PAROLA A RISCHIO

Riconciliazione via alla pace

Una sintesi dell’intervento tenuto all’Assemblea nazionale di Pax Christi USA lo scorso mese di agosto.
Michel Sabbah

Il nostro è un Dio che promette vita e ispira speranza, una speranza che mette radici nel cuore di ognuno e ci rinvigorisce, perché possiamo dare il meglio nelle preghiere, nel lavoro e nella compassione per chi soffre. Ci obbliga a una maggiore solidarietà e impegno nei confronti dei più poveri. Ci mobilita per difendere le vittime della guerra e del terrorismo e per lottare a fianco degli emarginati a cui sono stati negati i benefici dell’economia globale. La nostra missione, in queste circostanze storiche, è una missione spirituale. Dobbiamo imparare ad avere fede in Dio e a far ritorno al nostro centro più profondo, dove tutti dimoriamo nel Dio che è amore. La nostra fede nel Dio della vita e la gravità di (c) Angelo Garofalo/Archivio Mosaico di pace quanto accade in questo preciso momento storico ci esortano a leggere i segni dei tempi e ad agire conformemente agli insegnamenti del Vangelo. In quanto impegnati a raggiungere la pace attraverso la nonviolenza, crediamo che non ci sia simbolo o espressione più grande dell’amore nonviolento della via della Croce che Gesù ha predicato, la via del perdono e della riconciliazione.

Alla stessa tavola
Il concetto di riconciliazione sta alla base della missione di pace di Pax Christi. La risoluzione dei conflitti avrà successo solo se unita a un processo di redenzione per le vittime della violenza e per chi la infligge e se tutti cammineranno insieme verso la giustizia e la verità. In quanto appartenenti alla stessa famiglia, nemici in tempo di guerra, dobbiamo finalmente riunirci alla stessa tavola. Il che non significa dimenticare o ignorare il passato. Nel nostro cammino verso la riconciliazione in Sudafrica, in Ruanda, nella Repubblica Democratica del Congo, in Angola, in Mozambico, ad Haiti, nel Salvador, in Irlanda del Nord, in Israele, in Palestina o nella ex-Jugoslavia, il richiamo è comunque quello della verità, del perdono e della giustizia e non quello dell’oblio. In queste circostanze, quel che occorre sono sincere manifestazioni di giustizia, di pentimento e di perdono reciproco, sia sul piano personale che pubblico. Alla fine, saremo tutti chiamati a rispondere davanti a Dio, ai nostri fratelli e all’intera umanità. Non si tratta certo di un percorso privo di ostacoli. Ma quel che ci vuole, al giorno d’oggi, sono persone disposte a impegnarsi in ogni senso e nella prassi concreta per il conseguimento di questo obiettivo.
L’industria della guerra è cresciuta in modo impressionante. È venuto adesso il momento, per tutti noi, di smantellarla.
Pax Christi International continuerà a promuovere il dialogo e l’armonia sia a livello ecumenico che interconfessionale, riconoscendo e rispettando la ricerca di saggezza e verità che continua al di là della nostra specifica tradizione religiosa. Continueremo anche ad ascoltare gli appelli degli oppressi e, nello spirito della Pacem in Terris, a lavorare con tutti gli uomini di buona volontà per creare un mondo più giusto e armonico. Sappiamo che il nostro lavoro deve basarsi, per ognuno di noi, sulla tolleranza reciproca e sul rispetto della libertà confessionale, ovunque. Ogni forma di discriminazione, colonialismo, reclusione, sfruttamento e dominio deve essere superata. Un senso di comune responsabilità e l’opportunità per tutti di poter dare il proprio contributo devono costituire il principio guida dell’operato delle istituzioni, a qualsiasi livello. Non possiamo sperare di costruire un mondo più pacifico se continuiamo a ignorare i diritti delle minoranze e se i diritti civili e la libertà di culto continuano a essere calpestate, come accade tuttora in molte realtà.

