Sister Rosemary Lynch
Sister Rosemary Lynch è una suora americana. E’ venuta ultimamente in Italia ed ha animato un Capodanno “diverso” alla Casa della pace di Pax Christi a Firenze. Un capodanno “a scuola di non violenza” con gli amici del Cipax, il Centro Interconfessionale per la Pace di Roma. Suor Rosemary ha ottantaquattro anni e va in giro per il mondo senza dimostrarli affatto. Francescana. E’ pacifista da quando di anni ne aveva sessantotto. “Vivo e sento come un dono meraviglioso – ha scritto Suor Rosemary – che il Signore alla mia età mi presenti ancora un compito così contemporaneo e così provocante… E’ bello rendermi conto che in una società che glorifica e adora la gioventù, il Signore dia l’occasione di essere strumento di pace, proprio a me che sono così vecchia!”.
Vive a Las Vegas, vicino al Nevada Test Site, la base americana nel deserto dove si sperimentano micidiali strumenti di morte. Lì sono state fatte esplodere una quantità enorme di bombe atomiche ad ognuna delle quali con beffardo cinismo, racconta suor Rosemary, è stato dato un innocente nome: Magnolia, Tiny Tot, Nancy, Dixie, Ruth e perfino Trinità. Intorno al Nevada Test Site si è coagulato un fermento pacifico, non violento, un gruppo di persone che hanno cercato di forare la barriera di segretezza che circondava gli esperimenti militari; che hanno attirato l’attenzione sui danni prodotti dagli esperimenti, sulle terribili malattie che hanno mietuto vittime tra coloro che lavoravano alla base; che hanno detto un no radicale alla cultura della morte, dell’odio, della violenza, della sicurezza attraverso la crescita senza freni degli arsenali militari.
Per i loro atti di disobbedienza civile non violenta, Suor Rosemary e gli altri sono stati anche arrestati.
“Quando si considera la società del tempo di Francesco – così difficile e così guerriera - e a lui che disse semplicemente: ‘Se volete la pace, dovete deporre le armi. Non siate attaccati ai vostri beni, considerate tutti come fratelli e sorelle, amate la nostra madre terra’, lo straordinario è che ci sia riuscito! Era forse la persona meno indicata per mettere pace fra il Sindaco di Assisi e il Vescovo. E così pure era folle il suo proposito di andare personalmente dal Sultano al tempo delle Crociate, invece di partecipare a quella che allora era l’impresa ufficiale della Cristianità. Eppure gli storici oggi concordano nell’affermare che questo piccolo uomo contribuì a provocare lo sfaldamento dell’intero sistema feudale, rifiutando di portare le armi. Il suo movimento, infatti fece crescere talmente il numero di coloro che rifiutavano di portare le armi, da rendere sempre più difficile ai signori il reclutamento degli eserciti.
Perché non possiamo – si è domandata Suor Rosemary – fare questo oggi? Perché non possiamo dire di no anche noi?”
L’impegno per la pace e la non violenza non può essere un impegno settoriale. Viviamo in un mondo di interdipendenze, e bisogna avere, per agire, una visione globale. “Il problema della fame, il problema dell’oppressione, il problema dell’emarginazione, il problema della donna e il problema delle minoranze razziali nelle città. Cominciai a percepire – dice Suor Rosemary – come una grande unità fra tutti questi problemi e quelli del militarismo”.
Allora, Suor Rosemary non parla soltanto di pace come assenza di guerra, non pensa soltanto ad un mondo senza la ricerca sulle armi e l’industria bellica; pensa, piuttosto, ad un mondo non violento, senza la sopraffazione.
Dopo i molti anni di impegno a favore della pace, Suor Rosemary non parla più di pacifismo, la ritiene una parola abusata. Preferisce parlare di nonviolenza. Quella nonviolenza che non si realizza soltanto nel rifiuto del militarismo, ma si impegna per il diritto di cittadinanza degli oppressi in questo mondo. Anche quegli oppressi, per fare un esempio, che arrivano laggiù nella città di Las Vegas a reclamare il loro diritto a non essere esclusi e che invece il mondo ricco continua pretestuosamente a chiamare clandestini ed a confinare nell’illegalità.
(Vedi il testo: R.Lynch, Francescana e pacifista, Ed. Borla, , si può chiedere direttamente al Cipax, Via Ostiense 152, 00154 Roma)