Cambiamento climatico: un appello. Non c’è un Piano B
Numerose popolazioni, soprattutto nel Sud del mondo, stanno già soffrendo per la scarsità di terra fertile, acqua pulita e combustibile per cucinare o per il riscaldamento. La sicurezza alimentare nei paesi poveri è aleatoria. Una grave carenza di risorse naturali essenziali per la vita, nel prossimo futuro, accrescerà la crisi economica e metterà in difficoltà le principali istituzioni sociali. Conflitti per Fame”, rivolte e disordini sociali saranno il risultato più probabile.
Il cambiamento climatico globale sta drammaticamente accrescendo questa minaccia, già grave per tutta la comunità della terra. Con il riscaldamento della terra, l’acidificazione degli oceani, il capovolgimento dei modelli meteorologici, l’avanzata crescente del deserto, l’aumento della frequenza delle tempeste violente e l’innalzamento del livello dei mari, il cambiamento climatico sta ulteriormente aggravando le già pericolose problematiche ecologiche.
Essa costituisce uno dei principali obiettivi per il movimento internazionale Pax Christi in tutto il mondo, che si dedica alla pace e alla riconciliazione basate sull’imprescindibile principio della sicurezza per tutti gli uomini e sui rapporti corretti fra le popolazioni della terra. Quindi, scriviamo questo appello interreligioso in occasione della Conferenza sul camciamento del clima alle Nazioni Unite (COP15) a Copenaghen, 8 - 15 dicembre 2009.
Appello interconfessionale
Il rispetto dell’integrità della creazione è un principio fondamentale di tutte le grandi tradizioni della fede. Ancora oggi gli esseri umani stanno violando questa integrità e mettono in pericolo la vita sulla terra, con elevati livelli di emissioni di gas a effetto serra. Grazie a recenti scoperte scientifiche, la fragilità straordinaria dell’equilibrio della natura sta diventando sempre più evidente, man a mano che le azioni umane infliggono sempre maggiori, più pericolosi e potenti cambiamenti irreversibili al quel luogo indivisibile di relazioni che è la Creazione di Dio. Le nostre fedi rimangono unite nella loro preoccupazione per la Terra minacciata come anche per le popolazioni emarginate e sofferenti. Chiediamo un’azione forte per proteggere entrambe da ulteriori danni.
Raccomandazioni ai governi
1. Garantire, con ogni mezzo che si arrivi ad una riduzione di ossido di carbonio (CO2) del 20-35 per cento entro il 2020 (vis-à-vis 1990), in modo che il riscaldamento globale rimanga sotto i 2 gradi Celsius.
2. Riconoscere che il riscaldamento globale non contrastato rischia di produrre una migrazione diffusa e conflitti per l’acqua e altre risorse essenziali.
3. Adottare impegni vincolanti, equi e verificabili a Copenaghen COP15 e promuovere futuri incontri per ridurre le emissioni di combustibili fossili ad adeguati livelli di sicurezza, con sanzioni sostanziali per le emissioni eccessive.
4. Adottare strategie volte a ridurre il rischio di gestione e di adattamento, e finanziare adeguatamente lo sviluppo e la riconversione delle fonti di energia alternativa (solare, eolica, geotermica, fusion).
5. Esigere impegni vincolanti per i paesi industrializzati e paesi ricchi a fornire adeguate risorse finanziarie e a trasferire le tecnologie appropriate alle nazioni meno ‘sviluppate’ per un miglioramento e un adeguamento che garantiscano un processo di sviluppo giusto, completo e sostenibile e prevengano migrazioni di massa indotta dal degrado ambientale. Promuovere stili di vita della autosufficienza e della dignità determinate da cibo, acqua, sicurezza energetica, sviluppo economico sostenibile, sostegno ad un’agricoltura non più intensiva, accesso all’istruzione e all’assistenza sanitaria di qualità, sostegno per le donne e per i piccoli agricoltori, rispetto per i diritti degli indigeni, per le popolazioni costiere e delle piccole isole, gestione sostenibile delle foreste, il trattamento umano degli animali, ed evitare l’estinzione delle specie e il mantenimento della biodiversità.
Con questo spirito, invitiamo i nostri leader politici, le comunità di fede e tutte le persone di buona volontà di questo pianeta fragile, a riconoscere il pericolo comune che abbiamo di fronte, assumersi la responsabilità di un’azione immediata e decisiva, e cogliere l’opportunità di cambiare. Il mondo di pace che cerchiamo può essere costruito solo sulla ecogiustizia.
Brussels, 10 November 2009