Scegliere il perdono
Siamo fermamente convinti che la pace tra gli uomini si possa realizzare, nonostante la lunga storia dell’umanità sino ai giorni nostri sia stata piena di conflitti, violenze, oppressioni e terrorismo. Invece di seguire quanto viene oggi proposto dal programma politico dei governanti mondiali, ossia la guerra preventiva, Pax Christi propone la pace preventiva. La guerra nasce dall’ambizione e dall’iniquità, come dice San Giacomo: “Da che cosa derivano le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che combattono nelle vostre membra? Bramate e non riuscite a possedere e uccidete; invidiate e non riuscite a ottenere, combattete e fate guerra!” (San Giacomo 4, 1-2). Egli ci indica uno dei metodi più efficaci per prevenire le guerre e mantenere la pace: combattere il male che alberga dentro di noi. Più forti siamo

Uniti al popolo iracheno
Ci uniamo con solidarietà al dolore delle comunità internazionali e leviamo il grido della popolazione irachena, la cui lunga sofferenza sotto il peso delle dittature e il sanguinoso conflitto con il vicino Iran è stata aggravata da dieci anni di bombardamenti americani e di sanzioni economiche imposte dall’ONU. Oggi, al termine della guerra, l’Iraq e la sua gente è vittima di un male ancora più grande: l’insicurezza, le privazioni, la confusione che rasenta l’anarchia e continui spargimenti di sangue. […] Il movimento per la pace, di dimensioni più ampie, ha svolto un ruolo vitale nel formare l’opinione pubblica contro la guerra in Iraq. In quanto fedeli, non possiamo restare in silenzio – e non lo facciamo. Come più volte ribadito dalla Santa Sede, una guerra preventiva contro l’Iraq era e rimane illegale e immorale. […] l’Iraq ha bisogno di un proprio governo stabile e solido. Hanno forse le potenze che hanno fatto la guerra la capacità di riparare ai danni commessi? […] Non ci limitiamo a guardare, ci stiamo muovendo per chiamare tutte le potenze pacifiche del pianeta ad aiutare l’Iraq a ritrovare se stesso, la propria stabilità e un’esistenza normale.
M.S.
contro il male dentro di noi, e più forti diventeremo contro il male che ci circonda. Più forti ci dimostreremo contro il male che colpisce i nostri governi e la nostra società, meglio riusciremo a porre limite al terrorismo e alle altre forme di violenza tra gli uomini. Pax Christi International continuerà a cercare metodi efficaci per promuovere attivamente la nonviolenza come unico mezzo possibile per la risoluzione dei conflitti. L’educazione alla pace è indispensabile a ogni livello, se vogliamo fermare le forme di xenofobia e di razzismo che affliggono al giorno d’oggi gran parte del nostro pianeta. Dobbiamo insegnare ai bambini a vivere in una società multiculturale che rispetta il diritto degli altri a essere diversi. L’educazione religiosa, dal canto suo, deve promuovere un vero spirito di tolleranza e di apertura agli altri. Tre sono gli elementi chiave di cui ogni educazione religiosa dovrebbe essere composta: la fede del credente nella propria religione, al di sopra di ogni eclettismo; il rispetto degli altri e della loro libertà di culto; la consapevolezza che l’essenza di ciascuna confessione religiosa è la conoscenza di Dio, l’amore per lui e per le sue creature. La ferma convinzione che Dio non pone ostacoli né confini tra i suoi figli, e che al contrario la religione deve impegnarsi per abbattere le barriere che già esistono per poter costruire, in piena collaborazione e nella grazia che Dio ci ha donato.
Il perdono non è un sentimento ma una scelta, la decisione di non lasciare che le ferite del passato ostacolino gli sforzi del presente verso la ricerca della verità, della giustizia, dell’amore e della libertà, capisaldi fondamentali di una pace reale e duratura.

Note

Patriarca Latino di Gerusalemme, presidente di Pax Christi International

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