PAX CHRISTI

Esercitazioni

Applicazioni militari di aeromobili a pilotaggio remoto (APR): pubblichiamo di seguito il rapporto integrale di Pax Christi International sui droni.
Pax Christi International (Traduzione a cura di Francesca Manicardi)

L’impiego massiccio di aeromobili a pilotoaggio remoto (APR) – definiti anche UAV, veicoli aerei senza pilota o droni – ha dato il via a una nuova fase nella guerra moderna e sta sollevando seri dubbi, sia morali che legali, che devono essere esaminati immediatamente. Pax Christi International ha vagliato attentamente diverse posizioni riguardo questa problematica ed è convinta che l’utilizzo come armi di tali veicoli aerei senza pilota debba essere proibito.

1. Pax Christi si riferisce in particolare all’utilizzo di APR (o UAV) come armi e non preclude un loro impiego per scopi di controllo di obiettivi che non siano militari o umani, come la sorveglianza di oleodotti o linee elettriche, le ispezioni infrastrutturali, la gestione della qualità dell’aria, la custodia delle risorse, i servizi di comunicazione o di trasmissione oppure il controllo di abusi di diritti umani. Nonostante non rappresentino lo scopo di questo rapporto, le preoccupazioni che riguardano l’invasione della privacy attraverso l’impiego della tecnologia dei droni per la sorveglianza di esseri umani, inclusi scopi civili come l’applicazione della legge o il controllo alle frontiere, sono da tenere in grande considerazione.

2. Secondo i sostenitori, l’utilizzo di robot e sistemi senza pilota aumenta la sicurezza dei civili durante le operazioni militari. Nonostante il governo americano sostenga che gli operatori di droni possano distinguere un terrorista di Al Queda da un innocente civile (John O. Brennan, Assistente al Presidente per la Sicurezza Interna e per la Lotta al Terrorismo, l’Efficacia e Etica della Strategia Antiterrorismo Americana, Note al Woodrow Wilson International Center for Scholars - apr. 2012, disponibile all’indirizzo:
www.wilsoncenter.org/event/the-efficacy-and-ethics-us-counterterrorism-strategy), studi recenti (International Human Rights And Conflict Resolution Clinic – Stanford Law School – and Global Justice Clinic – NYU School Of Law) mostrano come gli attacchi dei droni americani abbiano ucciso centinaia di civili e ne abbiano feriti molti altri. Inoltre, il continuo ronzare dei droni, 24 ore al giorno, sulle comunità che non sono in grado di proteggersi da sole, ha terrorizzato uomini donne e bambini, ha causato enormi ansie e traumi psicologici tra le comunità civili e ha disturbato le attività essenziali delle comunità stesse, come i servizi scolastici e gli sforzi per la risoluzione di dispute tribali. Un recente studio della Stanford Law School/NYU afferma che gli attacchi dei droni americani hanno indebolito i rapporti degli Stati Uniti nella regione, specialmente con il Pakistan, hanno reso più facile l’arruolamento di gruppi armati violenti non statali e hanno incentivato ulteriori attacchi violenti. Inoltre, la mancanza di trasparenza da parte del governo riguardo gli attacchi dei droni ostacola il continuo monitoraggio e la responsabilità pubblica.

3. Di seguito alcuni dei quesiti più importanti sull’utilizzo della tecnologia letale dei droni in relazione allo stato di diritto. Il governo americano ha fallito nel rendere pubbliche le basi legali del proprio programma mirato agli omicidi e sta creando precedenti pericolosi per altri governi, incluse probabili violazioni ripetute da parte di altre sovranità nazionali. Giustiziare individui senza un doveroso processo o un’opportunità di arrendersi potrebbe violare le sensibilità morali e legali delle persone che sostengono di credere nel valore di ogni vita umana e nel diritto di un processo giusto. La legalità e la moralità nell’uccisione di obiettivi deboli (o ogni potenziale “nemico”) al di fuori di una zona di guerra sono esse stesse altamente discutibili.

4. Inoltre, la materializzazione mirata agli esseri umani e alla loro lontananza è probabile che abbassi la soglia per l’impiego di violenza armata volta alla risoluzione dei conflitti. Nel prossimo futuro è previsto che scendano in campo droni completamente autonomi o “robot killer”, capaci di prendere autonomamente decisioni in merito all’uccisione di individui senza un operatore in carne e ossa informato (www.hrw.org/sites/default/files/reports/arms1112ForUpload_0_0.pdf ). Le azioni con lo scopo di uccidere effettuate da un controllo remoto sono estremamente offensive per Pax Christi, che si fonda sulla nonviolenza attiva.

5. Pax Christi International ritiene necessario affrontare minacce di sicurezza in modo non militare. L’utilizzo di droni in conflitti armati, grazie al loro costo relativamente basso, probabilmente aumenterà un loro uso in guerra e l’intervento militare. Crediamo che la cooperazione internazionale nelle investigazioni criminali, l’arresto e il processo di sospetti terroristi, nell’investimento in termini di sviluppo umano, di posti di lavoro e di istruzione, insieme al dialogo, alla diplomazia e al compromesso, siano i passi di maggiore effetto per una pace sostenibile e per la sicurezza totale, e che rifletta nella maniera più accurata possibile che tipo di persone speriamo di diventare.

6. Pax Christi International, opponendosi all’impiego di APR o droni come armi, crede che questi abbassino il limite minimo per ricorrere alla forza violenta per risolvere conflitti complessi. Ci opponiamo all’utilizzo di droni letali.

7. Pax Christi International richiede agli Stati Uniti e agli altri Stati che impiegano la tecnologia dei droni per scopi antiterroristici, di fermare immediatamente l’utilizzo dei droni mirati all’assassinio, di assicurare trasparenza e responsabilità nell’utilizzo dei droni e di smilitarizzare le strategie anti terrorismo.
8. Chiediamo alle Nazioni Unite di sviluppare standard legali vincolanti basati sui principi della legge internazionale per la produzione, l’uso e la proliferazione di APR o droni e di proibire l’utilizzo di droni “robot killer” completamente autonomi.

Bruxelles,
28 Novembre 2012

 

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