I laici nella chiesa e nella società pugliese, oggi

19 ottobre 2011 - Anna Maria Di Leo (referente del Punto Pace di Andria)

Ho partecipato al 3° Convegno ecclesiale delle chiese di Puglia “ I laici nella chiesa e nella società pugliese, oggi” (San Giovanni Rotondo 27 -30 aprile 2011) come rappresentante della Consulta diocesana delle Aggregazioni laicali di cui fa parte il Punto Pace di Andria.
Sono molto contenta d’aver vissuto questo appuntamento ecclesiale e sono molto grata alla mia diocesi per avermi proposto di far parte del gruppo dei nove delegati, rappresentanti le diverse realtà pastorali della nostra chiesa.
Sento il bisogno di condividere con i lettori di Mosaico di Pace, anche alla luce del documento della Conferenza Episcopale Italiana “ Per un Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno”, almeno qualche stralcio dell’esperienza vissuta e qualche intuizione.
Innanzitutto sento il bisogno di evidenziare il clima di accoglienza reciproca e di comunione fraterna che hanno caratterizzato le relazioni tra i partecipanti (laici provenienti dalle diverse espressioni del mondo associativo, pastori, presbiteri, religiosi) sia nei momenti ufficiali che in quelli occasionali, nei lavori assembleari come in quelli delle diverse sessioni di approfondimento: è proprio il caso di dire che abbiamo fatto esperienza di una effettiva corresponsabilità.
Una corresponsabilità capace di esprimere l’ecclesiologia di comunione del Concilio e orientata a tradursi in una comune presa in carico delle istanze provenienti dalla realtà pugliese tutta, con le sue ombre e con le sue luci, mediante cammini pastorali originali e condivisi.
A una seconda considerazione non posso sottrarmi: la relazione introduttiva al Convegno e quelle che hanno presentato le tre aree di lavoro, i contributi degli esperti e gli interventi dei partecipanti nelle diverse sessioni di lavoro sono stati caratterizzati da una grande apertura che, senza sfuggire alla complessità dell’ora presente, hanno generato la capacità di mettersi in ricerca senza steccati autoreferenziali rassicuranti, a partire dalla riscoperta del nostro essere laici, qui e oggi.
La relatrice Annalisa Caputo ha cominciato la sua relazione proprio a partire da questo termine: oggi. Un oggi che la relatrice ci ha invitati ad esaminare evitando la scorciatoia pessimista del secolarismo, aprendoci piuttosto a scenari che lasciano intravedere la primavera che avanza, consegnandoci alla responsabilità di essere donne e uomini capaci di coltivare la speranza. A suo avviso, i termini laico – laicità, pur nella loro equivocità, non sfuggono all’analogia; e, se li leggiamo semplicemente come richiamo all’ uomo e al metodo, ci consegnano una prospettiva alta d’impegno: diventare ponti, sedere alla tavola del mondo come uomini del dialogo e della ricerca, essere ponti nella laicità, essere ponti della laicità, essere uomini etici.
Si apre davanti a noi un orizzonte vasto d’impegno che riguarda i vari organismi pastorali ma anche i nostri appuntamenti associativi: scegliere lo stile proprio dell’ecclesiologia di comunione del Concilio significa adottare in tutti i nostri incontri una metodologia che favorisca l’umile e sapiente esercizio del discernimento.
È necessario camminare insieme, con pazienza e senza pregiudizi, crescendo nello scambio, dandoci il tempo di maturare uno stile capace di costruire una convergenza rispettosa e reciprocamente accogliente delle differenze. La strada è quella di una vera e profonda conoscenza reciproca anche tra le diverse aggregazioni laicali e un ruolo importante lo hanno le Consulte diocesane e regionali.
La concretezza delle sfide della realtà civile e politica italiana interpella la comunità cristiana, come l’interpellano le attese di pace e di giustizia dei popoli del Medio Oriente e del Sud del mondo; si tratta di maturare un sentire comune della responsabilità derivante dal Vangelo che abbiamo ricevuto. Qui e oggi si snoda davanti a noi la strada della laicità: essere ponti, essere uomini e donne del dialogo e della ricerca.

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