A proposito di nucleare civile
Lo scorso 22 gennaio, dopo aver trovato all'interno del settimanale diocesano "Vita Trentina" un fascicolo che presentava in modo molto favorevole l'uso dell'energia nucleare per scopi civili, sfruttando a proprio sostegno (in modo ambiguo e sostanzialmente truffaldino) le parole dello stesso Benedetto XVI, mi ero rivolto al mio indirizzario (compresi gli organi di stampa) per denunciare il fatto: non tanto per la falsità dei suoi contenuti (sui quali ho molti dubbi, ma non la competenza per entrare nel discorso in modo autorevole), quanto per la scorrettezza del metodo: si trattava infatti di un fascicolo pubblicitario e propagandistico, su una materia tanto delicata, che si presentava al lettore con caratteri di oggettività e fedeltà al magistero ecclesiale. Presento ora una "relazione" su quanto è avvenuto negli ultimi dieci giorni, scusandomi per la lunghezza.
1. VITA TRENTINA. Il direttore del settimanale diocesano Marco Zeni mi ha dapprima risposto per e-mail, quindi invitato direttamente a parlarne. Mi ha garantito - e non ho motivo di dubitare delle sue parole - che l'operazione si è svolta tutta all'interno dei circuiti pubblicitari, senza che il settimanale diocesano fosse a conoscenza di contenuti e forme del fascicolo. Nel numero del 31 gennaio (uscito il 28), Vita Trentina dedicato due pagine alla vicenda (http://www.vitatrentina.it/rivista/2010/anno_85_-_n_04/pag_4_attualita, http://www.vitatrentina.it/rivista/2010/anno_85_-_n_04/pag_5_attualita), all'interno delle quali si trovano:
a. un corsivo del direttore intitolato "Chi tocca i fili muore", all'interno del quale egli ribadisce che il fascicolo era da considerarsi di carattere pubblicitario e non informativo ("com'era indicato nell'espressione 'contiene i.r.'");
b. un articolo non firmato dal titolo "Il nucleare e il magistero ad Isodarco", nel quale si sintetizza un intervento in merito di don Rodolfo Pizzolli ("nel magistero della Chiesa cattolica non c'è una contrarietà preconcetta all'uso del nucleare a fini civili, purché a beneficio di tutti i popoli e tenendo presenti il principio etico della responsabilità ..., il principio di precauzione e la partecipazione democratica alle scelte");
c. una serie di interviste che narrano i retroscena di quanto è avvenuto ("Per noi un'operazione di marketing", vedi oltre punti 2 e 3);
d. un'intervista di Augusto Goio a Mirco Elena (di Isodarco, Scuola Internazionale sul Disarmo e la Ricerca sui conflitti), a mio parere di grande equilibrio e lucidità (vi invito a leggerla). Nelle pagine delle lettere (http://www.vitatrentina.it/rivista/2010/anno_85_-_n_04/pag_38_dialogo_aperto; http://www.vitatrentina.it/rivista/2010/anno_85_-_n_04/pag_39_dialogo_aperto) è stata pubblicata la mia lettera (che avevo leggermente modificato) e quelle del prof. Paolo Zanasi, di Enzo Filosi e di Chiara Dellantonio, tutte concordi (sia pure da diversi punti di vista) nel contestare forme e contenuti del fascicolo in questione.
Conclusione al punto 1. Prendo atto con sollievo dell'estraneità del settimanale diocesano alla vicenda; ci tengo però a ribadire che, per quanto il fascicolo fosse "tecnicamente" pubblicitario, esso non tradiva in alcun punto la propria natura, mancando di un logo o di altre indicazioni che potessero far risalire immediatamente al committente (l'Enel è citata come fonte delle fotografie e delle illustrazioni; il suo "responsabile nuclear safety oversight" vi compare quasi avesse collaborato a titolo personale). Chi avesse ancora dubbi in merito può sfogliare l'intero fascicolo, presente sul sito http://www.ecceterra.org/docum.php?id=1855. Per quanto mi riguarda, la vicenda "Vita Trentina" è però chiarita e conclusa; se nei prossimi numeri proseguirà il dibattito sul tema, tanto meglio, purché questo avvenga con chiarezza e senza travestire da informazione la pubblicità.
