Sulle vie della pace e della riconciliazione
“Assisi, luogo molto santo, colmo di pace e riconciliazione”. Erano queste le parole con cui Ja-Seung, rappresentante del buddismo coreano, definiva il luogo di questo ancora straordinario appuntamento del convenire di così tanti rappresentanti di espressioni religiose diverse, dopo 25 anni. Sì, come un fiume carsico che ogni tanto riemerge, lo spirito di Assisi non si è volatilizzato, ma come acqua fresca di sorgente che disseta i pellegrini della pace, sta dando nuovi frutti di concretezza, in questo cammino che coinvolge persone, culture, religioni, realtà così diverse in tutto il mondo. Ho avuto il dono di potervi partecipare da vicino insieme a una piccola delegazione di Pax Christi Italia, accanto a così tanti e diversi invitati, belli nei loro caratteristici costumi, ma soprattutto nella gioia che esprimevano visibilmente, di poterci esserci, portando nel loro sentire, nella loro espressione, passioni e speranze che tanto ci accomunano in mondi così diversi, ma non più distanti, non più separati.
Sì, è vero che è solo un segno questo, di un cammino iniziato che ha ancora necessità di tanto lavoro di coscientizzazione in tutte le realtà religiose e culturali dell’odierna famiglia umana, ma costituisce una forte indicazione, per chi vuole leggerla, come una luce, potremmo osare chiamarlo una profezia nella storia.
Ci sono stati due prolungati e intensi momenti di scambio e reciproco ascolto: a S. Maria degli Angeli, la mattina, in cui diversi rappresentanti hanno potuto esprimere il loro pensiero, intervallato da bellissimi brani d’organo; sul sagrato della basilica di S.Francesco, nel pomeriggio, dove a più voci è stato espresso, con molta concretezza, l’impegno comune per la pace. A unire le due parti della giornata il nostro silenzioso pellegrinaggio da un luogo all’altro, tra gli ulivi carichi dei loro piccoli frutti ormai maturi, simbolo di un momento davvero pregno di speranza che ci è stato dato di vivere, a nome di tanti, insieme a tanti.
Potevamo seguire e comprendere tutti gli interventi attraverso un prezioso libretto che li riportava integralmente nella lingua espressa e in traduzione italiana: parole che si susseguivano come perle preziose, dove si poteva rilevare una comune concretezza nell’additare modalità e impegni di pace,dove risuonavano termini a noi cari come nonviolenza , dialogo e diritti umani .
Cito solo alcuni passi per darne l’idea .
“Siamo qui con la consapevolezza di una chiamata comune a vivere insieme in pace... L’infaticabile ricerca…ci rende compagni di viaggio” (Intr. del card.Peter Kodwo)
“Solo il dialogo è una soluzione percorribile e a lungo termine… Gli uni insieme agli altri… Dobbiamo opporci alla deformazione del messaggio delle religioni e dei loro simboli da parte degli autori di violenza… i responsabili delle religioni devono farsi carico del ristabilimento della pace… condannare fermamente la guerra e i conflitti… porci come mediatori di pace e di riconciliazione…” (Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico)
“Le sfide del nostro tempo sono tali che nessun gruppo religioso può pretendere di avere tutte le risorse pratiche di cui ha bisogno per affrontarle… La famiglia umana possa essere pienamente consapevole di quanta sapienza vi sia da attingere nella lotta contro la follia di un mondo ancora ossessionato da paura e sospetti, ancora innamorato dell’idea di una sicurezza basata su di una ostilità difensiva, e ancora in grado di tollerare o ignorare le enormi perdite di vite tra i più poveri a causa di guerre e malattie…Non possiamo più essere degli estranei. Siamo qui oggi per dichiarare la nostra volontà- o piuttosto la nostra appassionata determinazione che gli esseri umani non devono essere degli estranei” (Rowan Douglas Williams, Arcivescovo di Canterbury)
