Ho udito il grido del mio popolo
Tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta del Novecento, un piccolo Paese latinoamericano fino ad allora mai salito agli onori della cronaca, El Salvador, diviene improvvisamente famoso in tutto il mondo, in quanto si trova ad essere una pedina fondamentale nei contrasti fra le superpotenze mondiali impegnate in una nuova guerra fredda. In questo Paese, lunedì 24 marzo 1980, verso le ore 18,25, mentre sta celebrando la Santa Messa, appena terminata l’omelia, l’arcivescovo di San Salvador, Oscar Arnulfo Romero, è colpito al cuore da un colpo di arma da fuoco. Caricato su una vettura, muore poco dopo in ospedale. Viene così messa a tacere la voce che nella nazione centroamericana denuncia, senza paura, violenze, sequestri, omicidi, indicando responsabilità e complicità. Si tratta di una voce scomoda per le oligarchie politiche ed economiche che si definivano cattoliche e sostenevano di lottare per la difesa della civiltà cristiana contro il comunismo. Per i poveri e gli oppressi è invece una voce amica e fedele, l’unica difesa contro i soprusi e le prepotenze.
Il paradosso della vicenda di Oscar Romero è che quest’uomo della tradizione, questo pastore d’anime che aveva del vescovo una visione classica e tridentina e che per gran parte della sua vita non ha avuto alcuno interesse per la politica e per le questioni sociali, ad un certo punto, rifacendosi ai documenti del Concilio e a Paolo VI, ha compreso sempre più chiaramente, di fronte alle violenze che colpivano i suoi sacerdoti e i suoi fedeli, che era proprio dovere illuminare le realtà terrene con gli insegnamenti del Vangelo. Come giustamente ha scritto il card. Carlo Maria Martini, Romero è stato dunque «un vescovo educato dal suo popolo». Da una terra dove scorreva il sangue, dove gli oppositori erano fatti scomparire, dove i diritti umani erano calpestati, la voce dell’arcivescovo di San Salvador, libera e autorevole, ha oltrepassato le frontiere ed è stata sentita in tutto il mondo. Quando si rese conto delle sofferenze del suo popolo, Romero ne ebbe compassione e da buon pastore se ne fece carico. Andò consapevolmente incontro alla morte e non vi si sottrasse: la logica evangelica gli chiedeva questo e lui vi aderì.
Il presente libro vuole rappresentare un contributo per far conoscere la straordinaria vicenda di questo vescovo, che pagò con la vita il proprio servizio al Vangelo. Si tratta di un lavoro che intende essere preciso e rigoroso, ma non specialistico. Ha dunque un carattere divulgativo. Non è un testo celebrativo o agiografico, bensì una ricostruzione puntuale e documentata della biografia di Oscar Romero e una riproposizione del suo pensiero grazie ai molti riferimenti alle omelie e agli scritti. Con le numerose note, con la contestualizzazione storica di testi e di vicende, si intende offrire a tutti la possibilità di accostarsi alla testimonianza, oggi più che mai attuale, che Oscar Romero ha offerto con la propria vita e con le proprie scelte.
“L’autore, con una ricostruzione magistrale, restituisce a noi lettori trent’anni dopo l’assassinio, la figura di un uomo che pagò con la propria vita per servire il Vangelo” (“Il Regno Attualità”, 2/2011)
“Il libro di Anselmo Palini conduce il lettore in modo assai documentato, ma insieme gradevole, lungo tutta la vicenda umana ed ecclesiale di questo vescovo, che fu capace di impersonarsi poi nel suo popolo, convertendosi all’impegno di una pastorale integrale, che investiva tutto l’uomo” (Pier Giorgio Liverani, già direttore di “Avvenire”, in “Studi Cattolici”, febbraio 2011)
“Un libro inchiesta, che spiega molte cose anche della Chiesa di oggi” (Stefano Stimamiglio, in “Famiglia Cristiana”, 3/2011)
“Va accolta con interesse questa nuova biografia, che si distingue per la capacità di unire una ricerca rigorosa a un taglio divulgativo. Non è un testo agiografico, bensì una ricostruzione puntuale e documentata della vita di Romero e una riproposizione del suo pensiero grazie ai molti riferimenti alle omelie e agli scritti” (In “Popoli”, mensile internazionale dei gesuiti, febbraio 2011)
Anselmo Palini, coniugato, tre figli, vive e lavora in provincia di Brescia. È docente di Materie Letterarie nella Scuola Superiore. Nei suoi studi ha approfondito in particolare i temi della pace, dell’obiezione di coscienza, dei diritti umani e, più recentemente, le problematiche connesse con i totalitarismi nel XX secolo, ricercando in particolare le testimonianze di chi si è opposto a tali sistemi dittatoriali.
Fra i suoi ultimi libri, ricordiamo:
• Bambini e ragazzi nel mondo. I diritti affermati, i diritti negati, Libreria Editrice Vaticana, Roma 2000;
• Le carte dei diritti, La Scuola, Brescia 2003;
• Testimoni della coscienza. Da Socrate ai nostri giorni, editrice Ave, Roma 2005, prefazione di Franco Cardini, premio Capri San Michele 2006 sezione Giovani;
• Voci di pace e di libertà. Nel secolo delle guerre e dei genocidi, Ave, Roma 2007, prefazione di Paolo Giuntella;
• Primo Mazzolari. Un uomo libero, Ave, Roma 2009, con postfazione di mons. Loris Francesco Capovilla;
• Sui sentieri della profezia. I rapporti fra Giovanni Battista Montini-Paolo VI e Primo Mazzolari,
Messaggero, Padova 2010, con prefazione di Bruno Bignami, presidente della “Fondazione Mazzolari” di Bozzolo, e postfazione di Antonio Lanzoni, vice-postulatore della causa di beatificazione di Paolo VI.
Ha pubblicato inoltre articoli, saggi e inserti su varie riviste, come Humanitas, Vita e pensiero, Scuola Italiana Moderna, Nuova Umanità, Scuola e Didattica, Mosaico di Pace, Azione Nonviolenta, Nuova Secondaria, Dialoghi, Nigrizia, Formazione e lavoro, Civiltà Bresciana.
Note
Anselmo Palini,Oscar Romero. “Ho udito il grido del mio popolo”,
editrice Ave, Roma novembre 2010,
pp. 272
prefazione di Maurizio Chierici,
scrittore e giornalista, già inviato del “Corriere della Sera”, in America Latina dove ha conosciuto e intervistato mons. Romero