2. GLI ALTRI SETTIMANALI DIOCESANI. Ho avuto notizia che il fascicolo in questione è giunto anche ai lettori dei settimanali diocesani della diocesi di Agrigento (ne dà conto "Il Manifesto" il 24 gennaio), delle diocesi toscane (con "Toscana Oggi"), delle diocesi di Padova, Venezia e Chioggia; non era allegato invece a "Il Segno", settimanale diocesano di Bolzano. Temo che questa lista sia ampiamente incompleta. A proposito di reazioni intraecclesiali: il direttore del settimanale padovano ha pubblicato sul sito una serie di lettere, e ha ritenuto opportuna una nota intitolata "Non siamo stati abbastanza chiari" (http://www.difesapopolo.it/pls/s2ewdiocesipadova/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=2280), nella quale scrive tra l'altro: "prodotti la cui natura è ambiguamente posizionata a metà strada tra informazione e pubblicità richiedono per non alimentare equivoci una doppia sorveglianza che in questo caso, evidentemente, non solo non c’è stata ma è anzi risultata tanto più dannosa per la concomitanza delle pagine speciali dedicate alla tutela dell’ambiente e al messaggio del papa per la giornata della pace". A Chioggia, stando a quanto mi dice un amico, "un membro della Caritas ha scritto in merito". Il direttore del settimanale diocesano di Venezia ha dichiarato a Vita Trentina (p. 5): "con noi si è lamentato un gruppetto ben identificabile, di estrema sinistra, guidato da due preti operai. Ho risposto non scusandomi. Il 99% dei lettori non ha avuto reazioni" (traduco: chi mi attacca è comunista e faccio bene perché la maggioranza è con me. Qualcuno ha fatto scuola).
Conclusione al punto 2. E' evidente che il problema riguarda molte altre diocesi: ognuno, nel parlare e nel tacere, si assuma le sue responsabilità.
3. CHI HA PRODOTTO IL FASCICOLO? La realizzatrice del fascicolo è la MAB.q (agenzia di comunicazione e marketing che si occupa della raccolta pubblicitaria per Radio Vaticana: http://www.mabq.com). MAB q. è diretta da Egidio Maggioni, che è pure responsabile del Centro Televisivo Vaticano; un amico bene informato mi dice che si tratta di un ex manager Mondadori/Fininvest (non ho potuto verificare la cosa). Maggioni, interpellato da Vita Trentina, non ha voluto dire quanto ha investito nell'operazione (...investito? ma un'agenzia pubblicitaria dovrebbe essere pagata, non pagare!), ma ha insistito nel dire che "è un investimento per il futuro". Un redattore di MAB q., Tino Redaelli, si è invece esposto molto di più: "L'iniziativa ha questo scopo. Visto che il governo ha dato il via libera alla riapertura delle centrali nucleari in Italia, abbiamo voluto fare un test con i settimanali diocesani per capire quale era la reazione dei lettori. Vogliamo sottoporre questa campagna a una serie di aziende, piuttosto che allo stesso ministero delle Attività produttive e alle aziende che si occuperanno della costruzione delle centrali nucleari, per capire se può essere un valido strumento pubblicitario, così da rientrare dell'investimento sostenuto”. Alla domanda del giornalista di VT (Augusto Goio) sul ruolo di Enel (che da notizie di stampa del maggio 2009 si apprende essere il primo - non nel senso di "maggiore" ma proprio nel senso di "primo arrivato" - sponsor di Radio Vaticana), la replica è: "dietro a noi non c'è Enel. Noi speriamo che sia davanti a noi. Il nostro obiettivo è che Enel apprezzi questo libretto e lo sforzo fatto con i settimanali cattolici per sponsorizzarlo o spingerlo verso altre cose più importanti”. Perché, chiede Goio a Redaelli, sono stati scelti proprio i settimanali diocesani? “Perché è il nostro mondo di riferimento. E c'è anche un discorso economico. Se farne 200 mila copie sui settimanali diocesani costa 10, poniamo, farne lo stesso numero di copie su un quotidiano anche regionale, paghi 100, o 1000 se vai su Panorama. Noi abbiamo fatto un'operazione di marketing”.
