Stragi ingiustificate

26 giugno 2013 - Alidad Shiri

Che cosa c’entra la religione con l’assassinio criminale di bambini innocenti? Nel luogo che percorrevo ogni giorno a Quetta (Pakistan) per andare a scuola, vicino a casa mia, vedevo tanti bambini giocare spensierati, erano come me profughi Hazara dall’Afghanistan. Vedevo la sera le luci che davano un senso di festa all’incontro di tanta gente, giovani e adulti. Ora a vedere le foto terribili di tanti corpi dilaniati dalla strage dei giorni scorsi, neanche 40 giorni dopo l’attentato in una sala di biliardo dove sono morti 120 giovani, oltre agli innumerevoli feriti, mi si spezza il cuore. Mia sorella che era a lezione di inglese in una scuola non distante, è rimasta ferita da una finestra che le è caduta addosso. Il suo fidanzato è invece gravemente ferito. Erano le 17:30, ora di massimo affollamento in cui passavano dal mercato tanti pendolari, studenti e famiglie con bambini che andavano a fare la spessa. È piombata improvvisamente un’autocisterna con mille kg di esplosivo. Mai stato nella storia di Pakistan un attentato di una potenza così grande: sono rimasti solo i pezzi del veicolo mentre si è formato un cratere di 2 metri di profondità e 6 di diametro. Si stanno ancora contando i morti: sui canali televisivi parlano di 75 persone, ma siccome sono ancora in cerca di tante vittime sotto le macerie, si stima che i morti siano almeno 110 e 200 i feriti. Anche il Governatore del Baluchistan è andato all’ospedale per esprimere il suo cordoglio ai parenti ed ha riconosciuto che questa strage non sono riusciti a prevenirla gli agenti segreti, strano perché hanno a disposizione qualsiasi mezzo per rintracciare i terroristi. La Polizia avrebbe la libertà di arrestare subito gli autori. C’è una taglia di un milione di Kaldar per chi riesce a dare informazioni giuste. C’è anche l’ordine di mandare i feriti immediatamente con voli privati all’Ospedale di Karachi. Il portavoce di Lashkari Jan joh ( gruppo di guerra) ha rivendicato l’attentato, chiamando la BBC e altre agenzie del mondo, vantandosi del loro secondo attentato nel 2013 e minacciando che se arriveranno i militari a controllare la città, continueranno. Hanno 20 macchine pronte, piene di esplosivo, con i Kamikaze seduti alla guida. Mentre durante la notte gli Hazara stanno ancora cercando le salme dei loro cari, e sul posto c’è una pioggia di sangue che continua, dall’ altra parte i fondamentalisti stanno invece osservando e festeggiando. La gente è scesa in piazza, famiglie intere sotto le intemperie, senza mangiare e senza bere, per chiedere giustizia, perché i criminali siano arrestati e condannati. Ma non si fida delle promesse fatte e rimane lì. Però in occidente non c’è sensibilità, anch’io mi sento solo, tante chiacchiere, ma che cosa si fa per isolare i fondamentalisti? Io ho conosciuto organizzazioni internazionali da cui sono stato invitato, ma dove sono nel momento in cui si calpestano gli elementari diritti alla vita e alla sicurezza di popoli perseguitati? E perché non si informa la popolazione italiana di quanto sta accadendo? Noi Hazara avremmo bisogno almeno di un abbraccio e di sentire che qui la gente ci è vicina, capisce il nostro grande dolore.

Ultimo numero

Rigenerare l'abitare
MARZO 2020

Rigenerare l'abitare

Dal Mediterraneo, luogo di incontro
tra Chiese e paesi perché
il nostro mare sia un cortile di pace,
all'Economia, focus di un dossier,
realizzato in collaborazione
con la Fondazione finanza etica.
Mosaico di paceMosaico di paceMosaico di pace

articoli correlati

    Realizzato da Off.ed comunicazione con PhPeace 2.7.15