Un aiuto a riflettere

Nota della Commissione diocesana Giustizia e Pace di Novara
10 giugno 2009

L’otto aprile scorso le Commissioni Difesa di Camera e Senato hanno approvato in via definitiva l’acquisto di 131 cacciabombardieri da combattimento denominati F35. Il programma di spesa per il completamento dell’acquisizione dei velivoli si aggira attorno ai 15 miliardi di euro, vale la pena sottolineare che questa spesa è stata sancita due giorni dopo il terremoto dell’Abruzzo! Nel progetto sono coinvolti diversi paesi (USA, Nuova Zelanda, Gran Bretagna, Turchia, Canada, Olanda, Danimarca, Norvegia) che oltre a mettere i capitali per la costruzione degli aerei, si attiveranno per produrre in loco nei rispettivi sistemi industriali, parti e componenti diversi degli aerei che verranno assemblati come atto finale a Cameri (Novara).

La Commissione Diocesana Giustizia e Pace rinnova pertanto l’attualità dell’appello formulato nel gennaio del 2007 a nome dei Vescovi del Piemonte, da Mons. Fernando Charrier, Vescovo di Alessandria e Presidente della Commissione Regionale Piemontese per la Pastorale Sociale e del Lavoro e Mons. Tommaso Valentinetti, Arcivescovo di Pescara-Penne, Presidente di Pax Cristi Italia. In tale appello si legge: “Desideriamo riaffermare come comunità cristiana, la necessità di opporsi alla produzione e alla commercializzazione di strumenti concepiti per la guerra”. Per questo crediamo sia importante promuovere una maggior conoscenza di ciò che significa la corsa agli armamenti e di conseguenza attivare tutti i canali a nostra disposizione per aiutare la comunità cristiana a riflettere su un tema delicatissimo, coinvolgendo nel contempo anche la più vasta opinione pubblica novarese.

Già nei giorni immediatamente successivi alla delibera parlamentare, autorevoli Istituzioni ecclesiali e prestigiose testate cattoliche mettevano in evidenza la contraddizione di questa scelta: mentre l’azione di Governo era rivolta a far fronte al dramma del terremoto e la generosità degli italiani si trasformava in sostanziosi contributi da devolvere a chi aveva perduto tutto, si decideva di acquistare i cacciabombardieri con una cifra che da sola sarebbe stata sufficiente alla ricostruzione degli edifici distrutti in Abruzzo. La medesima somma basterebbe a mettere in sicurezza metà delle scuole italiane, oppure garantire la produzione di otto milioni di pannelli solari, generatori di energia pulita per gran parte della popolazione italiana.

La Commissione Diocesana Giustizia e Pace è intervenuta a più riprese negli anni scorsi su questo tema, basti ricordare l’articolata presa di posizione presentata durante la Veglia per la Pace al Monte Mesma (Novara) del 2006/07; lo stesso Mons. Renato Corti si è espresso in maniera inequivocabile contro il commercio delle armi e la corsa agli armamenti in diverse occasioni, non ultima la toccante omelia del 28 aprile scorso durante la celebrazione della Santa Messa in suffragio delle vittime del lavoro celebrata presso la Parrocchia di San Giuseppe in Novara: “Ai fedeli laici il Vangelo affida un compito grande: quello di essere, in campi come quelli dell’economia, dell’impresa, del lavoro, artefici di un mondo nel quale si possa dire che all’uomo e alla sua dignità viene riconosciuto il primo posto. E richiede a livello culturale e politico di essere promotori di un mondo di pace dove il fiume di denaro che viene indirizzato al commercio delle armi ed alla guerra, venga deviato verso opere concrete in favore dell’educazione, della salute, di un reddito pro capite sufficiente ad una vita decorosa e serena.”

In questa linea andava l’insegnamento di Giovanni Paolo II che definiva la corsa agli armamenti immorale, non solo perché tesa a costruire strumenti di morte, ma anche e soprattutto perché essa sottrae risorse preziose che potrebbero essere utilizzate in maniera più proficua per lo sviluppo dei popoli.

In un’altra recente circostanza la follia della corsa agli armamenti è emersa con chiarezza quando, per un singolare privilegio, la nostra diocesi ha avuto l’opportunità di ascoltare dalla viva voce di Akira Fukaori la sua testimonianza di sopravvissuto all’esplosione atomica di Nagasaki, nella quale egli ha messo in evidenza quanto sia folle la potenza distruttiva delle armi atomiche e quanto sia fondamentale per ogni cristiano non adeguarsi alla “logica dell’Impero” che vuole armi sempre più potenti e sofisticate, ma piuttosto vivere e testimoniare fino in fondo la profezia biblica del trasformare le lance in falci e le spade in vomeri. In quella sera della Veglia per la Pace del 31 dicembre scorso a Gravellona Toce, Mons. Corti dava risonanza alla testimonianza di Akira Fukaori con queste parole: “La tragedia del 6 e del 9 agosto 1945 a Hiroshima e a Nagasaki, non deve ripetersi più: è questo ciò che sento urgente dire al termine di questa Veglia così intensa e che ha messo in primo piano la questione della guerra e soprattutto dell’uso delle armi nucleari”.

Un grande profeta di pace dei nostri tempi, Raul Follereau, il 1 di settembre 1954 scrisse al Presidente degli Stati Uniti, Eisenhower e al Presidente del Consiglio dell’Unione Sovietica, Malenkov le seguenti parole: “Signori Presidenti, ciò che vi domando è così poco... quasi niente... Datemi un aereo, ciascuno di Voi un aereo, uno dei vostri aerei da bombardamento. Perché ho appreso che ciascuno di questi velivoli costa all’incirca cinque miliardi di franchi… E ho calcolato che, col prezzo di questi due aerei di morte, si potrebbero risanare tutti i lebbrosi del mondo”. Facendo nostre queste profetiche parole, come Commissione Diocesana Giustizia e Pace riteniamo nostro dovere agire in tal senso: più che unirci a coloro che invocando l’imminente scontro di civiltà si adeguano passivamente alla logica delle armi e della violenza, riteniamo più evangelico mobilitarci per testimoniare coerentemente un impegno di pace che ha i suoi germi di giustizia nelle parole, nell’azione e nella vita di Gesù di Nazareth.

Aderendo ad un invito di Mons. Renato Corti, la nostra Commissione prossimamente curerà una riflessione più articolata sul tema della giustizia e della pace, sull’impegno per raggiungerle e sugli orizzonti profetici che devono guidare l’agire pastorale delle nostre comunità.

Commissione Diocesana Giustizia e Pace Novara

Novara, 10 giugno 2009

Note

DIOCESI DI NOVARA
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