Il ritorno di Onana Virgile
Niemy, dicembre 2012
È arrivato con un foglio e una borsa per la macchina fotografica. Onana Virgile era partito dal Camerun oltre un anno fa perché nella famiglia c'era la fame come ospite quotidiano. L'Algeria era servita da pretesto per il Marocco. Per due volte ha potuto scavalcare la rete di recinzione di Melilla che assieme a Ceuta sono enclave spagnole in Marocco. E per due volte è stato respinto come le altre migliaia alle frontiere custodite e difese dell'Europa delle civiltà. Una volta a Fez ha saputo che sua madre era gravemente ammalata e ha deciso di tornare a casa.
Passa da Oujda al confine con l'Algeria dove le autorità dei due paesi praticano le espulsioni nel deserto. Il Marocco nel deserto algerino e l'Algeria in territorio marocchino. Nella città di confine i migranti vivono e muoiono di nascosto tra le classi e gli altri edifici dell'università di Oujda. Virgile arriva con qualche mezzo ad Algeri. Scopre che sua madre è nel frattempo morta perché stanca di aspettarlo. Rimangono un fratello e una sorella entrambi più piccoli di lui. Virgile nato a Yaoundé nel Camerun nel 1988 è padre di un figlio suo e di altri due, il fratello e la sorella.
Una piccola borsa da macchina fotografica che contiene quello che resta del suo esodo. Nel foglio che ha esibito per passare la frontiera col Niger si trova anche segnalata la sua residenza. La stazione in transito di Algeri e un decreto di espulsione. Da Algeri a Tamanrasset e da Tamanrasset a Arlit. Prima però c'è la frontiera di Assamaka dove notoriamente c'è da pagare quanto si è pazientemente messo da parte per il seguito del viaggio. Le frontiere sono trappole e muri e reticolati e decreti di espulsione. Da Arlit si arriva a Niamey e poi si cerca il modo di arrivare al paese di partenza, il Camerun per vedere dove la madre è stata sepolta.
Virgile è partito da Algeri il 26 novembre 2012 e forse tornerà uno di questi giorni al suo paese. Suo fratello minore si chiama Jean Marie e la sorellina ha appena iniziato la scuola elementare. Deve tornare per occuparsi di loro. Ancora non sa come perché nel suo paese i politici e i loro complici hanno rubato quanto potevano. Sono migliaia i camerunesi che attraversano le frontiere e il destino per arrivare da un'altra parte. Tanti non arrivano. In tutti questi anni sono oltre18 mila i morti che pochi cimiteri dimenticati alle frontiere che si trasformano in af-fronti. La frontiera potrebbe diventare come un fronte a fronte da compagni. Gente che mangia lo stesso pane e che non lo ruba a nessuno. Nel suo piccolo anche Dio lo diceva. Che il pane quotidiano che non dovrebbe mancare mai. Solo l'anno scorso sono almeno 2 352 i morti rapinati dal mare e dagli altri confini.
Laurence è partito dal suo paese oltre vent'anni fa. Da Nouadhibou in Mauritania è passato in Marocco e forse anche in Spagna. Attraversa i paesi e le frontiere invece attraversano lui. Si domanda a volte come dovrebbe fare con la vita. Tra le mani ha solo la bandiera del suo paese che lo accompagna e che nasconde sempre con sé. Il fragile segno di un legame che continua malgrado gli anni e i tradimenti. La guerra civile e la famiglia inghiottita dalla dimenticanza e dai decessi. Laurence l'ha portata in tutti questi anni come fosse l'ultimo filo che gli ricorda la sua terra. La custodisce in un sacchetto al colore di lutto. La bandiera di Laurence porta una stella sola. E poi altre strisce colorate che raccontano quello che la politica e le polizie di frontiera non riescono a dire.
La bandiera della Liberia che Laurence non ha mai abbandonato lungo la strada è il suo documento di viaggio. Non ha i pochi soldi per pagare l'affitto della casa di fango dove abita con altri migranti.
Ti saluto cordialmente. Ero in seminario ma Dio non ha voluto che io sia prete. Ma penso sempre di diventare un fratello. Per questo ti domando un computer portatile perché sono in terza superiore e ho problemi per pagare gli studi. Con questo potrò lavorare e forse tornare in seminario. Ho tanto bisogno di consigli per il mio cammino. Il mio contatto è 90 54 32 77 oppure 98 68 23 63.Denis.