La proposta di Sezano

PER L’ACQUA NELL’AGENDA DEI NEGOZIATI DI COPENHAGEN
SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Noi, cittadini abitanti in Italia, espressione di credenze religiose e tradizioni morali diverse,
- accomunati dalla condivisione del grande valore del diritto universale ad una vita umanamente e socialmente dignitosa per tutti,
- nel rispetto del grande patrimonio comune costituito dall’insieme di tutte le specie viventi,
- convinti che é venuto il tempo, per l’Umanità, di concretizzare il “buon vivere insieme” a livello globale e planetario, condividendo, a tal fine, la consapevolezza che l’acqua rappresenta oggi il campo di vita più critico e più strutturante del divenire dell’Umanità,

CHIEDIAMO
1. che la problematica dell’acqua sia inclusa, in quanto tale, nell’agenda dei negoziati della Conferenza di Copenhagen (COP 15). Il più grande negoziato mondiale in corso sul divenire dell’Umanità e della vita del pianeta non può essere centrato soltanto sui problemi energetici. Per più di tre miliardi di esseri umani il problema principale oggi é l’alimentazione, l’accesso all’acqua, la salute. Un accordo sul clima deve includere anche l’acqua, la terra, la salute.

2. . che il “Trattato di Copenhagen” approvi il principio di dare il via ai lavori di definizione e di approvazione di un Protocollo Mondiale sull’Acqua da definire nel periodo 2010-2012. Le basi scientifiche e tecniche necessarie per tale Protocollo esistono grazie all’immenso lavoro compiuto dalle Agenzie delle Nazioni Unite nel corso degli ultimi 30 anni sul piano delle conoscenze, analisi, dati, strumenti di misurazione e di valutazione, esperienze concrete.

3. che la Conferenza di Copenhagen riconosca l’urgenza di un Patto Mondiale per l’Acqua da porre sotto l’egida delle Nazioni Unite, concretizzato nel Protocollo, sottolineando a tal fine la necessità per la Comunità internazionale di disporre di uno strumento efficace di azione e di cooperazione mondiale quale una “United Nations Water Authority”, dotata di autonomia nei confronti dei grandi interessi economici, finanziari e commerciali privati e dei Paesi più forti nel campo dell’acqua.

Argomenti in supporto delle tre richieste

1. L’acqua é, assieme all’aria, al sole ed alla terra, la principale fonte di vita per gli esseri umani come per tutte le altre specie viventi. Non v’é vita, non v’é futuro, senza acqua, in particolare senza acqua di qualità “buona” per la vita. L’acqua per la vita é un bene comune patrimonio dell’Umanità e di tutte le specie viventi. Per noi esseri umani l’acqua é madre, sorella, amica...

2. L’acqua é fondamentale per il vivere insieme: in agricoltura per l’alimentazione, nell’industria per tutti gli strumenti ed i prodotti (dalla carta alla plastica, dall’automobile ai computers, ai medicinali...), nei servizi (igiene, salute, trasporti....), nell’energia (elettrica, in particolare). L’acqua é quindi un bene naturale e sociale patrimoniale da salvaguardare, tutelare, valorizzare nel’interesse di tutti e delle generazioni future. Non si puo’ sprecare, sciupare, contaminare, inquinare se non entro i limiti vincolanti imposti dal buon stato del ciclo dell’acqua.

3. Non é accettabile che l’accesso all’acqua sia ancora negato a circa un miliardo e mezzo di persone e che più di 2, 6 miliardi non abbiano accesso ai servizi igienico-sanitari di base, cioè, come minimo, a delle latrine igienicamente adeguate. Non siamo disposti ad accettare come “naturale” ed “inevitabile” che 4.900 bambini al disotto dei 5 anni muoiano ogni giorno per malattie dovute all’assenza o alla cattiva qualità d’acqua potabile e delle condizioni d’igiene. E’ possibile, invece, trasformare l’acqua in sorgente di vita per tutti. Come é stato fatto nel campo del salvataggio delle banche, é’ tempo di osare e di andare oltre i modesti impegni presi nell’ambito degli ‘Obbiettivi di Sviluppo del Millennio. Noi crediamo che il valore degli averi finanziari delle banche é di gran lunga meno importante del valore della vita di miliardi di esseri umani.

4. I lavori dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climatic Change, costituito dalle Nazioni Unite nel 1992) hanno largamente dimostrato che la principale conseguenza dell’aumento della temperatura media dell’atmosfera terrestre nel corso di questo secolo - dovuto all’azione antropica - é e sarà rappresentata da una crescente rarefazione dell’acqua dolce buona per usi umani. La disponibilità di e l’accesso all’acqua dolce diventerà uno dei principali problemi dell’esistenza dell’Umanità e della vita sul pianeta, rischiando di trasformarsi in una delle principali fonti di conflitti e guerre tra i paesi, i popoli, le regioni. Noi non siamo disposti ad accettare tale scenario come “naturale” ed “inevitabile”. Ispirati dalle nostre convinzioni religiose, riteniamo che i credenti hanno una grande responsabilità nel fare dell’acqua uno strumento reale e diffuso di pace e di fraternità. L’acqua é un problema chiave per ogni collettività “locale” (villaggio, città, “provincia”...), Stato e per la Comunità mondiale. Esso deve e può essere risolto in maniera integrata in un contesto di accordo mondiale. Noi crediamo che é venuto il tempo - nell’era di una globalizzazione del mondo che cerca di diventare umanamente giusta, socialmente fondata ed ambientalmente responsabile - che l’acqua sia finalmente oggetto di un grande Patto Mondiale.

5. La saggezza umana non sta nell’accettare ma nel rigettare attivamente l’ingiustizia, le devastazioni della natura, la violenza delle ineguaglianze, gli abusi dei potenti, il diniego dell’accesso alla vita per tutti. Attraverso il Patto Mondiale per l’Acqua, noi affermiamo la speranza certa di una società più giusta e fondata sull’amore, la convivialità, la fraternità e la pace. Per questo facciamo nostre le conclusioni emerse dalla Conferenza “Fare la Pace con l’Acqua” (Memorandum per un Protocollo Mondiale sull’Acqua) tenutasi al Parlamento europeo a Bruxelles dal 12 al 13 febbraio 2009 ed organizzata dal World Political Forum su iniziativa dello Institut Européen de Recherche sur la Politique de l’Eau con il sostegno delle Autorità federali e regionali del Belgio ed esponenti dei cinque gruppi politici del Parlamento europeo, alla quale hanno partecipato numerose organizzazioni della società civile attive nella difesa del diritto umano all’acqua e dell’acqua come bene comune, patrimonio dell’Umanità e delle altre specie viventi.

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