“Chiesa di tutti, Chiesa dei poveri”: il convengo dei bastoni
Questo il testo che campeggiava nell'Auditorium dei Gesuiti a Roma (Eur) che il 15 settembre scorso ha accolto più di 700 persone per ascoltare alcuni testimoni del Concilio Vaticano II (1962-65) e spunti di donne e uomini che vorrebbero rendere sempre più operativo il grido profetico del Vaticano II. “Basta con l'ermeneutica sul Concilio, rendiamolo attuale il Concilio!”, affermava Cettina Militello nel suo intervento.
Per me è stato emozionante esserci: mi sentivo una bambina che camminava tra giganti. Una sensazione di riconoscenza e di gratitudine era stampata sul mio volto. I giganti sono le persone che hanno operato e, spesso, pagato in prima persona, per una Chiesa con meno potere e più autorevolezza. Sono cresciuta leggendo i libri di questi pensatori, teologi/ghe, laici e religiosi e oggi continuo a nutrire alle loro fonti la mia fede adulta, critica, questionante, inquieta.
Guardando la fragilità fisica di alcuni di loro, l'ho definito il Convegno dei bastoni. Sono fragili, e ti fanno tenerezza vederli camminare con l'aiuto, ma quando prendono la parola sono ancora appassionati e vigili nel narrare la chiesa sapienziale e viva. Il tutto condito con un pizzico di ironia, risultato, a mio avviso, di una fortezza interna maturata in tanti anni di lotte nei movimenti del dissenso cattolico o delle comunità di base.
Sentivo il commento: ma non ci sono giovani! Io mi sono domandata, senza trovare una risposta:
perché un giovane di 25 anni o meno dovrebbe essere motivato a partecipare a un simile convegno? Forse la risposta giace in quel silenzio di cui si è circondato il Vaticano II e la sua profezia. Non si è permesso a questa profezia di irrompere nella storia e lambire tutte le generazioni. O forse è la fuga della generazione dal ’70 in poi come affermano ricerche e testi di ultima pubblicazione.
Ho respirato libertà, finalmente uno spazio per parlare di tutto, anche di quei temi tabù quali omosessualità, sessualità, morte, donne nella Chiesa. Avendo sempre frequentato il mondo cattolico (dalle parrocchie, al volontariato, fino a farne anche una scelta professionale), spesso ho sofferto sulla mia pelle la difficoltà per i laici e le donne di avere diritto alla parola, finché non fosse un sacerdote o un'autorità a dartela. Questo ha creato una ferita nella mia fede che anelava, nonostante tutto, a essere una fede matura e responsabile. Oggi capisco che il diritto di parola non me lo può dare nessuno, ce l'ho come laica e cristiana, con le mie difficoltà e dubbi, ma comunque un membro di questa comunità universale che può dire la sua, senza timori o sensi di colpa.
Perché tanta gente al convegno? La risposta che mi sono data è che sono pochi gli spazi di autoconvocazione come questo. Molti di noi sentono il disagio davanti a questa paura del confronto e del dibattito dentro la Chiesa sui temi caldi che toccano la vita concreta e la storia dell'umanità. Perché non si può anche solo palare di alcune opzioni? Perché dobbiamo percepire la Chiesa come un monolite inafferrabile, misterioso e immodificabile? Perché rifiuta il dialogo rifugiandosi sempre dietro dogmi e tradizioni? Alcuni cristiani oggi vogliono essere persone mature, non trattate come bambini che “tanto non capiscono le cose dei grandi”. Questi cristiani, come me e altri, meritiamo ascolto, dialogo, comprensione.
Rosanna Virgili, teologa laica, da il via al Convegno ricordando le parole della solenne apertura del Concilio di Giovanni XXIII: “Gaudet Mater Ecclesia” (La Madre Chiesa gioisce). Gioire è aprire, dilatare; se hai scoperto un tesoro non puoi tenerlo nascosto, devi fargli spazio, devi aprire spazi. Chiesa è madre nel senso che trasforma il suo corpo, perché dopo sarà un'altra donna. La fede delle donne è una fede che apre e include.
Credo che le pennellate offerte da Rosanna creino il quadro di una chiesa che tanti desidereremmo vedere: sicuramente in questa chiesa ci sentiremmo meno giudicati e additati, e più accolti, abbracciati, consolati, sanati.
Per info sul convegno: www.viandanti.org
Patrizia Morgante, patrizia.morgante@gmail.com