Ultimo saluto a Giulio Girardi
Nella notte di domenica 26 febbraio, Giulio Girardi ci ha lasciato.
Il suo corpo martoriato da una lunga e spietata infermità ha cessato di essere ostacolo al suo grande spirito, alla sua operosa intelligenza di un Dio Liberatore e di un’umanità liberata.
Avevamo da poco ricordato i suoi 86 anni, insieme a Bruno Bellerate che l’ha accompagnato fraternamente soprattutto in questi ultimi anni di infermità. Con Giulio abbiamo percorso quasi mezzo secolo di storia. Ho qui sul tavolo il suo libro “Marxismo e cristianesimo”, con la prefazione del cardinal Franz Koenig, dal 1965 quante decine di edizioni e quanti milioni di lettori “liberati”! Insieme a lui nostro maestro, abbiamo vissuto la storia dei “Cristiani per il socialismo”, del settimanale “Com-Nuovi Tempi”, delle comunità di base, delle vicende dell’America Latina, delle gioie e delusioni del Nicaragua, di Cuba, della teologia della liberazione, dell’emergere dei popoli indigeni, dei Tribunale Russel, della nonviolenza e della pace.
Con Giulio iniziammo anche la modesta attività editoriale del Cipax, con il libretto “Riscoprire Gandhi – La violenza è l’ultima parola della storia?” e poi “Seminando amore come il mais – L’insorgere dei popoli indigeni e il sogno di Leonidas Proanho”. Con noi esercitò per l’ultima volta il suo “magistero”. Infatti nella nostra sede, in un confronto tra le teologie della liberazione latinoamericana, musulmana ed ebraica, in occasione delle celebrazioni di Oscar Romero di cinque anni fa, fu colpito da un gravissimo ictus che progressivamente lo ha spento.
Ora siamo certi ha incontrato faccia a faccia quel Cristo Liberatore che tanto ha testimoniato, ed accanto a Lui ha rivisto quei grandi compagne e compagni di strada con i quali ha sempre cercato la costruzione di un mondo più simile al sogno di Dio: Leonidas Proanho, Oscar Romero, Marianella Garcia, Che Guevara, Samuel Ruiz, Mendez Arceo...
Nel maggio scorso, a Kingston in Giamaica, alla Convocazione Ecumenica Internazionale sulla Pace Giusta promossa dal Consiglio Ecumenico delle Chiese, un folto gruppo di teologi e leader religiosi dell’America Latina mi chiesero di salutare fraternamente Giulio come “padre e maestro” della loro testimonianza di cristiani impegnati nel cambiamento sociale: dal Nicaragua, Cuba, Ecuador, Brasile, Colombia, ecc. gli portai e lessi il messaggio. Il male gli impedì di mostrare segni di comprensione e reazioni. Ora, in quel Continente, lo stanno salutando con tanta tristezza.
Noi, anche a nome loro, daremo un estremo saluto a Giulio a Roma, martedì 28 febbraio, alle ore 14, nella sua comunità di base, quella di san Paolo, in via Ostiense 152/B.
In seguito, tra non molto, torneremo a riflettere su di lui, per “mettere a produzione” i semi che in tanti anni ha sparso dentro di noi.