Convegno “Chiese strumento di pace?”
In ogni luogo e in ogni modo, stiamo violentando il mondo che è la nostra casa. Violenza nelle città, nell’economia, violenza contro le donne e le bambine, contro la natura e gli esseri viventi tutti. La violenza è diventata parte del nostro quotidiano e ci siamo abituati a considerarla inevitabile.
Ritroviamo la violenza persino dentro il racconto biblico, e certa violenza è stata anche giustificata dalle chiese, ed è dentro le chiese stesse. Eppure le Scritture ci parlano di uno SHALOM che abbraccia tutte le creature viventi e la Terra stessa, che spinge gli esseri umani alla pace e alla giustizia, che converte il cuore umano.
Oggi noi, credenti di ogni chiesa, vogliamo dire un no deciso ad ogni violenza in ogni parte del mondo. Vogliamo annunciare e abbracciare la grande rivelazione della nonviolenza e della pace di Dio.
Per questi motivi aderiamo con tutto il nostro cuore e riponiamo grande speranza nella Convocazione ecumenica internazionale sulla Pace che si terrà a Kingston nel maggio del prossimo anno. Siamo convinti che le chiese impegnate insieme nel cammino della nonviolenza, riusciranno finalmente a dare una decisiva spinta alla pace nel mondo. L’incontro del 2 giugno 2010 a Milano vuole essere un passo di questo cammino e un contributo italiano alla Convocazione per la Pace.
Kingston 2011 valuterà e concluderà il decennio dedicato agli sforzi per superare la violenza promosso dal Consiglio Ecumenico delle Chiese (http://overcomingviolence.org/), aprendo così una nuova fase dell’impegno delle chiese per la pace
Con amarezza vediamo le violenze moltiplicarsi.
- Proprio a Kingston, luogo scelto per la Convocazione mondiale sulla Pace, pochi giorni fa sono esplosi scontri tra la polizia e le gangs legate al narcotraffico. Migliaia di persone sono state arrestate e si teme per gli abusi della polizia; molti sono i morti, sicuramente crescerà l’istinto di vendetta alimentando la spirale della violenza, con il rischio di una devastante guerra civile.
- Negli stessi giorni, non molto distante dal mare che bagna le coste della Giamaica, l’isola di cui Kingston è la capitale, si è consumato anche l’ennesimo disastro ambientale prodotto dalla filiera del petrolio. A parte fenomeni molto importanti ma marginali sia in ambito laico che religioso, nessun programma politico né alcun programma di governo, almeno in Occidente, ha assunto il cambiamento climatico e il rispetto della vita non umana come un vincolo all’avidità della nostra specie. Milioni di persone – pur informate e con un cambiamento climatico ormai iniziato - con i loro comportamenti di produzione, di consumo, di violenza sotto varie forme, decretano ogni giorno la morte del pianeta.
- Il mondo sta vivendo un periodo di grave crisi economica. In Italia si annunciano grossi sacrifici e manovre miliardarie che riguardano riduzioni nello stato sociale. Eppure le spese militari non vengono toccate dalla crisi e dai tagli; aumenta l’attività delle forze armate italiane all’estero, e recentemente il governo italiano, coperto da grande silenzio, si è impegnato, con gli USA, nell’acquisto di 131 cacciabombardieri da guerra per una spesa di oltre 13 miliardi di euro, che sono un insulto alla morale e ai principi fondamentali della nostra stessa Costituzione (art. 11).
Queste vicende ci interrogano fortemente. Cosa dicono, a noi credenti, questi segni dei tempi?
Sono troppo poche le comunità profetiche che praticano la pace, denunciano e contrastano gli squilibri economici, riducono il consumo del pianeta promuovendo nuovi stili di vita.
Il cammino verso Kingston ci spinge a chiederci:
quale Dio regnerà? Il Dio della vita e delle benedizioni condivise o il dio dell’egoismo e del profitto?
Sapranno le chiese e i credenti far spazio allo Spirito di Dio che ci libera e ci offre una speranza alternativa a questa economia che consuma il mondo e introduce violenza e sfruttamento in ogni relazione?
Con decisione, insieme, vogliamo convertire le nostre esistenze e le nostre chiese al Dio di pace e di giustizia che ci è annunciato nell’evangelo.