Commemorazione della morte del beato Franz Jägerstätter

9 agosto 2012 - Giampiero Girardi

Tomba Franz Jägerstätter Il report fa riferimento all’album fotografico rinvenibile al seguente indirizzo web:
https://picasaweb.google.com/gia.gira/StRadegund2012#

Ben 9 le persone che componevano la delegazione italiana alle manifestazioni 2012 per la morte del beato Franz Jägerstätter: 4 veneti, 2 emiliane, 1 pugliese, 1 toscano e 1 della provincia di Trento. Alcuni di loro appartengono o simpatizzano per il movimento internazionale “Pax Christi”. Essi si sono aggiunte alle circa 200 persone che hanno preso parte all’insieme dei vari momenti celebrativi.
Dopo il viaggio in auto dall’Italia dell’8 agosto, c’è stato primo momento conviviale presso la Gasthaus Hofbauer a St. Radegund (non essendo arrivati in tempo per la preghiera in chiesa alle 18…). La cena è stata consumata all’aperto in una lunga tavolata dove si sono ritrovati in molti di coloro che da anni sono presenti al ricordo di Franz.
La notte è passata tranquilla in un moderno albergo, che è dedicato (anche nel nome) alle… oche, di cui c’è vicino un grande allevamento (vedi le foto).
La mattina del 9 agosto, giorno del ricordo, presso la si casa parrocchiale di Tarsdorf si è tenuta una conferenza dal titolo: “Dalle grinfie del potere e della violenza a Gesù, via di libertà. Due testimoni per i nostri tempi: Franz Jägerstätter (1907-1943) e Jean Goss (1912-1991)”.
Relatrice d’eccezione è stata Hildegard Goss-Mayr, moglie di Jean e figura di primo piano del movimento per la pace europeo e mondiale degli scorsi anni 70 ed 80. Un austriaco e un francese, quasi coetanei, entrambi cresciuti in povertà ed privi di una formazione culturale, in due paesi contrapposti dalla guerra, vengono chiamati a dare testimonianza di assoluto rispetto per l'essere umano e di vita vissuta secondo i valori della giustizia e della pace. La relazione (di cui si cercherà di far pervenire una traduzione) ha approfondito il tema del risveglio della coscienza che ha por¬tato questi testimoni a porre in primo piano nelle loro vite dimensioni dimenticate del Vangelo e nuove prospettive del messaggio di Gesù, fino alle estreme conseguenze. Essi ci hanno indicato la via per affrontare le sfide dei nostri giorni con la forza della libertà data da Gesù.
La bella sorpresa è stata quella di ritrovare in sala 2 coppie italiane (venete anche loro), giunte di loro iniziative perché attratte dalla figura di Franz, conosciuto tramite i libri editi in italiano (vedi sotto).
Il gruppo organizzato da Franz Jägerstätter Italia non si è fermato alla conferenza, per la mancanza di qualsiasi traduzione dal tedesco, e ne ha approfittato per una visita a Franziska Jägerstätter
Per la prima volta, infatti (e non è mancato chi non lo abbia ricordato con un velo di tristezza), la vedova del martire non ha preso parte alle celebrazioni. Da alcuni mesi, dopo aver compiuto i 99 anni lo scorso marzo, è costretta a letto, amorevolmente accudita dalla figlia Maria (nella cui casa si trova) e dal genero Herman. La visita è durata pochi minuti, a causa dello stato di debilitazione in cui versa Franziska ed è consistita in un augurio da parte nostra, qualche breve aggiornamento ed una preghiera finale di benedizione impartita da don Salvatore. Franziska è apparsa assolutamente lucida e ha mantenuto inalterato il suo sguardo dolce e allo stesso tempo determinato e volitivo di sempre. Anche la stretta di mano è stata forte, quasi esprimesse una forza interiore e non certo muscolare.
Il senso di tristezza che ci ha assalito nell’uscire è stato compensato dalla serenità e della semplicità colte in quella linda stanzetta, a pochi metri dalla casa dove lei ha vissuto pochi anni felici con il suo Franz.
La foto ricordo (vedi album) con Herman ha suggellato la visita e ha voluto esprimere a lui la riconoscenza per averci accolti nella sua casa.
