Il Signore protegge lo straniero (Salmo 146 )
Settantatre eritrei sono lasciati morire di fame e di sete mentre tentano di attraversare il Mediterraneo per arrivare sulle nostre coste. Né il governo italiano né quello maltese li soccorrono! Questo è un crimine contro l’umanità che si può spiegare solo con l’abbrutimento delle nostre coscienze. È sangue innocente, sangue dei ‘dannati della storia’.
Abbiamo appreso questa notizia assurda, l’ultimo giorno del campo di lavoro GIM (Giovani impegno missione): “ In ascolto degli immigrati”, a Castelvolturno (Caserta), che è diventato il simbolo di come trattiamo e sfruttiamo gli immigrati. Abbiamo potuto toccare con mano come gli oltre cinquemila immigrati lungo il litorale domizio vivano in condizioni disumane sia per quanto riguarda le loro case che per il loro lavoro. Abbiamo colto la loro rabbia (è rabbia quella che si coglie negli occhi e nelle parole degli africani!) sia incontrandoli e parlando con loro per strada, sia nelle serate al Campo. Con loro abbiamo visto il documentario “Come un uomo sulla terra”, una forte denuncia di come i libici trattano gli africani :altro capitolo vergognoso di questa tragica storia d’Africa. Dopo aver visto quell’agghiacciante documentario, gli africani ci hanno raccontato quello spaventoso viaggio della morte per arrivare in Libia: i fuggiaschi dell’Africa Orientale via Khartoum ( Sudan), quelli dell’Africa Centrale via Agadez ( Niger). Molti i morti in quella traversata. E chi raggiunge la Libia, lo aspetta una vita d’inferno per pagarsi il viaggio sulle ‘zattere del mare’! E’ un esodo apocalittico questo da un’Africa che sprofonda sempre di più nella miseria ( la Banca Mondiale afferma che 280milioni di africani vivono con meno di 75 centesimi di euro al giorno! ).E il nostro governo risponde a questa tragedia, tagliando i fondi ai paesi impoveriti (nonostante tutte le promesse fatte a L’Aquila durante il G8 ) e infischiandosi dei diritti umani in Africa. L’esempio clamoroso di questo è il nostro appoggio alla terribile dittatura di Afeworki ( ecco il perché della fuga degli eritrei).Lasciarli morire a mare è il massimo dell’ingiustizia. Lo stesso vale per la politica estera italiana nei confronti della Libia di Gheddafi, la più longeva dittatura del continente. L a visita ora di Berlusconi a Tripoli a bordo delle frecce tricolori è un insulto alla violazione dei diritti umani in quel paese e al genocidio in atto nel Mediterraneo. In questo mare infatti, secondo la stima del giornalista di La Repubblica, G. Visetti, sono già morti dal 2002 al 2008 42mila uomini e donne con una media di una trentina di annegati al giorno! E’ questo il più grande genocidio europeo dopo quello della Shoah:sono esseri inutili ed esclusi dal sistema. Sono in più, non servono al mercato (è la UE dei mercati o dei popoli)? Sono gravi le responsabilità della UE con il Frontex !
Ha ragione Marina Corradi a ricordarci su Avvenire l’indifferenza dell’Europa 65 anni fa di fronte al genocidio degli ebrei considerati untermensch, sotto-uomini. Con la stessa indifferenza oggi assistiamo noncuranti alla morte di migliaia e migliaia di immigrati, che per noi sono sotto-uomini. Il vocabolario e il razzismo leghista trionfano e diventano la nuova cultura italiana. E questo gli immigrati lo sentono. E questo si trasforma in rabbia.
A Castelvolturno, abbiamo visto negli occhi degli africani tanta ’rabbia’ contro un paese come l’Italia che ritenevano ospitale, ma che ora si mostra sempre più razzista e xenofoba. Rabbia contro il Pacchetto Sicurezza di Maroni che criminalizza il clandestino .Rabbia contro un decreto che obbliga così tanti immigrati malati a non farsi curare in ospedale. Rabbia contro la costruzione di 10 nuovi CIE ( Centri di identificazione ed espulsione), vissuti da loro come veri lager. Rabbia contro la sanatoria di colf e ‘badanti’( che brutto vocabolario!), lasciando da parte i lavoratori, in particolare i braccianti che lavorano spesso in nero, per 8-12 ore sotto il sole. ( È possibile che noi italiani abbiamo già dimenticato che siamo stati anche noi ‘forestieri in terra di Egitto’, dove abbiamo sperimentato anche noi l’emarginazione, il disprezzo e l’oppressione? )
Siamo grati che gli organi centrali della Chiesa e tanti vescovi italiani, abbiano preso posizione in difesa degli immigrati. Ma la situazione è gravissima : è in ballo la stessa democrazia e per i cristiani la nostra stessa fede. Infatti il Dio in cui crediamo è il Dio degli stranieri, dei forestieri, delle vedove e degli orfani e ascolta il loro grido. Avranno ora i nostri pastori il coraggio di chiedere la disobbedienza civile di fronte a leggi ingiuste, razziste e razziali, come il cardinale di Los Angeles R. Mahony aveva minacciato di fare nel 2006, in situazioni analoghe, negli USA?
Non possiamo più starcene con le mani in mano. Dobbiamo parlare, gridare, agire tutti insieme, al di là di fedi e di ideologie.
Alex Zanotelli
Domenico Guarino (Missionari Comboniani-Rione Sanità –Napoli)
Missionari Comboniani Castelvolturno
Padri Sacramentini- Caserta
Missionarie Comboniane - Torre Annunziata
Suore Orsoline – Casa Rut –Caserta
Padre Fernando Zolli- Missionario Comboniano( Fi)
Napoli, 31/08/2009