Appello per imporre alla Siria e in Siria un immediato cessate il fuoco

4 luglio 2013 - Tavola della Pace di Cremona

Al Parlamento italiano,
al Parlamento europeo,
al Governo italiano

Di fronte ai drammatici avvenimenti di Homs, roccaforte dell'opposizione siriana, che vede il regime di al Assad impegnato a bombardare la città e la popolazione civile in modo indiscriminato come fece Hitler su Guernica,

la Tavola della Pace di Cremona esorta il Parlamento italiano e il Parlamento europeo, il Governo italiano e il Consiglio europeo ad agire immediatamente per fermare il massacro e imporre il cessate il fuoco alla Siria e in Siria.

Gli sforzi diplomatici della Comunità internazionale, finalizzati ad arrivare ad una Seconda Conferenza di Ginevra per definire una soluzione politica condivisa della guerra civile siriana, rischiano oggi di apparire solo un alibi per l'impotenza delle Istituzioni internazionali. Si esca dalla equivoca strategia di invocare una soluzione negoziata e contemporaneamente tollerare il proseguimento della guerra.

In particolare l'inazione dell'Unione Europea e dell'Italia non può essere giustificata con le divisioni interne agli Stati che aderiscono all'ONU e con la paralisi del Consiglio di Sicurezza che, certo, condizionano gravemente il quadro internazionale.

Queste giustificazioni suonano moralmente inaccettabili e politicamente insostenibili al cospetto delle migliaia di vittime e dei milioni di profughi.
Le stragi che si susseguono assomigliano sempre più a un genocidio: bisogna fermarle subito!

Per questo, se non si è riusciti ad ottenere dall'ONU l'invio in Siria di caschi blu come forze di interposizione, si dia un mandato più ampio alle forze di pace internazionali, già presenti in Libano, per impedire che le milizie libanesi di Hezbollah penetrino in territorio siriano e partecipino in forze all'assedio e all'attacco di città siriane ribelli.

Per questo si chieda al Tribunale Penale Internazionale di valutare, in autonomia ma con urgenza, la gravità dei crimini commessi da al Assad e di avviare le conseguenti procedure di incriminazione, come prevede lo Statuto del Tribunale stesso nei riguardi di capi di Stato e di Governo.

Per questo l'Italia proponga all'Europa, se vuole ancora considerarsi potenza civile di pace, la rottura politica e diplomatica con il regime di al Assad, nel caso non rispettasse il cessate il fuoco, e la sospensione di ogni rapporto economico, commerciale, finanziario con un Governo che sta sterminando il suo popolo.

Se il regime di al Assad vincesse militarmente la guerra civile in corso, con quale coscienza l'Italia e l'Europa riprenderebbero affari e relazioni normali con un Governo criminale, che ha soffocato sin dall'inizio le pacifiche manifestazioni della sua gente e ha aperto il paese alla violenza di milizie esterne?

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