25 Aprile

Guglielmo Loffredi

Noi, oggi, inconsapevoli
favoriti dalla sorte,
non sappiamo cosa avremmo:
pensato, scelto, fatto,
nella storia dei padri.
Forse un pensiero,
un’enciclica laica
colmerebbe il fossato?
Diversamente il tempo
ci seppellirà
con le nostre vuote parole.
Non costruiremo giardini,
non avremo occhi felici,
né libere menti, né forza e coraggio.
Occorre perdonare ed essere perdonati.
La celebrazione senza riconciliazione
è un lutto ripetuto,
possiede i pensieri, evoca rancori,
confonde la meta,
la riconciliazione nutre la verità.
Basta!.
Ai cattivi epigoni,
parli solo chi ha vissuto.
A cui lasciamo
la responsabilità delle scelte d’allora,
a cui offriamo un pensiero di pace.
Noi vogliamo celebrare la vita che attende,
trasformare il presente in futuro.
La “Resistenza”
conviene ai nostri padri,
non abusiamo della sua età,
non scordiamo il sangue versato.
Onoriamo mutandola in impegno:
contro l’inganno,
la fame, la guerra,
le miserie dell’uomo,
le sue feroci discriminazioni.
Verità e Riconciliazione
hanno lo stesso respiro,
sono la stessa cura
per sanare le ferite del passato,
prima che si ammalino tutti i ricordi,
per dare vita al possibile futuro.
A Voi politici, tutti!.
Custodi di una memoria ingessata
ri-affidiamo il compito dimenticato:
“la riconciliazione dei cuori”
che talvolta le bandiere adombrano.
Date voce alle vittime e ai carnefici
per una reciproca remissione.
Il cielo mondo ha già ascoltato
altre storie a sud, ad est del globo
la nascita di una nuova umanità.

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