quindi dato adeguato spazio anche a quei liberi uomini di scienza che, conoscendo a fondo il problema in quanto, con umiltà, lo hanno studiato a lungo, sostengono con autorevoli dati scientifici alla mano l’alto livello di nocività degli impianti cosiddetti “di termovalorizzazione” dei rifiuti».

ALTRO ESEMPIO DI INFORMAZIONE NEGATA
Altri cittadini hanno protestato presso alcuni direttori di testate nazionali e si sono detti indignati per i servizi nei tg e sui giornali che trattano il drammatico argomento rifiuti per lanciare in tutta Italia la massiccia campagna pro-inceneritore.
E’ successo con il comitato civico di Gualdo Cattaneo (PG) i quali, nel gennaio 2008, hanno preso carta e penna ed hanno scritto una lettera al direttore del TG5, Clemente J. Mimun esprimendo «totale indignazione – si legge nella missiva – per il servizio, andato in onda ieri sera sul Vostro TG (7 gennaio 2008 ndr) in cui si magnificavano i cosiddetti “termovalorizzatori” omettendo però di dire che – come già ampiamente dimostrato in ambito scientifico internazionale, l’incenerimento dei rifiuti è un processo tutt’altro che risolutivo in materia di smaltimento e soprattutto malsano dal punto di vista ambientale e sanitario, essendo scientificamente provate sia l’impossibilità di captare le nanoparticelle risultanti dalla combustione, sia la corrispondenza esistente tra la presenza di inceneritori e l’aumento dell’insorgenza di malattie neoplastiche quali linfomi, sarcomi e leucemie».
A dare man forte criticissima contro un certo tipo di informazione che tratta solo di inceneritori si è aggiunto il dottor Stefano Montanari ilo quale ha scritto in solidarietà ai cittadini di Gualdo Cataldo aggiungendo che «Si è sacrificata la Campania (perché bersaglio facile) per lanciare il business su tutta Italia forti dell’entusiasmo popolare. Le televisioni sono un normalissimo strumento di potere per chi fa affari con i rifiuti». E lo stesso Montanari in conclusione della sua lettera scrive ancora «Fermare l’informazione, meglio ancora distorcerla, vuol dire avere campo libero. E loro lo stanno facendo».

IL PROFESSOR VERONESI INTERVENNE IN RAI A “CHE TEMPO CHE FA”?
Non sono bastati neanche gli interventi di un luminare come il professor Umberto Veronesi, uno degli “esperti” e consulente della Regione Toscana ma anche del Piano rifiuti della Regione Sicilia. Il quale dichiarò alla trasmissione Rai “Che Tempo che Fa” che le tecnologie moderne ed “i moderni termovalorizzatori non inquinano”. E’ però interessante scoprire che tra gli sponsor della sua fondazione (dal sito www.fondazioneveronesi.it/partners.html) troviamo ACEA (multiutility con inceneritori), PIRELLI (petrolio, centrali ad olio combustibile), ENEL (centrali a carbone ed oli pesanti e pure nucleare) VEOLIA Envoirment (ditta che costruisce inceneritori).
Intanto Patrizia Gentilini, un medico “vero” che non sarà mai invitato da Fazio o da Vespa così si è espresso con un commento al sito www.noinceneritori.org. : «Il Consiglio Nazionale degli Ordini dei Medici in Francia chiede una moratoria inceneritori!! Un collega francese scrive: “I medici ne hanno abbastanza di essere l’ultimo anello della catena, ad aspettare i cancri, senza fare nulla sulle cause”. Questo in Francia. E in Italia? Dopo aver visto questa sera Veronesi da Fazio penso che il “malato” più grave oggi in Italia sia questa medicina asservita ai grandi interessi economici».

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