I Domenicani e le sfide del momento attuale

24 settembre 2009 - Frati Domenicani dell’Italia Meridionale

Noi Frati Domenicani dell’Italia Meridionale, al termine del Capitolo Provinciale (Bari 6-27 luglio), assai preoccupati per la critica congiuntura economica e sociale che sta interessando il Paese. Com’è noto, molti indicatori econometrici sono negativi, per una parte considerevole dell’Italia, specialmente il Mezzogiorno, da cui anche nell’ultimo decennio sono emigrate centinaia di migliaia di persone, mentre quelle rimaste sono afflitte da una disoccupazione che tocca livelli allarmanti.
La società si presenta inoltre come un insieme di monadi, costituenti, un quadro estremamente frastagliato e definito, da studi specialistici, in termini di “mucillaggine”. In tale contesto avanzano vieppiù, connessi tra loro, edonismo ed egoismo. Il primo, privando l’uomo di un orizzonte trascendente, lo induce a una vita banale perché appiattita esclusivamente sul godimento del presente. Il secondo, favorito anche da decisioni politico-legislative infelici, porta sovente a una guerra tra poveri, per cui si pensa solo a sé stessi e si vede l’altro come nemico, specialmente se immigrato irregolare. Si moltiplicano in questo clima gli episodi di violenza razzista e di denuncia, da parte dei cittadini alle forze dell’ordine, del bisognoso perché infastidisce.
Noi facciamo nostra la prospettiva evangelica del Magnificat, che peraltro si rispecchia nella storia migliore del nostro Ordine. Ci riconosciamo infatti nella Fede del Dio di Gesù Cristo, la cui “misericordia si estende di generazione in generazione su quelli che lo temono, perché disperde i superbi, detronizza i potenti, innalza gli umili, colma di beni gli affamati e rimanda a mani vuote i ricchi”. Insomma il Dio che dà dignità a qualunque uomo perché chiunque è suo figlio, soprattutto quando segue i comandamenti, da Lui dati, della giustizia e dell’amore.
Orbene, questa è pure la lunga vicenda del nostro Ordine, aperta da San Domenico, che non poteva “studiare su pelli morte vedendo il prossimo morire di fame”, e attraversata da Montesinos e Las Casas – per citare solo alcuni -, fieri difensori della dignità degli indios, all’epoca giudicati poco più di bestie.
Pertanto, come la Parola di Dio ci chiede e il carisma domenicano ci ricorda, noi insieme
C H I E D I A M O
- di voler stare, ancora oggi, dalla parte dei poveri;
- di sostenere coloro che ignorano la Verità e domandano insistentemente libertà, pace ed equità.

N O N P O S S I A M O
- chiudere gli occhi sulla penosa e antica “questione meridionale” che divide l’Italia;
- tacere sui problemi dell’illegalità diffusa che corrompe la politica, l’economia, la vita sociale impedendo qualsiasi tipo di sviluppo;
- ignorare che i diritti vengono negati e “concessi come favori”, quali il lavoro, la giusta retribuzione, la casa;
- accettare lo sgretolarsi della famiglia, come del significato dell’affettività;
- restare indifferenti al disimpegno della responsabilità verso il bene comune;

Facendo appello alla nostra migliore tradizione di “predicatori della Verità”:
VOGLIAMO PROMUOVERE
- la formazione di una nuova generazione di uomini e donne, capaci di tessere e di costruire relazioni, sussidiarietà e solidarietà in ogni ambito della propria vita;
- la dignità e il ruolo del laico “come corresponsabile” (Benedetto XVI) della pastorale e dell’impegno nella Chiesa, come nella Società;
- la personale responsabilità nella formazione al pre-politico per un autentico rinnovamento della convivenza sociale.

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