Il resto della mattinata è stato dedicato ad una rapida visita al santuario di Altötting (distante una decina di km), dove si venera una Madonna nera. Si tratta di un santuario molto noto in tutta la Baviera e nell’alta Austria, meta di frequenti pellegrinaggi. Anche Franziska lo frequentava: ne sono testimonianza alcune lettere da lei scritte al marito in carcere.
Ci siamo ricongiunti con il resto del gruppo per il pranzo, consumato presso il Gasthaus Romstötter a Tarsdorf. Il menu era già stato scelto al mattino e dunque tutto è stato assai celere: potenza dell'organizzazione teutonica!
Alle 13.30 si è avviata la marcia-pellegrinaggio verso St. Radegund. Sono poco più di 6 km di distanza, leggermente aumentati perché il percorso si è snodato per strade secondarie in mezzo ai campi, anche per fare una sosta di meditazione davanti al nuovo monumento a Franz (vedi foto) voluto dall’amministrazione comunale. È una stilizzazione del suo rifiuto del nazismo e la sua beatificazione. Un po’ perplessi si resta davanti all’accatastamento di legno di quercia, che circonda e limita lo spazio del memoriale, con l’intenzione di richiamare la forza di volontà del martire.
In una fattoria si è fatto sosta per dissetarci (il sole era piuttosto caldo) e per mangiare un frutto. Poi la lunga serpentina ha ripreso il cammino, occasione di incontro, di condivisione e di comunione tra persone che provengono da tutto il mondo.
Dopo aver imboccato la nuova “via della pace” dedicata a Franz dal comune (la nuova amministrazione di St. Radegund pare abbia recuperato una nuova sensibilità…) siamo passati davanti alla sua casa per poi concludere il pellegrinaggio alla chiesa di St. Radegund.
Qui alle 16.00 si è tenuta la riflessione nell'ora della morte di Franz, organizzata da Pax Christi Austria, alla presenza delle tre figlie, Maria, Rosi ed Aloisia.
C’è stato poi tempo per riposare e rifocillarsi. Qualcuno ne ha approfittato per visitare la Jägerstätter Haus, riattraversando il paese in una bella giornata di sole e di verde.
Alle 19.30 è iniziata la messa di suffragio celebrata dal mons. Manfred Scheuer e da altri 4 sacerdoti, tra cui l’italiano don Salvatore e il parroco locale. Scheuer è stato il postulatore della causa di beatificazione e da 6 anni è vescovo di Innsbruck. È il presidente di Pax Christi Austria.
Per cortesia verso il gruppo italiano il vangelo è stato proclamato anche nella nostra lingua, così come alcune preghiere dei fedeli. Al termine si è svolto il sempre suggestivo rito delle luci sulla tomba di Franz. Ad ogni partecipante è stato consegnato un lumino rosso acceso. È poi cominciata una lenta processione scandita da un canto, aperta dal vescovo Manfred: uscendo dalla chiesa, ognuno depositava il suo lumino accanto ala tomba, mentre calavano le prime ombre della sera. A poco a poco la tomba si è infiammata fino a diventare una luce nella notte, un riferimento di fede e di coraggio nell’oscurità di un mondo che è ancora troppo pieno di violenza e di ingiustizia.
Il mattino seguente le persone ancora presenti in zona hanno preso parte ad una messa celebrata nella casa di Franz e Franziska. Celebranti d’eccezione un gesuita americano e un sacerdote italiano. La cerimonia, con 25 presenti tra cui le tre figlie Jägerstätter, è stata davvero suggestiva, anche se in quel contesto e in quel luogo ha preso ancora maggiore evidenza l’assenza di Franziska.
Con nel cuore questo rincrescimento ma anche tanta gratitudine, abbiamo peso la strada del ritorno. Ci aspettavano i 280 km di autostrada fino al Brennero e poi quelli per arrivare alle varie destinazioni.
Nel corso della manifestazione è stato dato l’annuncio della prossima pubblicazione, per i tipi della casa editrice “Il pozzo di Giacobbe”, di un nuovo volume in italiano, incentrato sulla figura di Franziska Jägerstätter, con uscita prevista nel prossimo tardo autunno.

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