Mille nuovi marines USA a servizio di AFRICOM
Una task-force composta da un migliaio di marines potrebbe essere presto messa a disposizione di AFRICOM, il comando delle forze armate USA per l’Africa, per intervenire nelle aree più calde del continente (Corno d’Africa, regione occidentale, ecc.). Per la costituzione della Marine Air Ground Task Force (MAGTF) che gli strateghi militari vorrebbero di “pronto impiego, auto-sostenibile e con un’organizzazione atta alle differenti operazioni di combattimento”, si attende tuttavia l’OK di Washington.
“Una task force dei marines destinata ad operare esclusivamente in Africa sarebbe estremamente vantaggiosa per AFRICOM, ma l’opzione deve vedere concordi il Dipartimento della difesa, il Dipartimento di Stato ed i governi europei ed africani”, ha dichiarato Vince Crawley, portavoce del Comando AFRICOM di Stoccarda. “Non è previsto comunque un aumento della presenza di militari statunitensi nel continente, ma si pensa piuttosto a rendere più efficienti le funzioni del nostro personale e a migliorare le odierne missioni di addestramento dei partner africani”. Escludendo la realizzazione in Africa di una base fissa per i marines, Crawley ha spiegato che la MAGTF “potrà benissimo essere insediata ovunque in Europa, sempre che ci sia l’approvazione del paese ospitante”. Attualmente, tutti i sottocomandi AFRICOM hanno sede presso installazioni delle forze armate USA in Europa. In particolare, dal dicembre 2008 a Boeblingen, Germania, è stato attivato il quartier generale di MARFORAF, il comando speciale dell’US Marine Corps che pianifica e dirige le missioni dei Marines in Africa. È tuttavia improbabile che l’infrastruttura militare che è pure sede di USMARFOREUR, il Comando delle forze del Corpo dei Marines in Europa, potrà ospitare il migliaio di uomini previsti per la nuova task force. Quando lo scorso mese di ottobre il Pentagono ha ordinate il trasferimento in Europa di un “Marine security cooperation team”, composto da 19 ufficiali, per avviare la creazione della MAGTF, esso si è insediato a Stoccarda presso il quartier generale di AFRICOM. Potrebbe dunque essere questa città tedesca la sede finale della nuova task force. Tra le ipotesi al vaglio di AFRICOM ci sarebbero però pure le stazioni aeronavali di Rota (Spagna) e Sigonella (Sicilia), e la grande base di Napoli, sede del Comando delle forze navali USA in Europa e in Africa (NAVEUR NAVAF).
Secondo i manuali strategici dell’US Marine Corps, la Marine Air-Ground Task Force è “un’organizzazione speciale dei Marines dotata di reparti navali, aerei e terrestri, posti sotto un unico comando, in grado di svolgere tutte le missioni possibili all’interno del teatro delle operazioni”. L’MAGTF si struttura su quattro elementi cardine: il Command Element (CE), comando generale delle unità; il Ground Combat Element (GCE), normalmente costituito dalle unità di fanteria dotate di tank e sistemi di artiglieria; l’Aviation Combat Element (ACE) che fornisce la “potenza aerea” con gli aerei e gli elicotteri d’attacco; il Logistics Combat Element (LCE) con le unità di supporto logistico, comunicazioni, trasporto aereo e terrestre, sanità, ecc..
Principale obiettivo strategico del Comando dei marines per l’Africa è il “supporto alla lotta al terrorismo per ridurre la minaccia delle organizzazioni legate all’estremismo violento”, come dichiarato dal colonnello Mario Lapaix, capo dello staff di MARFORAF. In Africa sono già operative alcune squadriglie di marines a presidio delle ambasciate USA e degli aeroscali e delle basi avanzate utilizzati dalle forze AFRICOM. MARFORAF partecipa inoltre al programma “ACOTA” (African Contingency Operations Training and Assistance), il piano USA di addestramento, assistenza ed equipaggiamento militare delle nazioni africane. In particolare, alcuni team sono stati trasferiti recentemente in Uganda e Mali per coordinare importanti esercitazioni multinazionali. Reparti speciali dei marines partecipano infine alle attività di addestramento marittimo previste nel quadro dell’Africa Partnership Station APS, la forza navale che gli Stati Uniti hanno dislocato in Africa Occidentale per presidiare terminal e rotte petrolifere congiuntamente alle unità militari dei paesi dell’area.