Mai senza l’altro
Siamo missionari/e, cioè, migranti.
Abbiamo passato buona parte delle nostra vita altrove, da “stranieri”. Come tali ci siamo sentiti accolti, amati, e abbiamo convissuto esperienze esaltanti di incontro, scambio e arricchimento. Nei giorni di guerra e conflitti, alcuni/e di noi sono stati protetti e salvati da coloro che ci “ospitavano”.
Conosciamo per esperienza la “debolezza” di trovarsi in un Paese “straniero”. Quegli anni e quei volti e quelle speranze ci hanno resi più attenti e vulnerabili; ci hanno aperto gli occhi sulla realtà del nostro mondo; ci hanno trasformati!
Come missionari/e, siamo profondamente feriti da quanto sta accadendo nella nostra terra nei confronti dei migranti.
Ci preoccupa il “virus” che gradualmente sta infettando non solo parte della nostra società, ma, purtroppo, anche porzioni delle nostre stesse comunità missionarie! Un “virus” che spinge a considerare immigrati, rom, i “senza documenti”, come gente che ruba ed è violenta, come “il nemico” che minaccia la nostra sicurezza.
Come missionari/e, siamo profondamente indignati perché persuasi che ogni attentato perpetrato alla dignità della persona si afferma come radicale negazione di un comune progetto di umanità che insieme abbiamo la responsabilità di costruire.
La criminalizzazione dei migranti e il conseguente tentativo di farne il “capro espiatorio” per una crisi sociale che ha ben altre radici ci amareggiano e ci spingono a dissentire dallo spirito che sembra prevalere nella società.
Ci sembra di riconoscere lo stesso “virus” che ha coinvolto, attraverso il crescente ricorso alla violenza e alla logica della competizione e della manipolazione mediatico-politica, il nostro tessuto sociale, minandone le difese “civili”.
Come cittadini, siamo preoccupati del rinnegamento dei valori portanti di una Costituzione con la quale ci identifichiamo e che, seppur faticosamente, ha offerto negli anni spunti e prospettive di solidarietà e civile convivenza.
Come discepoli di Cristo, rimaniamo sconcertati nel constatare come episodi di intolleranza, giustizia sommaria, discriminazione ed esclusione abbiano potuto trovare terreno fertile anche in varie comunità cristiane. Questi fatti gettano una luce particolarmente inquietante sul tipo di Vangelo e di evangelizzazione che in tutti questi anni la Chiesa, cui apparteniamo e di cui siamo espressione, ha proclamato e testimoniato. Siamo, infatti, persuasi che il “virus” della paura dell’altro deve essere combattuto anche attraverso la nostra predicazione, l’accoglienza evangelica e la testimonianza quotidiana di ospitalità.
Vogliamo esprimere solidarietà e vicinanza ai nostri fratelli e sorelle migranti, assicurando loro che non saranno mai soli in questo viaggio di speranza comune.
Invitiamo le nostre comunità missionarie e quanti/e hanno a cuore la dignità della persona e i valori del Vangelo a contrastare in ogni modo la logica violenta dell’esclusione e della criminalizzazione dei migranti. Mettiamoci insieme per continuare a creare spazi di ospitalità e di dialogo, che soli assicureranno il germoglio di un futuro più umano per tutti.
Il futuro della nostra società è legato ai nostri cuori aperti e ospitali.
Mai senza l’altro!
Commissione Giustizia e Pace
Conferenza Istituti Missionari in Italia
Limone sul Garda
27 Maggio 2008