“Le differenze religiose non possono e non devono costituire una causa di conflitto. Piuttosto la comune ricerca della pace da parte di tutti i credenti è un profondo fattore di unità tra i popoli… Il perdono reciproco non deve sopprimere le esigenze della giustizia nè, meno ancora, impedire il cammino che conduce alla verità… Le iniziative tendenti a istituire organismi giudiziari internazionali si rivelano opportune…” (Norwan Zakarian, Primate Chiesa Apostolica Armena di Francia)
“Ciò che Francesco ha compiuto da giovane, nei suoi vent’anni, è per noi un richiamo salutare all’importanza del ruolo che i giovani devono e possono svolgere sia nelle comunità di fede che nel più ampio contesto sociale… Un grande ostacolo a una pace giusta è oggi rappresentato dall’alto livello di disoccupazione tra i giovani in tutto il mondo… Abbiamo bisogno della visione e del coraggio dei giovani per i cambiamenti necessari… Per il consiglio Ecumenico delle Chiese un preciso impegno per i prossimi anni sarà quello di lavorare per una pace giusta a Gerusalemme e per tutti i popoli che vivono in Gerusalemme e attorno a quella città… Siamo responsabili davanti a Dio e gli uni davanti agli altri per la pace nel nostro tempo e per ciò che diciamo o non diciamo per raggiungerla” (Olav Fykse Tveit, Segretario Generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese)
“Pace non solo è il nome di Dio.., ma è il prerequisito indispensabile per la redenzione. Inoltre, i nostri saggi sottolineano che non vi è altro valore per cercare il quale siamo obbligati a uscire dalla nostra strada…” sal.34,15: “cerca la pace e perseguila” (Rabbi David Rosen, direttore Internazionale per gli Affari Interreligiosi, AJC)
“È venuto il tempo di avere un nuovo quadro in cui alle religioni indigene venga dato lo stesso rispetto e considerazione delle altre religioni… Lavoriamo tutti insieme per un maggiore rispetto, amore e giustizia… Non è sufficiente rispettare il nostro prossimo, uomini e donne. Abbiamo bisogno di sviluppare anche un profondo rispetto per la natura” (Wande Abimbola, Awise Agbabe, Portavoce della religione Ifu e Yoruba nel mondo)
“La pace non può mai essere raggiunta con mezzi violenti da Krishna a Buddha, dal Mahatma Gandhi a Martin Luter king, al vescovo Tutu - tutti questi pellegrini di pace affermano che non c’è una via per la pace. La pace stessa è la via… qesto impegno, anche se ostacolato e impedito, trova ugualmente la propria via mediante la nonviolenta non-cooperazione. La storia rende testimonianza alla sua forza” (Acharya Shri Shrivatsa Goswami, India, Rappresentante della Religione Hindu)
“Noi tutti siamo inestricabilmente connessi gli uni agli altri… La dichiarazione per la pace religiosa del buddismo coreano promuove il mutuo rispetto tra fedi diverse… insieme possiamo diminuire la povertà e le malattie, prevenire la violenza e la guerra e porre fine alla distruzione ambientale”… (Ja-Seung,Presidente dello Jogye Order, Buddismo Coreano)
“Il nostro dovere, come comunità religiose, è di portare a tutti i credenti la libertà di comprendere veramente il proprio destino e di correggere le comprensioni errate della religione che portano a conflitti sociali tra l’umanità… Molte volte gli interessi delle autorità politiche sono etichettati come questioni religiose… Dobbiamo indicare la religione come ciò che è al di sopra di tutti gli interessi… allora servirà come un faro di speranza” (Kyai H.H.Muzadi, segretario Generale della Conferenza Internazionale degli Studiosi Islamici)
“… Osare l’umanesimo… ha l’ambizione di aprire le strade rischiose della libertà… L’umanesimo è un processo di rifondazione permanente, che si sviluppa unicamente grazie a delle rotture che sono delle innovazioni… Risveglia i desideri di libertà di uomini e donne, ci insegna a prenderci cura di essi. La cura amorosa per l’altro… creano delle nuove prossimità e delle solidarietà inattese. L’età del sospetto non è più sufficiente… osiamo scommettere sul rinnovamento continuo delle capacità di uomini e donne a credere e a conoscere insieme…” (Julia Kristeva)