Perché studiare?
Ma nella vita è un obiettivo importante? Dicono che la vita senza uno scopo non è vita. Il lavoro senza uno scopo non è lavoro. Per questo io da anni sono in conflitto con me stessa. Sono sincera: io non so perché vivo.
Inoltre non so perché devo studiare. Io non sono una ragazza da cui tutti abbiano aspettative e che sia stimolata a studiare. Io e le altre ragazze tante volte ci siamo sentite porre la domanda da amici e persone sconosciute: perché le ragazze devono studiare? In questa situazione io faccio sempre finta di non sentire niente e continuo a studiare. Perché? Forse perché ho paura di diventare una persona ignorante e analfabeta.
Forse perché lo fanno anche i miei coetanei, o forse perché i miei genitori così sono contenti. Sinceramente non lo so. Io che ho 17 anni e sto studiando da 10 anni, ho preso la forte decisione di continuare con gli studi.
Se Dio vuole che io riesca a passare nel mio indirizzo di studio preferito, che è informatica, mi impegnerò per le persone della mia popolazione che hanno bisogno di aiuto. Però non so se questa mia decisione potrà resistere a lungo, quando guardo alla società che mi circonda, perché le persone che io conosco pensano che per una ragazza di 17 o 18 anni sia una vergogna continuare a studiare. Per questo io non dovrei studiare e non dovrei vivere, perché per me studiare è vivere, questo vorrei io, ma le persone di cui parlo non mi vogliono così. Alla fine dove andiamo? Quest’anno è per me molto importante, senza dubbio la mia scelta è molto oscillante: o verso il positivo o verso il negativo. Infatti l’anno scorso tanti amici sono riusciti a concludere il loro indirizzo preferito. Anche quest’anno dovrebbe essere così ed io ho cominciato ad essere in ansia nel desiderio di superare gli esami per inserirmi in questo corso. Per questo prego tanto e chiedo l’aiuto di Dio. Da qualche professore io sento che la situazione a Kabul non è adatta per gli studenti. Perché tanti sono poveri e oppressi. Nella frazione di Jaghori tanti hanno preso in affitto alloggi a Kabul per aiutare e loro figli. Purtroppo questa possibilità non c’è ancora nel nostra paese “Pato”, nemmeno per i maschi, tanto meno per le femmine. Io sento che la maggior parte delle ragazze hanno difficoltà economiche e vorrebbero guadagnare un po’ di denaro per sostenere le loro famiglie, aiutando nello studio i piu’ piccoli. Io penso a loro e dico: - Dio mio, senza di te loro non hanno nessuno. Forse , se non le aiuti, il loro impegno difficile di 12 anni di studio va in fumo. A causa della loro povertà non possono sostenere l’esame di ammissione. Anche quando mi trovo in classe, penso sempre a questo problema finchè non mi chiama per nome il mio professore che mi aiuta a uscire da questo groviglio di pensieri, così mi concentro nello studio. Un giorno un nostro professore rispondeva a delle nostre domande sulla situazione delle studentesse, in particolare se anche noi riusciamo ad arrivare all’ Università. Sorridendo lui ha risposto affermativamente, ricordandoci il primo giorno in cui siamo arrivate in questa scuola, quando ci è stato detto che avevamo già fatto un cammino e, se eravamo arrivate fin qui, saremmo arrivate anche oltre. Da questo momento in poi il mio pensiero è piu’ sciolto. Continuo a pensare al mio indirizzo di informatica, penso alla bellezza di questo ramo. Ogni giorno vorrei mostrare il mio interesse per l’informatica anche alle persone che mi scoraggiavano dal continuare gli studi. Intraprendendo questa strada potrò far cambiare idea a queste persone. Da anni noi abbiamo avuto tante difficoltà nella vita. Non faremo fatica ad affrontare il resto, dobbiamo migliorare.
Marzia
studentessa di una scuola superiore in Afghanistan, in provincia di Ghazni, Comune di Pato
Questa sua lettera e stata pubblicata su un mensile locale di tipo culturale, l’ho trovata sul sito” http://www.patomagazin.blogfa.com/”
Traduzione da parte di Alidad Shiri.
Gli aiuti per sostenere la popolazione dell’Afghanistan, che vive in povertà da molti decenni per la guerra, devono arrivare direttamente a persone che vivono sul posto, perché quelli governativi o di Organizzazioni Europee sono filtrati dalle mafie locali.
Ci si può rivolgere eventualmente al direttore di questo mensile su cui è pubblicata la lettera della studentessa: 0093799724247 farhad_ekhlasi@yahoo.com
Anche l’ Associazione Culturale degli Afghani in Italia sostiene scuole, Ospedali e progetti Culturali in Afghanistan
Cordiali saluti
Per AFF e ANAFI
Il Vicepresidente
Alidad Shiri
Via Mainardo 184, 39012 Merano (BZ)
cell.3207780693;
e-mail delpak2006@hotmail.com