POTERE DEI SEGNI

Cari giovani...

Don Tonino e i giovani: una lettera perché imparino a essere sempre in ricerca, gioiosi e capaci di amare e di pensare con la propria testa.
Rosa Serrone

Come parlare di Cristo ai giovani d’oggi, “prima generazione incredula”? Nel libro “Scrivo a voi...” (ed. dehoniane), don Tonino, come un allenatore, delinea il rapporto con Lui in un acronimo:
“Gioia. Niente musi lunghi. Si tratta di andare alla ricerca di una persona che è la fontana della gioia. Tutte le gioie della vita sono rigagnoli di questa fontana.
Esperienza. Ricordatevelo: Gesù non è una formula da imparare. È il vivente che cammina con voi. È l’amico che vuole spartire tutto con voi: il pane, la strada, la tenda.
Sequela. Lui vi precede. È in testa alla carovana. Voi gli state dietro. Qualche volta potrete avere l’impressione di perderlo di vista, tanto è lunga la fila. Vi dico un segreto: tenete d’occhio quelli che, stando più avanti di voi, riescono a vederlo.
Unione. Non vi sbrancate. È pericoloso. La strada è più percorribile e più sicura quando si cammina insieme. Sotto la guida dei vostri genitori. Con l’aiuto dei catechisti. Dietro l’esempio dei vostri sacerdoti.
Comunità. È una parola magica. Apre le porte del regno. Gesù non si fa trovare da esploratori solitari, ma solo da comunità che cercano insieme.
Ricerca. Quanta fatica! Ma non vi scoraggiate. Gesù ama appostarsi dietro la siepe. Quasi sempre è la siepe più vicina. Come nel gioco del nascondiglio, sembra che goda della tribolazione della ricerca.
Itinerario. Ve lo dico subito: per afferrarlo, occorre camminare tutta la vita. Lui non si lascia prendere una volta per tutte. Se pensate di cercarlo soltanto fino alla comunione o alla cresima, siete già fuori gioco. Sconfitti per squalifica. Vincerete una tappa, ma perderete il giro.
Scuola. Difficile ma bella. Imparerete a pensare come pensa lui. Ad amare come ama lui. A giudicare come giudica lui. Ad agire come agisce lui. Per questo occorre anche tanto studio.
Tenacia. Non mollate. Puntualità, preghiera, grinta, passione, fedeltà agli incontri di catechesi: scandiranno la vostra crescita cristiana. Non trovate scuse per defilarvi dal gioco!
Opere. Le parole non bastano. L’albero si conosce dai frutti. Il vostro impegno catechistico sarà autentico se spunteranno gemme di decisioni forti e se, sui rami della vostra vita, matureranno i frutti della speranza.
Buon cammino, ragazzi. Qualche volta vi raggiungerò lungo la strada, per darvi una mano”.
Questo decalogo è una traccia essenziale per camminare con Cristo. Gli fa da specchio, nello stesso libro, la preghiera “Catechista”:
“Chiamato ad annunciare la tua parola, aiutarmi, Signore, a vivere di te e a essere strumento della tua pace.
Assistimi con la tua luce, perché i ragazzi che la comunità mi ha affidato trovino in me un testimone credibile del Vangelo.
Toccami il cuore e rendimi trasparente la vita, perché le parole, quando veicolano la tua, non suonino false sulle mie labbra.
Esercita su di me un fascino così potente, che prima ancora dei miei ragazzi, io abbia a pensare come te, ad amare la gente come te, a giudicare la storia come te.
Concedimi il gaudio di lavorare in comunione, e inondami di tristezza ogni volta che, isolandomi dagli altri, pretendo di fare la mia corsa da solo.
Ho paura, Signore, della mia povertà. Regalami, perciò, il conforto di veder crescere i miei ragazzi nella conoscenza e nel servizio di te, uomo libero e irresistibile amante della vita.
Infondi in me una grande passione per la verità, e impediscimi di parlare in tuo nome se prima non ti ho consultato...
Salvami dalla presunzione di sapere tutto. Dall’arroganza di chi non ammette dubbi....
Trasportami dal Tabor della contemplazione alla pianura dell’impegno quotidiano....
Affidami a tua Madre. Dammi la gioia di custodire i miei ragazzi come lei custodì Giovanni... Amen”.
E noi? Preghiamo e parliamo ai giovani con un linguaggio franco, con una vita credibile perché la Parola sia creduta?

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