Il prezzo del servaggio militare: da 0,08 centesimi a 7,14 euro al mese a ettaro
Il ministro della Difesa, dopo i tradizionali infiniti solleciti, promette di ottemperare alle leggi e pagare i 12,7 milioni di indennizzi arretrati dovuti alla Sardegna per il danno causato alla collettività dall’occupazione militare. Governatore e sindaci esultanti ringraziano.
Si esulta molto meno se si valuta la montagna di milioni con i normali criteri di calcolo e le comuni misure di riferimento, cioè il valore mensile di un ettaro o kmq. Bastano due calcoli da prima elementare per smascherare il meccanismo truffaldino di trasformazione dei centesimi di euro in milioni.
I complessivi 15,1 milioni di indennizzi sono riferiti a cinque anni, attengono 24.000 ettari di demanio (il 91% è adibito a poligono) e circa 11.000 hm gravati da servitù. A questi andrebbero sommate le sterminate zone classificate “Interdette o Pericolose per la navigazione aerea e marittima”, solo uno dei 4 tratti di mare annesso al poligono Salto di Quirra con i suoi 2.840.000 hm supera la superficie della Sardegna. Per semplificare arrotondiamo, con forte ribasso, a 3.000.000 hm di mare e terra. Risulta che il prezzo del servaggio militare si aggira su 0,083 centesimi di euro al mese a ettaro. Se invece si considera solo la terra si arriva alla “vertiginosa” somma di € 7,14 mese-ettaro.
Gli indennizzi, ovvero il “contributo dovuto ai Comuni nei quali le esigenze militari incidono sull’uso del territorio e sui programmi di sviluppo economico e sociale” discende dal riconoscimento (sancito dalle leggi 898/1976, 104/1990) che demanio e servitù militari causano a tutta la collettività “oberata” un danno economico e sociale (negli anni 1976-90 mancava ancora la coscienza del danno ambientale e il danno sanitario non era ancora emerso). Però, il mare e il cielo annessi ai poligoni non sono classificati né demanio né servitù, quindi non rientrano nel computo. Le varie Giunte regionali e i tanti parlamentari sardi non si sono mai accorti della pesante ipoteca “sui programmi di sviluppo economico e sociale” posta dall’asservimento militare del cielo e del mare della Sardegna.
Dicono che il criterio di erogazione degli indennizzi non è quello mese-ettaro o chilometro (infatti con questo unico criteri si riscontra una disparità di trattamento, seppure lieve, tra i Comuni). Questo non inficia lo scandalo della somma vergognosamente irrisoria, del ricorso spudorato a trucchetti linguistici e contabili di bassa lega, a ritardi nei ritardi di pagamenti arretrati per trasformare i centesimi in milioni di euro.
In cambio di 0,08 centesimi spacciati come “pioggia di milioni” i sardi ben possono gioire, chiudere di nuovo gli occhi e rimuovere i sospetti/certezze sui veleni di guerra, lo scempio ambientale, la catena infinita di leucemie e alterazioni genetiche di bambini e animali. In barba alle leggi la fanfara può riprendere la solita vecchia solfa: “I poligoni danno occupazione e benessere”.
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