La guerra, a parole loro
“Ai giorni nostri, i discorsi politici servono in gran parte alla difesa dell’indifendibile”, scriveva George Orwell nel 1946. Nel suo più grande romanzo, 1984, aveva coniato il termine “doublespeack” (linguaggio doppio), per descrivere un pensiero contraddittorio, mediante cui descrivere un significato opposto a ciò che si pensa. Nel corso della storia c’è una lunga lista di potenti che si sono serviti del “doublespeack” per giustificare la morte e la distruzione. In questa intervista, Francesco Mazzucchelli, dottore in Semiotica presso la Scuola superiore di studi umanistici di Bologna, ci spiega quanto sia ancora attuale la provocazione orwelliana ai tempi della guerra al terrorismo globale.
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