La storia è maestra di vita... ma chi l'ascolta?
Che la Storia sia maestra di vita, è un detto risaputo. Si dice, si ripete, lo scrivono tutti, lo affermano anche gli opinionisti più o meno prezzolati dai patinati giornali di casa nostra ed è logico supporre che questa affermazione sia patrimonio della pubblica opinione. Eppure a ben guardare sembra che la Storia agli italiani non abbia insegnato niente, anzi, più le vicende storiche sono state drammatiche, intense, vissute da milioni di persone, più queste vicende con il passar del tempo vengono dalle generazioni immediatamente successive poste nel dimenticatoio.
Proviamo a fare un ripasso: dalla sponda sud del Mediterraneo a ondate successive sbarcano sulle coste dell’isola di Lampedusa migliaia di disperati tutti provenienti dall’Africa; i commenti dei reggitori del nostro Governo sono la colonna sonora dei telegiornali del bel paese, dal bossiano “fora di ball” allo “Tsunami umano che si sta abbattendo sulle nostre coste” e via dicendo. Nessuno tra i saccenti analisti dei mezzi d’informazione dagli stipendi d’oro, avevano previsto gli sconvolgimenti di Egitto, Tunisia e men che meno Libia, né tanto meno si ingegnano nel fornirci elementi in grado di capire perché questa gente lascia la propria terra. La prima cosa da dire è che in un mondo dove il 20% della popolazione ha a disposizione l’80% delle risorse, e di conseguenza capovolgendo i termini l’80% della popolazione mondiale vive col 20% delle risorse del pianeta, non ci vuol molto a capire che se una tavola é imbandita con pietanze preparate utilizzando cereali, carne, frutta, verdura, ecc. ecc. sottratte ad altre zone del pianeta, è inevitabile che coloro che non hanno nessuna prospettiva di futuro, faranno carte false e percorreranno tutte le strade più impossibili pur di riuscire ad entrare anche loro nella sala da pranzo!
Un secondo elemento che fa da detonatore a questa situazione, è quello demografico. Tutti dicono che il primo mondo sta invecchiando, anzi per certi aspetti è già vecchio, mentre nei paesi del Sud del mondo i due terzi della popolazione ha meno di 30 anni, siamo di fronte cioè ad una fotografia dove dei vecchi signori a cui interessa solo il galateo a tavola, deve fare i conti con una massa sempre più crescente di giovani desiderosi di trovare l’occasione per creare le condizioni al fine di acquisire qualche pietanza in più da mettere sotto i denti. Un ulteriore elemento di approfondimento di questa situazione è – tanto per restare nel continente nero – che gli stati coloniali che ne hanno fatto scempio per secoli, guarda caso tutte nazioni cristianissime e cattolicissime della vecchia Europa, si vedono presentare il conto. Se per secoli il colonialismo ha depredato risorse e materie prime dei paesi africani, favorendo lo sviluppo industriale europeo e rendendo sempre più poveri questi paesi, non è pensabile che prima o poi qualcuno non doveva pagarne il conto; nella vita funziona la giustizia sincronica ma nella storia ha molto più peso la giustizia diacronica: le colpe commesse dai nonni e dai padri ricadono sulle teste dei figli i quali non possono dire: “Io che c’entro” vivendo essi stessi sin dalla nascita nel benessere che il colonialismo ha contribuito a creare a scapito di quella povera gente.
E la tratta degli schiavi dove la mettiamo? Per secoli l’Africa è stata depredata del tesoro più prezioso che aveva: i suoi abitanti. Milioni di esseri umani tra il 600 e il 700 e in parte anche nell’800 vennero prelevati a forza per essere deportati nelle Americhe a lavorare la terra che improvvisamente era rimasta priva di manodopera grazie alla decimazione operata dai virus importati dagli europei di cui gli indigeni locali non avevano gli anticorpi per resistere. Un continente intero per secoli è stato impoverito dal prelievo di risorse e materie prime, umiliato e ferito dalla tratta degli schiavi ora pensa che sia giunta l’ora del riscatto e il primo passo che fa è quello di mandare i suoi giovani ad apprendere le nuove tecnologie per poter successivamente camminare con le proprie gambe.
Un ulteriore elemento in grado di farci capire cosa sta succedendo, è legato al fenomeno del “neo colonialismo”, come si sa nel 1884 al Congresso di Berlino le potenze coloniali si spartirono l’Africa tirando dei confini con il righello sopra la carta geografica; quando negli anni ‘60 del 900 si sviluppò il movimento per acquisire l’indipendenza, i paesi coloniali se ne andarono lasciando le chiavi delle ricchezze nelle mani di fedeli esecutori dei propri ordini allevati nella Accademie militari e iscritti nelle logge massoniche di mezza Europa, in grado cioè di far funzionare la macchina del latrocinio nello stesso identico modo in cui aveva funzionato per secoli, con l’aggravante di diventare dei tiranni per la propria gente; questo stato di cose ha generato un’infinità di conflitti e di guerre di cui ne vediamo gli effetti sui volti di chi sbarca a Lampedusa.
Sul molo dell’isola siciliana sono arrivati giovani tunisini in cerca di lavoro, desiderosi di raggiungere i propri familiari che sono già in Francia, sono arrivati dei libici che sfuggono alla tirannia di Gheddafi, ma sono arrivati anche eritrei, etiopici (paesi che furono colonie italiane) la cui situazione attuale di instabilità interna, di povertà endemica e di mancanza di futuro, spinge i più audaci a intraprendere viaggi inimmaginabili pur di mettere piede là dove c’è sviluppo, democrazia e possibilità di lavoro e che questo sia l’idea centrale di questo approdo sull’altra sponda del Mediterraneo, lo veniamo a sapere da un’inchiesta fatta da un giornale economico italiano che dice che le rimesse degli emigranti africani superano di gran lunga tutti gli aiuti promessi dai vari G8 in questi ultimi anni. Qualcuno potrà obiettare che insieme a questa gente ci siano anche fior di delinquenti, la stessa cosa successe con gli emigranti italiani che approdarono negli Stati Uniti dove insieme a migliaia di onesti lavoratori si intrufolarono alcuni che crearono una succursale della mafia in terra yankee che ben presto superò la casa madre. Chi emigra di solito sono i più intraprendenti, nel bene e nel male; individuare le mele marce è compito delle autorità competenti, attribuire a dei poveri cristi l’infamante nomea di esser tutti delinquenti è una cosa che solo dei mentecatti possono fare! Per secoli il nostro paese ha lasciato partire i suoi figli più poveri verso paesi dove c’era lavoro e le rimesse di questi migranti hanno risollevato intere aree italiane. Dare la possibilità agli africani di fare altrettanto, è il minimo che possiamo fare; allo stesso tempo varrà la pena di ripensare i nostri programmi di aiuto. Se invece di destinare milioni di euro per costruire armi sempre più sofisticate questi soldi venissero (come ripete incessantemente il Magistero della Chiesa) utilizzati per aiutare i popoli che vivono nella fame, forse il mondo sarebbe diverso e di sicuro migliore.