Una cittadinanza accogliente è possibile
Nei giorni 7-10 luglio 2011, un piccolo gruppo di aderenti e simpatizzanti del Punto Pace di Pax Christi di Andria ha visitato alcune realtà interessanti della Calabria di oggi, terra di accoglienza e di solidarietà, da un lato, ma anche di abbandono, di illegalità e di degrado territoriale ed urbanistico, dall’altro; terra, dunque, di molte contraddizioni, tra profili di speranza e segni di dolorosa rassegnazione.
Tre sono stati i nuclei significativi emersi dal viaggio, tra il socio-culturale e il turistico:
1 – Incontro con l’associazione “ Città futura” di Riace, nella Locride, e con il Sindaco della città Mimmo Lucano;
2 – Visita alla cattedrale di Gerace e alla Certosa di Serra San Bruno e incontro con la severa comunità monastica dei Certosini;
3 – Conoscenza, nella Piana di Gioia Tauro, della cooperativa Valle del Marro e della annessa azienda agricola operante su terreni confiscati alla mafia e promossa dall’associazione Libera.
L’associazione “Città futura” di Riace, intestata non a caso a don Pino Puglisi, vittima della mafia, sta sperimentando con positivi risultati da oltre dieci anni la possibilità di coniugare diverse esigenze, apparentemente contrastanti, del territorio:
a) Contrasto al fenomeno dell’abbandono delle cittadine della Locride verso la costa o verso l’Italia del Nord e l’Europa;
b) Accoglienza degli immigrati, rifugiati e richiedenti asilo, provenienti dalle terre delle guerre e della fame del Corno d’Africa, del Medio Oriente e dell’Est europeo;
c) Realizzazione di un progetto di integrazione tra culture, etnie e religioni diverse basato sul rispetto della dignità di ogni singola persona;
d) Rivitalizzazione della città di Riace attraverso l’incontro tra i sopraggiunti, che il Sindaco con decisione definisce “nuovi cittadini” e mai più “extracomunitari”, e gli indigeni, propensi all’accoglienza e non al “respingimento”.
Nei laboratori artigianali, promossi da “Città futura”, avviene l’integrazione dei cittadini immigrati attraverso le borse lavoro, i tirocini di formazione e orientamento professionale, con l’obiettivo di renderli autonomi e pronti ad entrare nel mondo del lavoro.
Se l’esperienza di “Città futura” di Riace guarda a un futuro possibile di integrazione di immigrati, visti come risorsa piuttosto che come zavorra o, addirittura, come nemico da cui guardarsi, la permanenza in terra calabra della spiritualità monastica potrebbe essere letta come patrimonio valoriale alternativo alla cultura affluente e consumistica, dispiegata lungo le coste dei due mari, di un turismo di assalto, fuorilegge e deturpatore delle bellezze paesaggistiche attorno a cui ruota tanta delinquenza organizzata.
Tale spiritualità ha visto gli inizi con l’insediamento dei monaci basiliani, VI sec. dopo Cristo, sulle coste ioniche, di cui è tangibile testimonianza la cattedrale di Gerace e la sua cripta, dal gruppo visitate nel corso del veloce viaggio.
Altro segno evidente di questa spiritualità è nella presenza sui monti delle Serre, a Serra San Bruno, della comunità monastica dei Certosini, collocata nel cuore montuoso della Calabria, quale ammonimento e, al tempo stesso, esempio estremo di vita essenziale e compatibile con gli equilibri naturali.
Rientra nei tentativi di ripristino degli equilibri socio-culturali e naturali della terra calabra la positiva esperienza dell’azienda agricola condotta dalla cooperativa “Valle del Marro”, promossa da Libera e visitata dal gruppo, grazie alla sollecitudine degli amici del Punto Pace di Lamezia Terme con i quali abbiamo condiviso questo viaggio nel profondo sud .
Vedere vasti terreni, finalmente liberati dai vincoli della delinquenza organizzata ed affidati, dopo la giusta confisca operata dalle istituzioni, a giovani tecnici ed agricoltori indigeni, aiutati a loro volta dal mondo del volontariato, specie in tempo di raccolta, è cosa che apre il cuore alla speranza di un riscatto possibile degli amici calabresi dalla infamante accusa di essere naturalmente propensi a delinquere
La legalità ripristinata, la laboriosità testimoniata, la convergenza garantita su questo progetto della comunità civile e di quella ecclesiastica calabresi sono, insieme alla felice intuizione di “Citta futura” di Riace, le tante perle che il gruppo di Punto Pace di Andria ha portato a casa e intende condividere con la realtà civile ed ecclesiastica andriese.
Andria, 15 luglio