Venerdì 04/06/2010

Comunicato su Ordinanza Anti-Accattonaggio

1 marzo 2011 - Caritas Crema – Ufficio Migrantes – Commissione Pastorale Sociale e del Lavoro

In riferimento all’ordinanza n. 2010/00186 del Comune di Crema, datata 13/05/2010, che vede in oggetto un provvedimento anti-accattonaggio, la Caritas di Crema, l’Ufficio Migrantes e la Commissione Pastorale Sociale e del Lavoro, per mandato del Consiglio Pastorale Diocesano esprimono una prima riflessione e manifestano la propria perplessità relativamente alla scelta fatta ed alle motivazioni che l’avrebbero determinata.
Infatti le suddette Commissioni Diocesane considerano tale ordinanza un indebolimento dei vincoli di solidarietà e di accoglienza e si sentono vicine a coloro i quali vedono la loro quotidianità compromessa all’interno di un contesto fattosi precario.
Riteniamo perlomeno discutibile il suddetto provvedimento a partire da più punti di vista:

Metodologico:
1. È stato preso in considerazione solamente il disagio di una parte, quello dei cittadini “infastiditi” e non anche la condizione spesso disperata delle persone che chiedono elemosina.
2. Ci domandiamo se, per affrontare una questione così complessa, non occorra conoscere in maniera più approfondita e seria le problematiche inerenti i soggetti in causa: per esempio conoscere il numero di persone coinvolte, la situazione di regolarità o meno, la scelta/necessità di questa attività, la presenza certa di minori o disabili, ecc...
3. Ci chiediamo per quale ragione le organizzazioni del territorio, tra cui la Caritas e la Migrantes, che intercettano quotidianamente i soggetti vittime di questo provvedimento non siano state coinvolte in una riflessione condivisa da ritenersi indispensabile prima di porre in essere azioni di questo tipo. Ci appare inoltre grave il non coinvolgimento dei Servizi Sociali comunali, realtà con cui collaboriamo quotidianamente contribuendo alla risoluzione di molti problemi del territorio.
Alla luce di quanto emerso ci chiediamo quindi che senso ha negare e proibire forme di elemosina nel momento in cui queste sono, per alcuni, l’unica fonte di sostentamento in questo periodo di grave crisi? È stata forse pensata una proposta alternativa, come è successo in altri comuni (es. ascolto, percorsi di reinserimento e accompagnamento al lavoro, ecc…)? Ed inoltre, che differenza passa tra chi viene quotidianamente a chiedere l’elemosina nelle nostre case parrocchiali e coloro i quali lo fanno negli spazi indicati nell’ordinanza? È forse solamente un problema d’immagine?

Legale - Giudiziario:
Ci sembra strano che il Comune di Crema abbia emesso questa ordinanza proprio quando in altri luoghi emergono importanti dubbi in merito:
· in data 4 Marzo 2010 il TAR del Veneto ha accolto il ricorso contro l’ordinanza “antiaccattonaggio” del comune di Selvazzano Dentro (Padova) rimettendo alla Corte Costituzionale il giudizio di legittimità; secondo il TAR appare dubbia la legittimità costituzionale della fonte legislativa nella parte in cui demanda al sindaco in via ordinaria “vasti ed indeterminati poteri in tema di tutela dell’incolumità pubblica e della sicurezza urbana”.
· A Guastalla (Reggio Emilia) un analogo ricorso presso il Consiglio di Stato, pur non
cancellando l’ordinanza, invitava il Sindaco a precisare che non potevano essere colpiti i mendicanti che NON sfruttavano i minori o i portatori di menomazioni fisiche, poiché quest’ultima attività è già considerata un reato penale, mentre l’ “accattonaggio” fatto per necessità di sostentamento è stato depenalizzato già dal 1995.

Socio - Culturale:
Ci chiediamo qual è il messaggio che l’ordinanza comunica ai cittadini: è utile a sviluppare una convivenza pacifica e ad innescare le buone prassi di integrazione che tutti auspichiamo?
Lo stato italiano ha, nei confronti di tutti cittadini, un ruolo educativo volto a promuovere la pacifica convivenza: “[…] È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana […]” (cfr Costituzione Italiana, Art. 3).
Riteniamo, alla luce di quanto sopra, che questa ordinanza dia adito ad una percezione di insicurezza ingiustificata; rileviamo pertanto che in questo modo si rischi solamente di minare nelle sue fondamenta la tanto declamata coesione sociale e rinunciare a quella solidarietà patrimonio della nostra storia culturale e religiosa.
Inoltre crediamo che rendere visibile questa problematica aiuti la cittadinanza e la politica a farsi carico di quei problemi che la nostra società rischia di non voler vedere: osservare i fenomeni più provocatori è difficile ma indispensabile per metterci in discussione. La miseria non è solamente una questione della Chiesa ma, sempre più, deve ritornare ad essere una questione da affrontare anche sui tavoli politici del nostro territorio.

Proposte
Quanto sopra detto spinge le tre Commissioni Diocesane ad esprimere la propria forte preoccupazione in merito all’attuale situazione, poco solidale e fraterna; a questo proposito è nostra intenzione dialogare con tutte le realtà, presenti sul territorio, sensibili a questa tematica.
La Caritas e la Migrantes di Crema, hanno avviato una serie di interviste ed indagini per leggere, documentare e commentare il fenomeno restituendogli una dimensione reale e non ideologica.
A questo proposito e a partire dai criteri sopra esposti ci dichiariamo disponibili ad una collaborazione con i Servizi Sociali al fine di apportare il nostro contributo nell’individuare idonee soluzioni che vadano nella direzione della dignità della persona nella sua completezza (socialità, lavoro, integrazione, ecc…)

Caritas Crema
Ufficio Migrantes
Commissione Pastorale Sociale e del Lavoro

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