ARMI

Killer Robots

Nuove, perfettamente automatiche, in grado di raggiungere senza margine di errore obiettivi precisi: ecco i killer robot. Nuove armi. Nuovi droni. Dove arriveremo?
Miriam Struyk (Program Director for Security and Disarmament, Pax Christi Olanda)
Fonte: Traduzione a cura di Cristiana Calabrese

Tecnicamente geniali, instancabili, infaticabili, i “Killer Robots” cambieranno per sempre il volto dei campi di battaglia. Mentre ancora ci stiamo abituando al frequente uso dei droni armati, stanno per arrivare i loro ancor più temibili successori: i “Killer Robots”, armi completamente automatiche. Queste armi saranno in grado di individuare e colpire gli obiettivi senza alcun intervento umano. Secondo l’inviato ONU Heyns: “Stiamo per varcare la pericolosa soglia di conferire a delle macchine il potere di prendere autonomamente delle decisioni sulla vita e sulla morte degli esseri umani.” Per questa ragione, il dibattito sull’auspicabilità di queste armi, deve cominciare ora.
Benché i “Killer Robots” non esistano ancora, molti Stati – come la Cina, la Russia, Israele, gli Stati Uniti e il Regno Unito – hanno manifestato il loro interesse per queste armi. Alcuni loro precursori sono già in uso. Per esempio, il “US Harpy” è un aeromobile a pilotaggio remoto (APR) con un elevato livello di autonomia. Esso vola, individua e attacca l’obiettivo senza alcun controllo umano. Inoltre, l’“Iron Dome”, l’“X-47B” e il “Taranis” sono tutte armi automatiche. Per il momento, questi precursori dipendono da decisioni umane, ma gli esperti prevedono che, nel giro di 20-30 anni, essi saranno in grado di individuare gli obiettivi ed aprire il fuoco senza bisogno di alcun intervento umano.
Secondo Pax Christi Olanda, il principale pericolo riguardo a queste armi è che è improbabile che esse siano in grado di rispettare il diritto internazionale umanitario – distinzione, proporzionalità e necessità militare – e il diritto internazionale dei diritti umani. I robot automatici saranno privi del buonsenso umano e non saranno in grado di comprendere il contesto. Queste qualità proprie dell’essere umano sono necessarie nel momento in cui si devono prendere decisioni complesse su un campo di battaglia dinamico. Per di più, la distinzione fra un combattente e un non-combattente, che sta alla base del diritto internazionale umanitario, è già diventata sempre più difficile in guerre, come quelle contemporanee, in cui i ribelli si mescolano alla popolazione civile. Lo schieramento di “Killer Robots” in simili circostanze minerebbe qualsiasi possibilità di proteggere i civili.
L’utilizzo di armi completamente automatiche solleva serie questioni di responsabilità. Non è chiaro chi dovrebbe assumersi la responsabilità di azioni commesse da un “Killer Robot”. Colui che lo ha costruito, colui che lo ha programmato, colui che lo comanda o il robot stesso? Poiché non c’è chiarezza su chi debba essere legalmente responsabile delle azioni commesse dal robot, l’uso dei “Killer Robots” creerebbe un vuoto di responsabilità.
Dal punto di vista politico, questa innovazione contribuirebbe a facilitare la decisione di entrare in guerra. Se le persone potessero essere completamente sostituite dalle macchine e nessuno tornasse più dal campo di battaglia chiuso in una bara, la decisione di entrare in guerra diventerebbe molto più semplice.
Nel caso di aeromobili a pilotaggio remoto, resta da chiarire se gli operatori siano in grado di operare una distinzione fra gioco e realtà. Usando i “Killer Robots”, la distanza fra mondo virtuale e mondo reale è ancor più ampia. Ciò non aiuterà le persone a cercare di trovare delle soluzioni politiche ai conflitti.

Pro e contro
Le argomentazioni più frequentemente usate a favore dei “Killer Robots” sono che essi saranno meno costosi a lungo termine, perché sostituiranno i soldati, e saranno più efficaci perché sono in grado di “pensare” più velocemente degli esseri umani e non agiranno mossi da paura o rabbia.
Inoltre, si afferma spesso che sostituendo soldati umani con “Killer Robots” si salveranno le vite dei militari. Tuttavia, non bisogna dimenticare che le emozioni umane rappresentano uno dei migliori metodi di salvaguardia della vita dei civili, quindi le vite dei militari possono essere salvate solo a costo di rendere la guerra ancor più portatrice di morte per i civili. Al fine di contrastare questa situazione, Pax Christi Olanda, insieme ad altre 8 organizzazioni come Human Rights Watch e Article 36, ha lanciato una Campagna che mira a fermare queste armi prima che esse compaiano negli arsenali nazionali e nei combattimenti.

Fermiamo i “Killer Robots”
La Campagna per fermare i “Killer Robots” è una coalizione internazionale di Organizzazioni Non Governative che si occupano delle implicazioni dei “Killer Robots”. La Campagna, lanciata nell’aprile del 2013 a Londra, chiede che sia posto un divieto preventivo e totale allo sviluppo, alla produzione e all’uso di armi completamente automatiche. Il divieto dovrebbe essere raggiunto attraverso un trattato internazionale, così come attraverso leggi nazionali e altre misure di vario genere. Fin dall’inizio della Campagna, questo argomento ha ricevuto molta attenzione sia da parte dei media che dei governi. Il 30 maggio il professor Christof Heyns, inviato speciale dell’ONU per le esecuzioni extragiudiziarie, sommarie o arbitrarie per conto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (UNHCHR), ha consegnato il suo rapporto sulla robotica autonoma letale (LARs - www.ohchr.org/Documents/HRBodies/HRCouncil/RegularSession/Session23/A-HRC-23-47_en.pdf) alla seconda sessione del Consiglio per i Diritti Umani a Ginevra. Heyns raccomanda che gli Stati stabiliscano delle moratorie nazionali sui LARs e chiede di costituire una commissione di alto livello sui LARs che possa articolare la linea politica della comunità internazionale su questa questione. La Campagna “Stop Killer Robots” ha accolto con favore il rapporto e ha organizzato una serie di eventi a Ginevra per sollecitare tutti i Paesi ad accogliere il rapporto e a promuoverne le raccomandazioni. La Campagna continuerà a intraprendere azioni e attività al fine di raggiungere il suo obiettivo finale: fermare i “Killer Robots”!

Pax Christi Olanda
Pax Christi Olanda accoglie volentieri tutte le sezioni di Pax Christi e qualsiasi altro gruppo civile che voglia prendere parte a questa Campagna. Al fine di ottenere un trattato legalmente vincolante, è necessario che si discuta di questa questione a tutti i livelli (nelle scuole, nelle università, nelle comunità religiose, e naturalmente nell’arena politica). Dobbiamo intraprendere ogni genere di lavoro di advocacy e di lobby e dobbiamo agire velocemente. Sicuramente non sarà semplice, ma con l’aiuto di un ampio gruppo di persone impegnate e con un obiettivo chiaro, abbiamo buone possibilità di fermare questo sviluppo prima che sia troppo tardi. Sulle questioni delle mine e delle munizioni a grappolo si sono attivati dei gruppi simili a questo e sono riusciti a ottenerne una messa al bando, che mostra la forza delle Campagne di disarmo umanitario. Forse questa volta riusciremo a prevenire il danno umanitario causato dalle armi prima che esse si trovino già sui campi di battaglia.

 

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