CHIAVE D’ACCESSO

Il pensiero trasformativo

La rivoluzione informatica e la rete mondiale. Tom Jennings e il programma Fido.
Alessandro Marescotti (a.marescotti@peacelink.it)

Il divieto di copiare un programma informatico, se da un lato si propone di tutelare la cosiddetta “proprietà intellettuale”, dall’altro può costituire anche un freno allo sviluppo dell’innovazione. Prendiamo il caso della telematica sociale. La “telematica di tutti” è stata resa possibile grazie a un programma “libero” che tutti potevano gratuitamente copiare, modificare, migliorare. Quel programma di chiamava “Fido” e fu creato da Tom Jennings, un programmatore americano anarchico (http://web.peacelink.it/associazione/html/bbs.html). 

Interconnetteva e sincronizzava i computer tramite le linee telefoniche. Le informazioni si replicavano via modem nelle memorie degli altri computer. All’inizio di ogni giornata tutto era condiviso in rete: e-mail e files di ogni tipo. 

Nasceva la rete Fidonet

Era il giugno del 1984. Tempi di Guerra Fredda. Una rete mondiale di utenti “fuori controllo” non passava inosservata. Stati Uniti collegati all’Urss, pacifisti e anarchici in rete, i servizi segreti impazzivano. Il mondo cambiava e le barriere si infransero ben prima del 1989. Fu una rivoluzione, perché fino al 1984 era impossibile per un normale cittadino inviare e ricevere posta elettronica con il proprio personal computer (il videotel divenne operativo nel 1985 ma non consentiva l’invio internazionale di posta elettronica ed era costoso). Allora le memorie centrali erano di 128 mila caratteri (128 KByte). Troppo poco per entrare nell’internet di allora. 

Oggi, con una memoria mille volte superiore (ossia 128 milioni di caratteri, 128 MByte), a fatica navighiamo su internet. Per accedere a internet nel 1984 occorreva andare nelle università, nei grandi centri di calcolo, nei comandi militari collegati alla Nato. Il semplice cittadino era escluso dalla telematica. 

Tom Jennings, con il suo programmino “Fido” gratuito e privo di restrizioni sulla copia, generò un’ondata mondiale di “nodi” telematici, detti BBS (Bulletin Board System). In Italia il primo BBS fu quello di Giorgio Rutigliano (http://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Rutigliano), a Potenza. 

Era l’agosto del 1984. Sbarcava in Italia la “telematica per tutti”, ad accesso gratuito, e questo grazie a un radioamatore appassionato di informatica. Non fu un docente universitario o un superesperto a portare la telematica nelle case degli italiani. Non fu Bill Gates. I personal computer non erano ancora dotati di modem. I governi stavano studiando come bloccare le copie non autorizzate di programmi. E invece Tom Jennings, infrangendo il tabù, invitava a duplicare liberamente il suo programma “Fido”: un’eresia. Howard Rheingold, autore del libro “Comunità virtuali” (Sperling e Kupfer, 1995), incontrandolo per la prima volta, lo descrisse così: “Ha i capelli viola e vari pezzi di metallo agganciati al giubbotto di pelle, alle orecchie e al naso. Va in skateboard, è attivista del movimento gay, è anarchico e aborrisce l’idea di reprimere qualsiasi forma di libera espressione delle idee”.

Tom Jennings è un esempio di quel “pensiero creativo” che viene definito da David Perkins “pensiero trasformativo” e che è oggetto di ricerca delle scienze cognitive David Perkins, (“Come Leonardo. Sviluppiamo le nostre capacità con il pensiero trasformativo”, Il Saggiatore, 2001).

In particolare – scrive Lidia Giannotti nel suo saggio ‘Dal pensiero strade per innovare’si cerca di individuare quella forma di creatività che consente di rompere con il passato e di fare un balzo in avanti imprevedibile, indicata per l’appunto, da coloro che tentano di individuare e comprendere il meccanismo che la genera ed il modo in cui si manifesta, come pensiero ‘trasformativo’” (Dal pensiero strade per innovare. Software e comunicazione digitale, circolazione della conoscenza ed esigenze di tutela della proprietà intellettuale, cfr. www.peacelink.it/cybercultura)

Occorrerà lavorare sulla scuola per promuovere questo “pensiero trasformativo”, ad esempio, superando i libri di testo e creando una cultura della condivisione con testi e software liberi. “Imparare a condividere”, “imparare a ricercare” e “imparare a creare” sono competenze strategiche che implicano libertà e generano innovazione, rompendo gli schemi del passato e avviando nuove rivoluzioni tecnologiche e cognitive, come quella di cui è stato protagonista Tom Jennings.

 

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