Comunicato della conferenza internazionale sull’Afghanistan a Bonn
Nel dicembre 2001, a Bonn, in Germania, si è tenuta una conferenza internazionale sull’Afghanistan .In seguito all’operazione guidata dagli U.S.A, che ha rimosso i Talebani dal potere a Kabul, la comunità internazionale si è riunita per discutere della pace, della democratizzazione e ricostruzione della società e dello stato afgano. La transizione democratica – sotto la leadership di Hamid Karzai e con il supporto civile e militare della comunità internazionale- è stata poi rinsaldata da una risoluzione delle Nazioni Unite. Un Afganistan devastato dalla guerra e molto povero, stava per essere trasformato in una nazione stabile.
Ora, dopo una decade di impegni internazionali, soprattutto di tipo militare, più di novanta delegazioni di governi e istituzioni internazionali ritornano a Bonn per una nuova conferenza di alto livello. Insieme col governo afgano, i partecipanti discuteranno delle prospettive future per il paese.
La data della conferenza è critica nel momento in cui il ritiro delle truppe straniere si completerà entro il 2014. Per questa data, si prospetta che la costruzione della società e dello stato afgano avrà raggiunto livelli tali che l’Afganistan sarà in grado di realizzare da solo, e in modo sostenibile, le sue strategie politiche, militari ed economiche. Alla luce di questi obbiettivi, il governo afgano presidierà e condurrà la conferenza, programmata su 3 temi centrali: il trasferimento di responsabilità che accompagnerà il ritiro delle truppe internazionali, il processo politico che dovrebbe portare ad un accordo negoziato del conflitto e ad una strategia di sviluppo a lungo termine che potrà fornire supporto dopo il 2014.
Tragicamente, la seconda metà di questa decade è stata caratterizzata da un crescendo di violenza e da un aumento di intensità del conflitto da parte delle forze NATO e dei ribelli. L’ondata militare del 2009 che avrebbe dovuto sconfiggere le ribellioni, si è dimostrata inefficace, poiché le fazioni ribelli hanno reagito con violenza ancor maggiore, mentre ottenevano e conseguivano sempre più supporto dalla popolazione. Un risultato favorevole, raggiunto attraverso mezzi militari sembra sempre più inverosimile ai ribelli e al governo.
Mentre persistono legittimi dubbi sul raggiungimento di un accordo solo per mezzo di negoziati e preoccupazioni per le loro implicazioni future, è evidente che il solo modo per ottenere uno stato afgano pacificato sia un quadro di negoziazione ad approccio maggiormente inclusivo, che coinvolga tutte le parti interessate a livello nazionale e regionale. Le speranze per una soluzione negoziata sono, al momento, scoraggiate da sfiducia, incoerenza e insicurezza. Tuttavia, il fallimento della strategia internazionale predominante ha dimostrato, a tutto oggi, che le forze militari non sono in grado di portare gli attori principali al tavolo delle trattative.
Come movimento internazionale per la pace, i diritti umani e la riconciliazione, Pax Christi considera di primaria importanza che la conferenza di Bonn del 2011 sia finalizzata a creare il quadro necessario per una pace negoziata e a dare priorità al rafforzamento delle strutture civili afgane. Dopo una decade di politiche internazionali governate da soluzioni militari al conflitto, speriamo che i prossimi dieci anni vedano una società civile afgana più forte che contribuisca positivamente al processo di negoziazione. Un futuro sicuro sarà raggiunto solo quando tutte le parti interessate della società afgana, libere da paura e sfiducia, potranno e vorranno sedersi al tavolo delle trattative di pace.
Bruxelles, 2 Dicembre 2011