Pane e diritti
Alex ha scelto Taranto per ricevere la laurea in giurisprudenza “honoris causa” da parte dell’Università di Bari. La proposta gli era stata fatta cinque anni fa e, già allora, il nostro direttore responsabile aveva specificato che l’avrebbe accettata solo se gli fosse stata conferita nella città jonica. Lo scorso 23 settembre, da laureando, lo ha ricordato, specificando che, allora, quando lo richiese, nessuno parlava ancora di Taranto e dei suoi veleni, dei profitti accumulati in danno della salute dei cittadini, della diossina e del ricatto del lavoro. Nessuno, tranne pochi attivisti “ostinati”, come gli amici di Peacelink, che, con dati alla mano e competenza, cominciavano a denunciare e a costruire opinione pubblica sull’ambiente e i danni da sostanze tossiche.
Era strano vedere Alex in toga nera e collettino bianco. A pochi metri di distanza dai tavoli del presidio che sollecita “Taranto, ribellati!”, ha dedicato questa laurea (un’altra, sempre “honoris causa” l’ha ricevuta nel 2002 dall’Università de L’Aquila) proprio alla città jonica perché possa dar forza alla magistratura. “Taranto – ha detto Alex in apertura della sua “lectio magistralis” – deve diventare città operatrice di pace e libera dai veleni. Nessun conflitto da esasperare, quindi, ma solo un dialogo da aprire tra le diverse parti sociali perché è giunto il momento di cambiare un sistema che, sinora, si è retto solo sul profitto”.
“In un’epoca in cui il diritto si vuol svuotare di valore e significato per renderlo puro formalismo, una laurea in diritto a Zanotelli assume un significato particolare, come riconoscimento del suo costante impegno per i diritti umani e per la tutela dell’ambiente” – ha spiegato il nuovo rettore dell’Università di Bari, prof. Antonio Uricchio, nella presentazione delle motivazioni della scelta del conferimento della laurea proprio in giurisprudenza a un missionario. Missionario definito “persona del tutto irragionevole”. Ma, del resto, il progresso è frutto del pensiero e dell’azione di persone irragionevoli! Alex è “battezzato dai poveri”, ha sposato la nonviolenza attiva e tramite questa vive la dimensione dell’annuncio della Parola e quella dell’azione come un’unicum, un’inscindibile dimensione.
La “laudatio” del prof. Roberto Voza (così è definita “tecnicamente” la presentazione del laureando da parte di un docente) ha tracciato in modo fedele la biografia di Alex, riprendendo quell’idea di fondo che al diritto possa essere restituito lo spessore di un valore ancorato al rispetto della persona e dei suoi diritti umani essenziali. Una serata all’insegna dell’augurio, quindi: che si possa arginare la tendenza attuale di ridurre la legge a pura tecnica procedurale, al servizio di chicchessia, senza alcuna considerazione dei fini ultimi. Che si possa contenere la deriva mercantilistica dell’agire umano. Perché la legge promuove la dignità della persona. Quella stessa dignità per cui Alex, da Nairobi a Napoli, ha sempre lottato. Ha curato i giovani che lo seguono “a pane e diritti”, ha ricordato che la solidarietà e la fraternità sono un dovere essenziale dei singoli ma ancor prima di uno Stato.
“Gesù è morto come un sobillatore di folle”, ci ha detto Alex. E di fronte ai crocifissi della storia, il compito di ogni cristiano e persona di buona volontà è modificare alla radice, sradicare, il sistema che produce povertà e ineguaglianze. Sobillatori tutti, dunque, dovremmo essere di fronte a un sistema che investe in armi più che in stato sociale. Un sistema che adora mammona. E che brucia tutto il resto. “Dio ricicla, il diavolo brucia”, ci ricorda, come monito per tutti e con un accenno accorato alla questione ambientale.
Oggi siamo chiamati alla cittadinanza attiva e nonviolenta. Alla santa collera. A resistere per costruire città libere, dai rifiuti e dai ricatti dei potenti. Perché laddove la legge è iniqua, è nostro dovere ricercare l’equità. E restituire lavoro e dignità a tutti.
Auguri Alex!