Conclusione al punto 3. Alle domande che ponevo circa la genesi della vicenda, "Vita Trentina" ha dunque dato risposta, e non posso che ringraziare Zeni e Goio per aver posto queste domande a Maggioni e Redaelli (peccato che non abbiano commentato le risposte, ma non si può avere tutto). Temevo una brutta situazione: l'ENEL che paga per creare consenso (in modo truffaldino) sul nucleare, in attesa di averne cospicui ritorni quando dovrà gestire le centrali. Mi era venuta anche un'altra idea, peggiore: dato che l'energia nucleare non è un prodotto che possa essere venduto, si trattava "solo" di rafforzare il consenso al governo in vista delle prossime elezioni regionali (qualcosa del tipo: "potete votare Berlusconi senza problemi, tanto il nucleare che vi imporrà non fa mica male"). Ma le cose stanno ancora peggio. Chi dirige la concessionaria della pubblicità di Radio Vaticana ha fatto GRATIS un'operazione ruffiana, per compiacere il suo principale sponsor (ecco perché non compare il logo dell'ENEL!); lo ha fatto usando come strumento inconsapevole i settimanali diocesani (che, dal punto di vista degli inserzionisti, hanno il miglior rapporto tra costi e diffusione). Le uniche metafore che mi vengono in mente a questo punto sono quelle di carattere sessuale: tutto ciò mi appare non come semplice prostituzione, ma come sfruttamento sessuale di minori. E non vedo in giro nessuno (nemmeno tra i reponsabili di quei "minori"!) che abbia voglia di sporgere denuncia contro il "protettore". Se le cose stanno come è stato detto dai diretti interessati, è del tutto inutile discutere di nucleare "nel merito": se il primo sponsor di Radio Vaticana fosse stata la Fiat, MAB q. avrebbe allegato ai settimanali diocesani un fascicolo su quanto è bello andare in macchina.
Nota al punto 3. Quando dai un nome a una tua creatura, indichi in esso anche la sua "mission". La "Mab queen" che dà il nome all'agenzia, come viene spiegato sul sito stesso, è la regina delle fate delle tradizioni celtico-scandinave, il cui compito (fonte: wikipedia) è quello di portare ai dormienti sogni di autocompiacimento. Una divinità pagana che non ti rivela nel sonno il futuro, o la verità, o la missione cui sei chiamato: una divinità che ti fa sognare quel che vuoi sognare. Un domani ci chiederemo come mai il cattolicesimo italiano non ha visto certi segnali.
4. E LA CHIESA? Prendo un respiro e cerco di ricordare a me stesso e a tutti che Radio Vaticana e MAB q. non sono la Chiesa. Conseguentemente mi aspettavo e mi aspetto ancora qualche presa di distanza (ufficiale e ai massimi livelli) di fronte a quella che continua a sembrarmi una truffa (per di più con i connotati di cui al punto 3). Don Paul Renner è intervenuto sul "Corriere del Trentino" il 24 gennaio, scrivendo un articolo all'interno del quale afferma (ottimisticamente?) che "neppure l'episcopato italiano condivide le posizioni dell'opuscolo". Un amico che dice di essere bene informato dice, al contrario, che la benedizione della CEI sul fascicolo c'è stata. Da parte mia ho scritto personalmente al vescovo di Trento, mons. Luigi Bressan, sull'argomento: ho ricevuto risposte che mi hanno sostanzialmente deluso (minimizzanti e un po' reticenti), ma se posso sperare che non si tratti dell'unica reazione causata dalle mie parole. Altro non so.
Conclusione al punto 4. Alcuni mi hanno scritto con espressioni ironiche o sarcastiche circa il rapporto tra Chiesa, potere e denaro. Come a dire che molti considerano inevitabile un rapporto "mercificato" tra la Chiesa (quella italiana in particolare) e i potenti di questo mondo. Io so che (escatologicamente) non è così. Sto cercando aiuto per dimostrare a queste persone che non è così. Faccio lo storico, lavoro con i tempi lunghi, so aspettare.
5. PER CONCLUDERE. Comincio a sentire fruscii e folate improvvise, che dovrebbero farmi capire di essermi avvicinato troppo ai mulini a vento. Nelle mie intenzioni questa è dunque l'ultima comunicazione che riceverete da me su questo argomento, anche perché temo non ci sarà molto altro da dire. Intanto la Commissione Diocesana Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato, in una riunione tenutasi il 30 gennaio (alla quale non ho potuto partecipare), ha ritenuto più che sufficiente quanto viene scritto nell'ultimo numero di Vita Trentina (come se il problema fosse circoscritto al punto 1), senza ritenere opportuna alcuna ulteriore presa di posizione (e sì che ce ne sarebbe bisogno, vedi punti 3 e 4: temi che avevo in parte anticipato in una lettera scritta in vista della riunione stessa). Non posso che prendere atto di questo, e del fatto che la mia presenza in essa è del tutto inutile.
Se siete arrivati fin qui, grazie dell'attenzione
Emanuele Curzel